(Credit NASA)
NEWS SPAZIO :- E' passato poco più di 1 anno dall'installazione sulla Stazione Spaziale Internazionale del modulo espandibile BEAM (Bigelow Expandable Activity Module) dell'azienda Bigelow Aerospace. Trovate tutto qui
Siamo a metà dei 2 anni di test per questa nuova tecnologia ed i risultati sono davvero ottimi. La performance del modulo è simile a quella degli altri moduli realizzati con materiale rigido.
BEAM rappresenta una grande evoluzione del concetto di habitat orbitale, risultato di una tecnologia nata in NASA decenni fa e poi sviluppata da Bigelow Aerospace.
Vi ripropongo qui sotto lo splendido video in timelapse della sua espansione
Come sappiamo BEAM non viene utilizzato dall'equipaggio della ISS. Il suo unico scopo è stare lì buono buono per consentire ai ricercatori di monitorarne il comportamento in orbita.
Sia gli astronauti sulla Stazione che i team a Terra ne verificano l'integrità strutturale, la sua stabilità termica e la sua resistenza a detriti spaziali, radiazioni e crescita microbica.
La domanda se BEAM è adatto a proteggere gli esseri umani dalle estreme condizioni spaziali continua ad essere positiva, dopo un anno di controlli.
I ricercatori del NASA Langley Research Center (Hampton, Virginia) analizzano continuamente i dati dei sensori presenti all'interno di BEAM e, come previsto, hanno registrato (in questo anno) pochi probabili impatti con micrometeoriti. L'habitat si è comportato bene, come da progettazione, per prevenire la penetrazione di detriti al suo interno, grazie ai suoi molti strati protettivi esterni che tra l'altro superano gli standard richiesti da NASA.
Nei prossimi mesi particolare attenzione andrà anche al monitoraggio dei livelli di radiazione all'interno del modulo. Utilizzando due Radiation Environment Monitors (REM) attivi, i ricercatori del NASA Johnson Space Center (Houston) sono in grado di rilevare in tempo reale le misurazioni.
Hanno scoperto che la dose di radiazione dovuta ai raggi cosmici (GCR, Galactic Cosmic Radiation) all'interno di BEAM continua ad essere simile agli altri moduli della Stazione.
La ISS (e quindi anche BEAM) in quanto in orbita Terrestre LEO hanno molta protezione che gli proviene dalla magnetosfera Terrestre. Le future missioni di esplorazione che andranno oltre l'orbita del nostro Pianeta riceveranno invece maggiori dosi di radiazione - ne abbiamo parlato molte volte! - e lo sforzo è sempre quello di mitigarne gli effetti.
A fine Aprile i ricercatori del JSP hanno iniziato un esperimento installando un piccola schermatura di 1.1 mm di spessore intorno ad uno dei due REM all'interno di BEAM. Gli astronauti a bordo della ISS lo hanno realizzato utilizzando una stampante 3D presente sulla Stazione.
Eccolo qui sotto (è la sferetta bianca)
(Credit NASA)
Nei prossimi mesi questo scudo verrà sostituito con altri di differente spessore, anch'essi stampati in 3D, rispettivamente di 3,3 mm e di 10 mm.
Continuano inoltre i test sulle particelle di radiazione "intrappolate", in particolare quelle dell'Anomalia del Sud Atlantico
I membri dell'equipaggio della Stazione entrano periodicamente all'interno di BEAM, 9 volte dalla sua espansione del maggio 2016. Tra le altre cose collezionano campioni prelevati dall'aria e dalla superficie da inviare a Terra dove il personale del JSP li analizzerà per monitorare il livello di microorganismi presenti.
Date un'occhiata anche a questo precedente post in cui si valutava la performance di BEAM dopo 5 mesi di test
Insomma, le aspettative sono così buone che la NASA sembra intenzionata a non far rientrare e distruggere BEAM al termine dei 2 anni di test, ma addirittura utilizzarlo sulla ISS.
Fonte dati, NASA.
Penso che questa azienda farà grandi cose nei prossimi anni/decenni.
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