(Credit NASA/JPL-Caltech/MSSS)
NEWS SPAZIO :- La foto qui in alto ci mostra un particolare del bacino Eridania nell'emisfero Sud di Marte.
Uno studio internazionale pubblicato recentemente sulla rivista Nature Communications ha avuto come oggetto molte osservazioni effettuate dalla sonda orbitale NASA MRO (Mars Reconnaissance Orbiter) proprio in questa regione Marziana.
Sono state scoperte prove di antichi depositi idrotermali che potrebbero offrire indicazioni significative sull'origine della vita nel nostro Pianeta.
Secondo gli studiosi questi antichi depositi si sono formati da acqua, riscaldata da processi vulcanici attivi in una parte della crosta del pianeta, che è andata ad occupare il fondo di un grande mare, moltissimo tempo fa.
Paul Niles (NASA Johnson Space Center, Houston): "Anche se non troviamo mai prove che c'è stata vita su Marte, questo sito può dirci qualcosa sul tipo di ambiente dove la vita potrebbe aver iniziato sulla Terra. L'attività vulcanica combinata con acqua stagnante ha fornito le condizioni ambientali che probabilmente erano simili a quanto esisteva sulla Terra circa nello stesso periodo temporale, quando qui si stava evolvendo la vita".
Niles è coautore della pubblicazione, l'autore principale è Joseph Michalski (Natural History Museum, London) e vi sono altri coautori del Planetary Science Institute (Tucson, Arizona) e del Natural History Museum.
Stiamo parlando di circa 3,7 miliardi di anni fa. Le condizioni idrotermali sottomarine che vi erano sulla Terra in quel periodo sono un forte candidato per il dove e quando iniziò la vita sul nostro Pianeta. E qui queste condizioni sono ancora presenti, molte forme di vita prosperano con l'energia chimica estratta da rocce, senza la luce del Sole.
Ma la nostra Terra ha una crosta attiva e ciò non aiuta a preservare nel tempo prove geologiche dirette di quando la vita iniziò.
La possibilità che vi sia attività idrotermale sottomarina all'interno di lune ghiacciate, pensate ad Europa (Giove) e ad Encelado (Saturno), diventa quindi un punto di estremo interesse per andare a caccia di vita extraterrestre.
Le osservazioni di MRO analizzate dal gruppo di ricerca sono quelle dello spettrometro CRISM (Compact Reconnaissance Spectrometer for Mars), grazie alle quali sono stati identificati minerali nei grandi depositi presenti nel bacino Eridania, bacino che si trova in una regione che presenta la più antica crosta esposta del pianeta.
Gli studiosi stimano che l'antico mare era composto da circa 210.000 chilometri cubi d'acqua. Si tratta di una quantità d'acqua pari a tutti gli altri laghi e mari presenti nell'antichità di Marte, circa 9 volte il volume di tutti i grandi laghi del nord America mesi insieme.
(Credit NASA)
Il mix di minerali identificati dai dati di CRISM, tra questi serpentina talco e carbonato, insieme alla forma ed alla struttura degli spessi strati del fondale hanno portato ad identificare possibili depositi idrotermali sul fondo marino.
L'area presenta flussi lavici che post-datano la scomparsa del mare.
Qui sotto una possibile interpretazione dell'origine di alcuni depositi del bacino Eridania
(Credit NASA)
Questo lavoro si aggiunge alla diversità di ambienti umidi già individuati in precedenza sul Pianeta Rosso, tra questi fiumi, laghi, delta, mari, sorgenti termiche, acque sotterranee ed eruzioni vulcaniche al di sotto del ghiaccio.
Un nuovo ambiente quindi, quello degli antichi depositi idrotermali individuati nelle profondità marine, che rappresenta una nuova categoria di bersagli per le future indagini di astrobiologia su Marte.
Fonte dati, NASA.
posso chiedere da cosa determinano quanto l'acqua fosse alta un tempo?
RispondiEliminaImmagino dallo studio dei sedimenti, fin dove questi sono presenti.
EliminaDate che prima di una missione marziana con umani passeranno molti anni spero che vedremo presto altre missioni robotiche sul pianeta rosso.
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