(Credit NASA/Johns Hopkins Applied Physics Lab)
NEWS SPAZIO :- DART (Double Asteroid Redirection Test) sarà una missione molto particolare, la prima del suo genere. Diretta dalla NASA con il supporto di molti suoi centri - Jet Propulsion Laboratory (JPL), Goddard Space Flight Center (GSFC), Johnson Space Center (JSC), Glenn Research Center (GRC) e Langley Research Center (LRC) - ha un obiettivo estremamente ambizioso.
E' un dimostratore di nuove tecnologie per la difesa planetaria, in particolare per prevenire l'impatto di un corpo celeste con la Terra.
DART testerà la tecnica dell'impattatore cinetico per deviare il moto di un asteroide nello spazio. No, questa volta non è un film, Bruce Willis ne sarebbe fiero!
La missione è guidata dall'APL (Applied Physics Laboratory, John Hopkins) e gestita all'interno del programma NASA Solar System Exploration Program al NASA Marshall Space Flight Center per la NASA Planetary Defense Coordination Office and the Science Mission Directorate Planetary Science Division (NASA Headquarters in Washington DC).
Si tratta di una sonda che verrà guidata per schiantarsi contro la superficie di un corpo celeste.
Il target è Didymos (65803), un asteroide binario, un Near Earth Object. Il corpo primario è ampio circa 780 metri, il corpo secondario (o 'moonlet') ha ampiezza di 160 metri, più simile come dimensione ad un corpo celeste che ha le maggiori probabilità di essere un pericolo significativo per la Terra.
Il target è Didymos (65803), un asteroide binario, un Near Earth Object. Il corpo primario è ampio circa 780 metri, il corpo secondario (o 'moonlet') ha ampiezza di 160 metri, più simile come dimensione ad un corpo celeste che ha le maggiori probabilità di essere un pericolo significativo per la Terra.
Dydimos è studiato dai telescopi sulla Terra con molta attenzione. Qui sotto ne avete 14 immagini radar sequenziali riprese dal telescopio di Arecibo il 23, 24 e 26 Novembre 2003
(Credit, Naidu et al., AIDA Workshop, 2016)
Le informazioni radar consentono agli scienziati di determinare la forma in 3D dell'oggetto, quali ad esempio concavità e grossi massi sulla superficie.
I dati fotometrici della curva luminosa indicano che Didymos è composto da 2 corpi celesti (ecco la definizione di binario), e le immagini radar mostrano chiaramente l'oggetto più piccolo. Circa 1/6 degli oggetti celesti noti come Near Earth Objects conosciuti sono sistemi binari o multipli.
Qui avete un'immagine simulata di Didymos determinata dai dati fotometrici e radar
(Credit, Naidu et al., AIDA Workshop, 2016)
I due corpi sono separati da circa 1 km. Il corpo primario ruota ogni 2,6 ore mentre il corpo secondario gli ruota intorno ogni 11,9 ore. Ecco altre informazioni aggiuntive
(Credit NASA)
Ecco adesso la sonda DART
(Credit NASA)
ha 2 pannelli solari di 8,3 x 2,3 metri, denominati Roll Out Solar Arrays (ROSA). Sono stati testati a bordo della Stazione Spaziale Internazionale nel Giugno 2017
(Credit NASA)
Dopo il lancio, DART estenderà ROSA. L'energia elettrica generata servirà per alimentare il suo propulsore elettrico NEXT-C (NASA Evolutionary Xenon Thruster – Commercial), un propulsore elettrico che fa parte del sistema propulsivo (per manovre nello spazio) della sonda. E' l'evoluzione del propulsore della sonda Dawn e DART ne verificherà le performance.
DART verrà fatto collidere con il corpo secondario di Didymos. La sonda raggiungerà la velocità di impatto di circa 6,6 km/sec. Il piano è che l'impatto con il corpo celeste cambi la velocità di quest'ultimo di circa l'1%, molto poco, ma sufficiente per cambiarne il periodo orbitale intorno al corpo primario si svariati minuti, abbastanza per essere individuata e misurata dai telescopi a Terra.
La finestra di lancio per la missione avrà inizio a fine Luglio 2021. DART partirà a bordo di un Falcon 9 di SpaceX dalla Vandenberg Air Force Base, in California.
Dopo la separazione dal veicolo di lancio il satellite viaggerà per circa 1 anno ed intercetterà Didymos nel Settembre 2022, quando questo si troverà a 11 milioni di km dalla Terra.
Parleremo ancora di questa missione. Non vogliamo certo fare la fine dei dinosauri, vero?
Fonte dati, NASA.
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