(Credit AutoNaut)
NEWS SPAZIO :- Abbiamo già introdotto le attività ESA per il supporto alle startup, concentrate nei suoi BIC (Business Incubator Centres). Ecco il post di qualche anno fa
Oggi presento AutoNaut, una nuova startup dall'ESA BIC di Harwell (Regno Unito) che ha sviluppato una piccola imbarcazione autonoma che per muoversi trae energia dalle onde e che è in grado di raggiungere aree marine anche con condizioni meteo proibitive per gli esseri umani.
Porta con sé una suite di sensori alimentati ad energia solare per effettuare rilevazioni in loco ed inviarle a Terra.
I progressi nel monitoraggio degli oceani stanno migliorando la nostra comprensione dei mari e dell'ambiente, incluse la vita marina, le temperature del mare, l'inquinamento e le condizioni meteorologiche.
Tuttavia, carburante, manutenzione e manodopera per le navi da ricerca sono costosi e le condizioni del mare a volte impediscono di raggiungere determinare aree.
Ecco la soluzione proposta da AutoNaut, un'imbarcazione autonoma per raccogliere dati per lunghi periodi ad una frazione del costo.
AutoNaut è alimentata dall'energia del naturale movimento del mare (rollio e beccheggio) raccolta per mezzo di una particolare lamina. Quattro di queste lamine montate a prua ed a poppa costituiscono il sistema propulsivo di questo piccolo robot marino.
Le lamine sono articolate ed hanno un sistema a molle per fornire prestazioni costanti ed assicurare che l'imbarcazione possa procedere in tutte le direzioni.
AutoNaut può procedere a velocità compresa tra 2 e 5,5 km/h nella maggior parte delle condizioni del mare e test idrodinamici hanno permesso di perfezionarne la tecnologia con prove sul campo che ne hanno dimostrato la robustezza in mari tempestosi.
Si tratta di una delle prime piccole applicazioni commerciali per la propulsione ad onda. AutoNaut può operare in mare per molte settimane continuativamente, coprendo centinaia di chilometri in una settimana, anche in aree e condizioni troppo pericolose per gli esseri umani.
L'imbarcazione è così silenziosa sa poter misurare i fischi e gli schiocchi emessi dai delfini su larghe aree.
Ed utilizzando le reti di comunicazione satellitare AutoNat può sia ricevere istruzioni da ogni parte del globo, che inviare i dati rilevati dai suoi sensori, raw o pre-elaborati dai computer di bordo.
Phil Johnson (AutoNaut): "Se un radar satellitare rileva una fuoriuscita sospetta di petrolio, il nostro AutoNaut può verificarlo sul posto, mapparne l'estensione ed effettuare misurazioni dell'acqua per inviarle a riva".
Il team ha recentemente completato 2 anni di incubazione all'ESA BIC, dove ha utilizzato sistemi di navigazione e di comunicazione satellitare altamente specializzati per perfezionare le proprie capacità di navigazione e controllo e per fornire quasi in tempo reale i dati collezionati dai sensori.
Finanziati da un contributo ESA di 41.500 £ e da un supporto al business, AutoNaut ha già preso parte ad alcune missioni con la Royal Navy, il National Oceanographic Centre, lo UK Met Office e con alcune industrie offshore di ingegneria.
Sue O’Hare (operations manager, ESA BIC Harwell): "AutoNaut è un esempio ispiratore di come lo spazio e la tecnologia possano essere applicati per affrontare le nostre sfide industriali e di ricerca. Trasformare un'idea rivoluzionaria come questa in una fattibile realtà commerciale è di per sé una grande sfida. Sono entusiasta di aver fornito ad AutoNaut il giusto ambiente per farlo ed auguro loro ogni successo mentre portano la loro attività al livello successivo".
Ad oggi i 18 centri BIC dell'ESA hanno promosso più di 600 startup. Ed ogni anno 145 nuove aziende si uniscono alla sfida.
Date un'occhiata ad AutoNaut
Enjoy!
Fonte dati, ESA.
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