(Credit NASA/JPL-Caltech)
NEWS SPAZIO :- Per la 2° volta nella storia un oggetto costruito dall'uomo ha raggiunto lo spazio interstellare. Si tratta della sonda NASA Voyager 2, come annunciato due giorni fa dai membri del team di missione ad una conferenza dell'American Geophysical Union (AGU) a Washington.
La navicella spaziale è uscita dalla Eliosfera, la sfera di influenza del Sole, continuando il suo viaggio a 18 miliardi di chilometri dalla Terra.
Avevamo già vissuto nel 2013 un evento come questo con la sonda gemella Voyager 1, quando avevo scritto "Laddove nessuna sonda è mai giunta prima!"
Analizzando i dati dai differenti strumenti di bordo, gli scienziati di missione hanno potuto determinare che il 5 Novembre scorso la sonda ha superato il bordo esterno della eliosfera.
Questo confine è detto Eliopausa, il luogo dove il tenue e caldo vento solare incontra il freddo e denso mezzo interstellare. Voyager 1 ha superato questo confine 5 anni fa.
Ma il punto fondamentale è che Voyager 2 ha a bordo alcuni strumenti scientifici ancora funzionanti e per la prima volta in assoluto possiamo collezionare preziosissimi dati sulla natura di questo ambiente del tutto inesplorato.
Il centro Missione è ancora in grado di comunicare con la sonda (attraverso il Deep Space Network), sebbene occorrano 16,5 ore affinché un segnale trasmesso da Voyager 2 possa raggiungere la Terra.
La prova più netta dell'uscita dall'eliosfera ce l'ha fornita lo strumento PLS (Plasma Science Experiment), che su Voyager 1 purtroppo smise di funzionare nel 1980 (molto prima che fosse raggiunta l'eliopausa).
Fino a poco tempo fa lo spazio intorno a Voyager 2 era pieno prevalentemente di plasma fuoriuscito dal Sole, lo conosciamo con il nome di vento Solare.
Questo getto continuo crea tutto intorno al Sole una specie di bolla (la eliosfera appunto) che tra l'altro avvolge anche tutti i pianeti del nostro sistema solare.
Lo strumento PLS utilizza la corrente elettrica del plasma per rilevare la velocità, la densità la temperatura, la pressione ed il flusso di tale vento solare.
Il 5 Novembre scorso, il PLS a bordo di Voyager 2 ha osservato un brusco calo nella velocità delle particelle del vento solare. Ed a partire da tale data, PLS non ha più registrato alcun flusso del vento solare intorno al veicolo spaziale. L'eliosfera era ormai alle spalle!
Qui sotto vedete i dati di PLS, l'andamento della corrente elettrica nelle 3 direzioni
(Credit NASA/JPL-Caltech/MIT)
In aggiunta ai dati di PLS, il team scientifico di missione ha potuto contare su altri 3 strumenti di bordo, il Cosmic Ray Subsystem, il Low Energy Charged Particle ed il Magnetometro, tutti d'accordo con quanto rilevato da PLS.
Guardate quest'animazione
(Credit NASA/JPL-Caltech/GSFC)
E' il Cosmic Ray Subsystem che mostra il rapido calo del numero di particelle del vento solare che colpiscono il rilevatore dello strumento e contemporaneamente un significativo aumento del tasso di presenza di raggi cosmici.
Il team di missione continua a studiare i dati registrati da tutti gli strumenti di bordo di voyager 2 per avere un quadro più chiaro dell'ambiente nel quale la sonda sta viaggiando.
Insieme, le due sonde Voyager, ci danno un'idea più dettagliata di come la nostra eliofera interagisce con il costante vento interstellare che fluisce al suo esterno. Le loro osservazioni si aggiungono ai dati della missione NASA IBEX (Interstellar Boundary Explorer) che studia remotamente il confine tra le due regioni del cosmo.
La NASA sta preparando anche una nuova missione denominata IMAP (Interstellar Mapping and Acceleration Probe) che verrà lanciata ne 2024.
Nicola Fox (direttore della Heliophysics Division, sede centrale NASA, Washington): "Voyager ha un posto molto speciale per noi nella nostra flotta di eliofisici, I nostri studi partono dal Sole e si estendono a tutto ciò che il vento solare tocca. Avere i Voyager che ci inviano dati sul bordo dell'influenza del Sole ci dà uno sguardo sena precedenti su di un territorio veramente inesplorato".
Sebbene le due sonde gemelle abbiano lasciato l'eliosfera, non hanno ancora lasciato il sistema solare e ci vorrà ancora del tempo. Il confine del sistema solare è considerato essere al di là del bordo esterno della Nube di Oort, un ammasso di piccoli oggetti che sono ancora sotto l'influenza gravitazionale della nostra stella.
L'ampiezza di questa nube non è nota con precisione, ma si stima che inizi a circa 1000 unità astronomiche (AU, Astronomical Unit) dal Sole e che si estenda per circa 100.000 AU. Una AU è la distanza media tra Terra e Sole, circa 150 milioni di chilometri.
Ciò detto, occorreranno circa 300 anni affinché Voyager 2 possa raggiungere il bordo interno della Nube di Oort e forse 300.000 anni per superarlo.
Le sonde Voyager sono alimentare dal calore dovuto al decadimento di un materiale radioattivo, contenuto in un dispositivo chiamato RTG (Radioisotope Thermal Generator).
La potenza in output degli RTG diminuisce di circa 4 Watt per ogni anno, e ciò implica che nel tempo vari sottosistemi di entrambi i Voyager sono stati spenti per risparmiare energia (tra questi anche le fotocamere di bordo).
Ecco il viaggio di Voyager 2
Altre notizie le trovate nella sezione dedicata del blog
Enjoy!
Fonte dati, NASA.
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