(Credit NASA)
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NEWS SPAZIO :- "Salvare la Terra deve essere prioritario rispetto al turismo nello Spazio". "Le grandi menti del nostro mondo dovrebbero pensare a dedicare le loro energie a salvare questo pianeta, e non a cercarne un altro dove andare a vivere".
Come probabilmente saprete, queste sono le parole del Principe William rilasciate alla BBC qualche giorno fa, subito amplificate dai media di tutto il mondo, finite in quell'enorme calderone della comunicazione dei grandi network.
E per quanto siano certamente dettate dalla buona volontà di voler risolvere i problemi della nostra Terra, queste parole, pronunciate poi da un personaggio così benvoluto, una voce importante che ha un'enorme visibilità pubblica, peccano a mio avviso di un po' troppa ingenuità. Ecco perché.
La premessa doverosa e fondamentale è che la nostra Terra è l'unica "astronave" in cui tutti noi viaggiamo nel cosmo verso il nostro futuro. Abbiamo solo questa al momento, e dobbiamo fare ogni sforzo per proteggerla, salvaguardarla e mantenerla in buona salute, ne va letteralmente della nostra esistenza. Sappiamo molto bene i grossi problemi che abbiamo come ecosistema-pianeta-Terra.
Ma salvaguardare il nostro mondo e portare avanti un programma spaziale NON sono due obiettivi antitetici tra loro, non sono neanche in competizione tra loro, ed assolutamente non sono mutualmente esclusivi. Anzi è proprio l'opposto!
L'esplorazione spaziale è figlia di quella scienza e di quella tecnologia che, certamente, puntano gli occhi verso l'alto, ma solo per aumentare le nostre conoscenze, solo apparentemente slegate da noi e dal nostro Pianeta. Sin dall'inizio del programma spaziale la Terra è oggetto di studi sempre più approfonditi. Vi sono occhi elettronici puntati verso il cosmo che studiano l'ignoto, così come vi sono occhi elettronici puntati verso la superficie del nostro mondo, i nostri oceani, la nostra atmosfera, i nostri deserti, foreste, campi coltivati, animali, città.
E sono proprio i dati raccolti costantemente da decenni di osservazioni satellitari che costituiscono le fondamenta degli studi sulla salute del nostro Pianeta.
E tra l'altro, non sono certo gli scienziati planetari, o gli ingegneri che progettano un satellite, e neanche gli astronauti che lavorano in orbita, e nemmeno i tecnici che materialmente costruiscono capsule, vettori di lancio, motori a razzo che hanno il potere di decidere le azioni da intraprendere per salvare il Pianeta dai suoi molti pericoli. Né tantomeno quegli imprenditori "pazzi" e "visionari" che si immaginano un futuro tra le stelle e che spendono i propri denari per costruirlo.
In cima alla piramide decisionale vi è sempre e solo la politica, sia nella forma di Repubblica che di Monarchia. E' questa la sua unica missione, decidere per il bene dei propri cittadini e/o sudditi, mettere in campo misure a livello globale per sanare le ferite del nostro mondo. Solamente con precise strategie ed accordi internazionali è possibile mettere in pratica strumenti solidi ed efficaci per fare la differenza.
E mi trova totalmente d'accordo Sua Maestà la Regina Elisabetta, quando afferma che i leader mondiali "parlano ma non agiscono".
Lanciamoci in un veloce sguardo ad un particolare aspetto del settore spaziale, all'attuale esplosione di attività del comparto industriale privato, figlia anche della necessità di razionalizzare le "poche" risorse finanziarie erogate dai governi.
Non è certamente nata da sola, è il risultato di decenni di stimoli da parte primariamente della NASA, che ha avviato programmi di finanziamento e mentoring verso il settore privato.
Oltre a ciò, per la prima volta nella nostra storia stiamo assistendo al convergere di tanti elementi importanti che concorrono tutti insieme a quell'esplosione del settore spaziale privato che sempre più viene chiamata un nuovo Rinascimento Spaziale: nuove tecnologie dirompenti (tra cui Internet, robotica, Intelligenza Artificiale, Stampa 3D, Realtà Virtuale per citarne solo alcune), nuovi imprenditori "Visionari" in grado di disporre di ingenti capitali, nuove possibilità di comunicare e lavorare, la sempre maggiore spinta alla collaborazione internazionale in ambito spaziale, ecc. ecc.
Sono davvero tanti i fattori che stanno portando al nascere di una nuova economia spaziale. Siamo solo all'inizio di questa nuova era ed i primi servizi spaziali di cui veniamo a conoscenza in queste settimane e mesi rappresentano solamente i primi vagiti di questa nuova economia.
Parlo diffusamente di tutto ciò nel mio nuovo libro che spero possa uscire presto nelle librerie. E' scritto proprio per dare accesso anche a chi non è del settore un quadro completo e consistente di ciò che sta accadendo nel settore spaziale. Sarete così in grado di "leggere" questo fenomeno nella sua interezza per quello che realmente è, cosa praticamente impossibile se si presta attenzione solamente alle poche e frammentate notizie diffuse dai grossi media tradizionali, i quali per la brevità degli spazi messi a disposizione non forniscono il giusto contesto in cui inquadrare gli eventi, per comprendere che non si tratta affatto della nuova moda dei soliti miliardari! Anzi, tutto l'opposto!
Un solo esempio: Elon Musk ha rivoluzionato completamente tutto il trasporto spaziale orbitale, abbattendo di un fattore 20 i costi. Con SpaceX è partito da zero poco meno di venti anni fa, ed è diventato il primo fornitore NASA per il trasporto di merci ed astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale, con un livello di sicurezza molte volte superiore rispetto allo Space Shuttle.
Ci vorranno ancora anni, certamente, ma oggi è davvero possibile pensare di realizzare ciò che solamente pochi anni fa era ritenuto impossibile. Raggiungere quel livello di maturità scientifica, tecnologica, organizzativa, professionale, per raggiungere Marte e viverci, sarà un viaggio che trasformerà necessariamente le nostre vite, e stimolerà le menti a trovare risposte a problemi di una complessità inimmaginabile oggi.
E queste stesse risposte saranno nuovi strumenti e servizi che in mano a chi ha il compito di risolvere i grandi problemi della nostra umanità potranno certamente fare la loro parte.
Un parallelo che si cita spesso quando si parla di spazio è quanto avvenne nel 1927, quando un piccolo aereo di nome Spirit of Saint Louis realizzato con capitali privati e pilotato da un visionario di nome Charles Augustus Lindbergh effettuò la prima trasvolata Atlantica in solitario senza scalo da New York a Parigi, aggiudicandosi il premio di 25.000 dollari di una competizione lanciata qualche anno prima, nel 1919 da Raymond Orteig, un imprenditore appassionato di aerei e di voli pionieristici. Molti vedono in quel volo il seme da cui si sviluppò il settore aeronautico privato. Ed oggi abbiamo i voli low-cost, ma il primo volo intercontinentale aperto a tutti avvenne nel 1959, partì da Londra con destinazione New York. Ed i biglietti erano un lusso che solamente le persone più ricche potevano permettersi.
E non è affatto un caso. E' una cosa comune quando nasce un nuovo servizio commerciale, specialmente se basato su di una nuova tecnologia. All'inizio della sua presenza sul mercato si propone con costi alti, accessibili solamente a pochi, almeno nelle fasi iniziali.
Quanto costava un telefonino all'inizio dell'era della telefonia mobile? E le tariffe? Pensate a quando iniziarono ad uscire sul mercato i primi modelli di personal computer, quanto costavano? Ed i computer portatili? Eppure, all'inizio solamente chi ha maggiori disponibilità economiche può godere di questi servizi.
E non si tratta necessariamente di un male! Solo così infatti un nuovo business può decollare, con chi è disposto a pagare alti costi iniziali. E ciò ha sempre avuto come diretta conseguenza la maturazione della tecnologia ed un conseguente abbassamento del prezzo. E lo spazio non farà eccezione.
In ultima analisi, a proposito di un programma spaziale, pubblico o privato: non si tratta di voler scappare dalla Terra per andare a vivere da un'altra parte, ma di estendere il concetto di casa, ben oltre il limite del nostro Pianeta.
C'è così tanto da poter dire, se volete possiamo dedicare un post a discutere insieme di questo, ma per adesso mi fermo qui.
Enjoy!
Sergio hai perfettamente ragione, chi non segue questo settore lo considera quasi "inutile", purtroppo, non mi riferisco al principe, ma a molte persone comuni
RispondiEliminaSpero che diventi qualcosa non più per appassionati e basta.
Nico
Sergio, mi trovi d'accordo su tutto.
RispondiEliminaIl principe è una persona istruita, mi lascia perplesso questa sua superficialità nel non comprendere l'importanza di progredire nel campo spaziale, è si un investimento a lungo termine ma quando l'uomo raggiungerà altri sistemi solari allora la paura ancestrale di una possibile estinzione abbandonerà le coscienze e lascerà posto alla certezza di un grande futuro per gli esseri viventi della Terra.
Prima raggiungiamo le altre stelle meglio è, anche perchè potremmo risolvere tutti i problemi del mondo ma se poi ci colpisce un meteorite gigante, l'estinzione è
assicurata per tutti!!!
Come si fa a non tenerne conto?!!
By Simo
Quelle del principe sono panzane vecchie di 40 anni minimo. ogni volta che volevano tagliare il budget alla NASA, tiravano fuori la balla del "spendiamo i soldi per far star bene la gente sulla Terra"...ma diminuire i costi per le armi non sarebbe meglio, visto che il budget x lo spazio è già una sottiletta ininfluente? Massì, sprechiamo tempo anche solo ad ascoltare simili castronerie. F.G.T.
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