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domenica 17 luglio 2022

Stephan's Quintet, i dettagli spettacolari di questo cluster di galassie nelle prime immagini a colori del telescopio spaziale James Webb





NEWS SPAZIO :- Ecco Stephan's Quintet, la quarta delle prime immagini pubblicate lo scorso 12 luglio del telescopio spaziale James Webb, all'inizio della sua attività scientifica


Si tratta di un raggruppamento di cinque galassie, situato nella costellazione del Pegaso. E' stato scoperto dall'astronomo francese Édouard Stephan nel 1877. 

Il cluster è stato ripreso da Webb come un enorme mosaico, l'immagine più grande prodotta fino ad oggi dal nuovo telescopio spaziale. Pensate che ricopre circa un quinto del diametro della Luna. Esso contiene oltre 150 milioni di pixel ed è composto da quasi 1.000 file immagine separati.

Questa fantastica immagine rivela nuove informazioni su come le interazioni tra queste galassie potrebbero aver guidato l'evoluzione delle galassie nell'universo primordiale.


Anche qui, per la prima volta Webb ci mostra dettagli mai visti prima. Possiamo osservare ammassi scintillanti di milioni di giovani stelle e regioni dove nascono nuovi astri.
Ampie code di gas, polvere e stelle sono "strappate" dalle galassie a causa delle loro interazioni gravitazionali.

Webb cattura anche enormi onde d'urto mentre una di tali galassie, NGC 7318B per l'esattezza, si "schianta" attraverso il cluster.

Le cinque galassie del Quintetto di Stephan sono anche conosciute come HCG 92 (Hickson Compact Group 92). Sebbene sia chiamato "un quintetto", solo quattro galassie sono veramente vicine tra loro. La quinta, quella più a sinistra, è nota come NGC 7320, ed è di fatto in primo piano rispetto alle altre quattro. Quest'ultima infatti si trova a 40 milioni di anni luce dalla Terra, mentre le altre quattro galassie (NGC 7317, NGC 7318A, NGC 7318B e NGC 7319) distano circa 290 milioni di anni luce da noi (sette volte più lontano quindi).

E allora possiamo affermare che di tratta di un cluster "abbastanza" vicino a noi, in termini cosmici. Lo studio di galassie vicine come queste è una gran cosa per gli scienziati, fondamentale per comprendere meglio le strutture osservate nell'universo più lontano.

Raramente gli scienziati vedono così in dettaglio cose come galassie che innescano la formazione di nuove stelle l'una nell'altra e come come il gas in queste galassie viene disturbato. Da questo punto di vista, il nuovo telescopio spaziale è una vera e propria rivoluzione.

I piccoli gruppi di galassie come il Quintetto di Stephen potrebbero essere stati molto comuni nell'universo primordiale, quando il loro materiale surriscaldato potrebbe aver alimentato buchi neri molto energetici chiamati quasar.
Ancora oggi la galassia più in alto del gruppo, NGC 7319, ospita un nucleo galattico attivo, un buco nero supermassiccio 24 milioni di volte la massa del nostro Sole. Esso sta attirando materiale ed emette energia luminosa equivalente a 40 miliardi di Soli.

Webb ha studiato il nucleo galattico attivo con lo spettrografo NIRSpec (Near-Infrared Spectrograph) e con MIRI (Mid-Infrared Instrument). Le unità di campo integrale (IFU, integral field units) di questi strumenti, che sono una combinazione tra una fotocamera ed uno spettrografo, hanno fornito al team Webb un "data cube", una raccolta di immagini delle caratteristiche spettrali del nucleo galattico. 

Proprio come la risonanza magnetica usata in medicina, le IFU consentono agli scienziati di "sezionare" le informazioni in molte immagini, per uno studio dettagliato. Webb è penetrato tra il velo di polvere che circonda il nucleo per rivelare gas caldo vicino al buco nero attivo e per misurare la velocità dei flussi luminosi.

In NGC 7320, la galassia più a sinistra e più vicina nel raggruppamento visivo, Webb è stato in grado di risolvere singole stelle e persino il nucleo luminoso della galassia.

Immagini, credit NASA, ESA, CSA e STScI.

Fonte dati, NASA.

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