(Credit NASA/JPL-Caltech/R. Hurt, T. Pyle IPAC)
NEWS SPAZIO :- E' la notizia del giorno, ne parlano proprio tutti, anche i media tradizionali sono lanciatissimi. La rete poi è piena di articoli sulla scoperta diffusa ieri dalla NASA in una conferenza stampa indetta nella loro sede centrale di Washington proprio per annunciare che è stato individuato un sistema solare non troppo lontano da noi, ad appena 40 anni luce, composto da 7 pianeti di "dimensioni" simili alla Terra.
Inoltre 3 di questi esopianeti orbitano all'interno della "zona abitabile" della stella, che come ho già scritto varie volte in altrettanti post precedenti è quella regione di spazio intorno ad un astro la cui distanza (dalla stella stessa) è tale che un pianeta che vi orbita al suo interno presenta le condizioni ambientali "giuste" per sostenere la presenza di acqua liquida in superficie.
E come noi sappiamo l'acqua liquida è un componente necessario, indispensabile per far sì che possa svilupparsi la vita. E' quindi condizione necessaria (ci deve essere per forza) ma non sufficiente, da sola non basta per affermare che un mondo ha vita.
Si tratta di una scoperta eccezionale dal punto di vista scientifico, anzi riformulo, eccezionale dal-punto-di-vista-scientifico, che terrà impegnati - ed eccitati! - gli astronomi per parecchi anni a venire.
Differenti siti hanno proposto la notizia in differenti modi. Non può mancare anche il mio contributo e come è nel mio stile approfondisco in questo post la notizia mettendo in evidenza gli aspetti davvero importanti.
Non vi sarà sfuggito il virgolettato nel titolo, ebbene let's go deep!
Non vi sarà sfuggito il virgolettato nel titolo, ebbene let's go deep!
Siamo a circa 40 anni luce da noi (cioè 378,4 milioni di milioni di km dalla Terra), nella costellazione dell'Acquario
(Credit IAU and Sky&Telescope magazine, Roger Sinnott, Rick Fienberg)
I nostri occhi sono ormai pieni delle immagini distribuite dalla NASA, che comunque ricordate sono assolutamente di fantasia. Ma per iniziare il nostro viaggio possono andare bene.
Immaginiamoci quindi il vuoto cosmico. L'attenzione corre su di una stella di nome TRAPPIST-1, una piccola nana rossa ultrafredda (di classe spettrale M8), che rispetto al nostro Sole ha solamente l'8% della massa, ne raggiunge la metà della temperatura ed il 12% di luminosità. Nella nostra Galassia solamente il 15% di stelle sono fatte così.
Eppure TRAPPIST-1 è molto importante.
Eppure TRAPPIST-1 è molto importante.
Nel Maggio dell'anno scorso un gruppo internazionale di astronomi guidato da Michaël Gillon (Institut d'Astrophysique et Géophysique, Università di Liegi, Belgio) utilizzando il piccolo telescopio TRAPPIST (TRAnsiting Planets and PlanetesImals Small Telescope) dell'Osservatorio ESO-La Silla in Cile aveva annunciato la scoperta di 3 pianeti di dimensioni simili alla Terra in orbita intorno proprio a TRAPPIST-1, tutti nell'estremo interno della fascia abitabile della stella.
Si è trattata di una scoperta eccezionale, che ha portato il team a richiedere ed ottenere maggiori risorse per approfondire gli studi nella seconda metà del 2016. Tra queste anche il telescopio spaziale NASA Spitzer per analizzare TRAPPIST-1 continuamente per 20 giorni.
Si è trattata di una scoperta eccezionale, che ha portato il team a richiedere ed ottenere maggiori risorse per approfondire gli studi nella seconda metà del 2016. Tra queste anche il telescopio spaziale NASA Spitzer per analizzare TRAPPIST-1 continuamente per 20 giorni.
Spitzer ed altri telescopi al suolo (tra cui il Very Large Telescope di ESO) hanno consentito al team di rilevare 34 transiti (l'ombra di un esopianeta che passa tra la sua stella ed il telescopio che la osserva), molti di più di quanto avevano inizialmente previsto, facendo intuire la possibile esistenza di altri esopianeti.
Spitzer è un telescopio ad infrarossi ed è uno strumento perfetto per studiare TRAPPIST-1, poiché la nana rossa è più luminosa nella luce infrarossa, cioè nella banda elettromagnetica le cui lunghezze d'onda sono più lunghe rispetto alla banda visibile dello spettro.
Ed infatti dopo un attento studio, i dati hanno rilevato la presenza di sette esopianeti in orbita, denominati TRAPPIST-1 "b", "c", "d", "e", "f", "g", "h", tutti aventi dimensioni simili alla nostra Terra
(Credit NASA/JPL-Caltech/R. Hurt, T. Pyle IPAC)
Il loro periodo orbitale è molto breve (meno di 12 giorni per i pianeti da "b" a "g") e le accurate misurazioni sui loro transiti davanti alla stella sono in grado di produrre varie informazioni molto importanti.
Tutto il sistema solare di TRAPPIST-1 è davvero molto piccolo, il pianeta più distante dalla stella ("h") si trova a circa 0,06 AU (AU, Astronomical Unit, unità astronomia, corrisponde a cica 150 milioni di km, cioè la distanza media Terra-Sole) ed il più vicino ("b") è ad appena 0,01 AU. Per averne un'idea pensate che Mercurio orbita intorno al nostro Sole ad una distanza di circa 0,39 AU
(Credit NASA/JPL-Caltech)
Le orbite dei vari esopianeti sono circolari e vanno tutte nella stessa direzione. Questo ci dice che probabilmente si sono formati più di 500 milioni di anni fa, insieme alla loro stella.
La profondità dei transiti di ogni esopianeta davanti alla stella ci dà una misura del suo raggio. Ebbene, "b", "c", "e", "f", "g" sono più vicini al raggio della Terra, mentre "d" ed "h" hanno raggio più vicino a quello di Marte. Comunque, tutti sono compresi tra il 75% ed il 110% della dimensione della Terra.
I dati registrati sono molto accurati, al punto da riuscire a rilevare gli effetti gravitazionali tra i pianeti, ed in questo modo gli astronomi sono in grado di dedurre massa e densità dei primi 6 esopianeti. Si tratta di mondi rocciosi (probabilmente il 7° è un pianeta ghiacciato), la cui densità è compresa tra il 60% ed il 117% della densità della Terra.
Dei 7 esopianeti scoperti 3 di essi sono all'interno della zona abitabile di TRAPPIST-1. Consideriamo la quantità di energia che questi ricevono dalla stella. Se si suppone che abbiano un'atmosfera simile alla Terra, allora "e", "f" e "g" potrebbero riceverne la giusta quantità per avere una temperatura al suolo favorevole a consentire la presenza di acqua
E' vero, le orbite sono molto vicine alla nana rossa, tutte più vicine della distanza tra il nostro Sole e Mercurio, ma TRAPPIST-1 emette molta meno energia rispetto al nostro Sole ed è quindi possibile che possa esserci acqua liquida anche in mondi che orbitano così vicino.
Sono necessarie ulteriori osservazioni per arrivare a determinare se siano ricchi di acqua, o se questa sia effettivamente presente in superficie.
Gillon: "Le sette meraviglie di TRAPPIST-1 sono i primi pianeti di dimensione simile alla Terra che sono stati individuati in orbita intorno a questo tipo di stelle. E' anche il migliore obiettivo per studiare le atmosfere di mondi [...] potenzialmente abitabili".
Gillon è anche l'autore principale di un articolo sulla scoperta, pubblicato ieri sulla rivista Nature.
Sean Carey (manager NASA allo Spitzer Science Center, Caltech/IPAC di Pasadena, California): "Questo è il risultato più entusiasmante che ho visto visto in 14 anni di attività di Sptizer. Spitzer continuerà [...] per perfezionare ulteriormente la nostra comprensione di questi pianeti, in modo che il telescopio spaziale James Webb possa continuare. Sono certo che ulteriori osservazioni su questo sistema riveleranno nuovi segreti".
Molto interessante è questa tabella comparativa
(Credit NASA/JPL-Caltech/R. Hurt, T. Pyle IPAC)
Però, con un'orbita così vicina alla loro stella questi pianeti potrebbero essere bloccati dalle forze di marea della stessa stella, offrendo quindi la stessa faccia a TRAPPIST-1, un po' come accade alla Luna che ruota intorno alla Terra. In questo caso metà esopianeta si troverebbe sempre in un giorno perpetuo, e l'altra metà sempre nella notte, con caratteristiche ambientali molto differenti rispetto al nostro Pianeta.
Si tratta naturalmente di ipotesi formulate in base all'esperienza accumulata dagli studiosi. Per avere nuove certezze sul sistema planetario di TRAPPIST-1 occorrerà fare ciò che la Scienza ci insegna, indagare più in dettaglio, cosa che infatti gli astronomi faranno per i prossimi anni.
Ma cosa non possiamo dire sul sistema TRAPPIST-1?
Certamente non è la prima volta che viene individuato un sistema con così tanti esopianeti. E' però la prima volta che sono stati scoperti così tanti esopianeti rocciosi e di dimensioni simili alla Terra nello stesso sistema stellare, dove la stella è una nana M.
Ancora, non possiamo proprio dire di aver scoperto gemelli, fratelli, ma nemmeno cugini della Terra, neanche uno. Sappiamo che 6 di questi sono rocciosi, ma anche se 3 di questi orbitano all'interno della zona abitabile della nana rossa, ciò non vuol dire che siano abitabili-per-noi-umani (questo dovrebbe essere ormai chiaro a questo punto della lettura dell'articolo).
Prendiamo l'esempio di Marte e venere. Anche loro si trovano insieme alla Terra nella zona abitabile del nostro Sole, ma non sono mondi abitabili-per-noi-umani.
Tornando al sistema TRAPPIST-1, è semplicemente troppo presto per dire se vi siano oceani di acqua in superficie. Inoltre, nessuna forma di vita è stata individuata in questi mondi lontani.
A seguito delle scoperte di Spitzer, il telescopio Spaziale Hubble ha iniziato ad analizzare 4 dei 7 esopianeti, inclusi quelli all'interno della zona abitabile della stella, con l'obiettivo di studiare la loro atmosfera.
Anche il cacciatore di pianeti Earth-like della NASA, il telescopio spaziale Kepler - un nostro grande amico! - sta studiando il sistema di TRAPPIST-1, misurando le piccole variazioni nella luminosità della stella al transito dei pianeti. E' il suo metodo, quello della velocità radiale che abbiamo incontrato varie volte e che potete vedere nella sezione del blog dedicata a Kepler (qui).
Queste osservazioni aiuteranno gli astronomi a raffinare le proprietà dei 7 esopianeti della nana rossa, ma potrebbero portare ad individuarne di nuovi. Questa campagna di osservazione di Kepler si concluderà a Marzo, e noi poi ne vedremo i risultati.
E pensiamo anche al telescopio spaziale James Webb che verrà lanciato in orbita il prossimo anno. Con una sensibilità molto spinta, il nuovo strumento sarà in grado di rilevare le impronte chimiche di acqua, metano, ossigeno, ozono e di altri componenti eventualmente presenti nell'atmosfera di un pianeta lontano.
Webb analizzerà anche temperatura e pressione al suolo, variabili fondamentali per valutare l'abitabilità di un esopianeta. Direi che il futuro ci riserverà molte cose eccitanti.
Webb analizzerà anche temperatura e pressione al suolo, variabili fondamentali per valutare l'abitabilità di un esopianeta. Direi che il futuro ci riserverà molte cose eccitanti.
Vediamo ora un po' di video
Ecco l'indagine di Spitzer, bellissima animazione che ci mostra le sue osservazioni
La conferenza stampa NASA di ieri
Vogliamo proprio volare con la fantasia? Questo poster fatto al JPL gioca su come potrebbe essere un viaggio su TRAPPIST-1
(Credit NASA/JPL-Caltech)
Continuiamo a sognare, e ricordiamo che la cosa importante è che la ricerca continua!
Stay tuned!
Stay tuned!
Fonte dati, NASA, The Planetary Society, Wikipedia, Nature.
Allora Sergio quando dici " Nella nostra Galassia solamente il 15% di stelle sono fatte così." riferendoti alle nane rosse , ti faccio notare che veramente sono le stelle più comuni nella nostra galassia e nel universo.
RispondiEliminaSe leggi bene non mi riferisco alle nane rosse, mi riferisco alle nane rosse ultrafredde.
EliminaCaro Sergio, anche io come Alex S volevo farti notare la stessa cosa, ma rileggendo vedo che come sempre, avevo letto troppo frettolosamente ed hai ragione tu.
EliminaSergio, ma se tutti i sistemi solari, nascono da un disco di accrescimento, come è successo al nostro sistema solare, potra cambiare la dimensione da pianeta a pianeta, ma ogni sistema solare avrà i suoi pianeti, indipendemente da quale sia la galassia o la stella
RispondiEliminaNico
Nico, non sono un astronomo ma vi viene da dire che dipende da energie e masse in gioco.
RispondiEliminaVe ne sono a sufficienza per formare pianeti? Inoltre vi sono pianeti che non orbitano intorno a stelle, ma che nel loro "vagabondare" potrebbero venire catturati dal campo gravitazionale di un astro.
ricordo la fascia di asteroidi tra marte e la terra.. un pianeta che non si è formato per chissà quali-cazzi..
EliminaNon ci sono al momento navi spaziali in grado di percorrere i 39 anni luce che separano la Terra da quel sistema planetario
RispondiEliminaAbbiamo fatto progressi in tanti settori, ma non moltissimi nella velocità di aerei e navette spaziali.
Gli avanzamenti fatti negli ultimi 200 anni nella capacità di spostarsi velocemente sono stati impressionanti, ma sono ancora scarsi rispetto alle profondità del cosmo.
39 anni luce che ci separano da Trappist-1 sono un po' troppi: la tecnologia delle vele a propulsione laser è ancora da sviluppare e consideriamo che ci vorrebbero 400 anni per raggiungere quel sistema planetario, più 80 perchè il segnale torni indietro.
Mezzo millennio in tutto: non è fattibile!
Serve una tecnologia completamente diversa
Spostarsi nel raggio di 100 anni luce, ma per distanze superiori serve una fisica completamente diversa.
L'unica ipotesi teorica è quella basata sui cunicoli dello spaziotempo previsti dalle equazioni di Einstein, i cosiddetti wormhole.
Pianeti distanti come quelli di Trappist-1 potrebbero essere raggiunti nel momento in cui si trovasse il modo di viaggiare nei cunicoli dello spaziotempo.
Bisogna superare barriere tecnologiche, riuscire a creare i cunicoli dello spaziotempo, stabilizzarli e controllarli.
Il Futuro è Oggi.
Interessante il satellite che misurerà la pressione al suolo di un esopianeta.. mi piacerebbe sapere come fa...
RispondiEliminaFrancesco Molinaro ciao!concordo sul fatto che noi non possiamo neanche minimamente pensare di viaggiare alla velocità della luce...il corpo umano non può...pensare a qualcosa di totalmente diverso come i wormhole non è fattibile ora come ora ma credo anche mai...paradossalmente con i wormhole viaggeresti più veloce della luce ma il problema è che se per te è passato un secondo sulla terra......sulla terra?non ci sarebbe più la terra ne tanto meno l'universo che conosciamo ...la relatività di Einstein ci dice che V=spazio/tempo quindi se annulli lo spazio hai un tempo infinito che è trascorso...il che ci porta a pensare che se esistesse un wormhole e ci riuscissimo ad entrare non arriveremmo da nessuna parte perché quello che conosciamo non esisterebbe più...quindi credo che dovremo limitarci a creare dei telescopi migliori per capire come sono fatti questi mondi alieni e iniziare ad arrivare su Marte...Ciao!
RispondiEliminaPenso che non dobbiamo noi viaggiare alla velocità della luce, dobbiamo fare più chilometri di quanto ne farebbe la luce. come? Contraendo lo spazio e creando una massa che piega lo spazio tempo,ma naturalmente la tecnologia per fare questo per adesso non esiste
RispondiEliminaUn saluto
Nico
Ciao Nico,credo che mai riusciremo in tale proposito...non è questione di tecnologia ma è questione di natura...non comprenderemo mai l'universo,come si è creato è come è fatto e non avremo mai la possibilità di mettere insieme una tale energia per piegare lo spazio tempo...le onde gravitazionali sono praticamente questo e se c'è voluto lo scontro tra due buchi neri per crearne di rilevabili non vedo come l'uomo possa raggiungere e stabilizzare una tale energia...dovremmo essere umili e accettare la nostra natura...a mio avviso l'uomo come essere vivente è destinato a sparire ma lascerà in eredità la tecnologia e le macchine o meglio la IA...in un futuro molto lontano ci saranno solo macchine...questo è il mio pensiero...l'unico modo che abbiamo per uscire dal nostro sistema solare è quello di mandare macchine intelligenti che non hanno le limitazioni biologiche dell'uomo...ma se anche trovassimo il modo di farle viaggiare alla velocità della luce avremmo il problema della relatività...per noi secoli per loro anni...quindi?un trip mentale...:))
EliminaMax perchè sei così pessimista?
EliminaTu scrivi che: "non avremo mai la possibilità di mettere insieme una tale energia per piegare lo spazio tempo...le onde gravitazionali sono praticamente questo e se c'è voluto lo scontro tra due buchi neri per crearne di rilevabili non vedo come l'uomo possa raggiungere e stabilizzare una tale energia..."
Ma non sarei così pessimista
Conosci per esempio l’acceleratore del Cern di Ginevra?
Ogni anno servono 1,3 terawattore di energia elettrica, equivalente ai bisogni annuali di elettricità di 300.000 abitazioni.
Oggi abbiamo a che fare con uno strumento che ci consente di vedere l’invisibile, tempi e mondi mai visti prima e nulla sarà come prima: Lhc, Large Hadron Collider, l’acceleratore del Cern di Ginevra.
Consente di produrre fino a 1 miliardo di collisioni al secondo. Tutto questo per scoprire nuove frontiere della fisica.
L’asimmetria tra materia e antimateria..
L’attesa è finita. La macchina è in funzione, meglio e più potente di prima, ci vorranno anni, come ci sono voluti per il bosone di Higgs, oggi alcuni dichiarano che esiste la possibilità che nel corso delle collisioni si generi una particella imprevista, onnivora, che divorerà la materia, trasformando tutto e tutti in energia. Altri hanno parlato della formazione nella pancia di Ginevra di un BUCO NERO che risucchierà, anche in questo caso, tutto e tutti.
Stephen Hawking disse nel capitolo 6 della sua Breve Storia del Tempo che il fisico John Wheeler una volta calcolò che una bomba all'idrogeno molto potente, costruita usando il deuterio contenuto in tutta l'acqua esistente sulla Terra, avrebbe potuto generare ugualmente un tale buco nero.
Insomma mio caro Max, oggi nel 2017 credo che possiamo iniziare ad ammettere che come scrivo spesso:
"IL FUTURO E' GIA' OGGI"
Francesco Molinaro, concordo in pieno con la tua analisi, sono consapevole delle difficoltà che ci sono ma con una continua evoluzione tecnologica sono positivo, io non penso di vedere tale tecnologia, ma le future generazioni spero potranno vederla
EliminaIL FUTURO È GIÀ OGGI
Nico
Caro Nico oggi sembra che attraversare il tempo è possibile con i dispositivi basati sulle nanotecnologie. E' in via di pubblicazione sull'International Journal of Modern Physics D, e darà luogo ad un esperimento condotto in Italia, presso l'università di Napoli Federico II. "Abbiamo realizzato il prototipo".
EliminaI cunicoli dello spaziotempo erano stati previsti negli anni '30 da Albert Einstein e Nathan Rosen.
Dopo la strabiliante scoperta ha riferito Salvatore Capozziello -dell’università Federico II di Napoli, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e presidente delle Società Italiana di Relatività Generale e Fisica della Gravitazione (Sigrav)- che si sta aprendo un nuovo mondo per la ricerca.
URL: http://napoli.repubblica.it/cronaca/2017/03/18/news/primo_prototipo_di_wormhole_per_i_viaggi_nel_tempo-160832221/?refresh_ce
Caro Nico "IL FUTURO E' GIA' OGGI".
"Attraversare il tempo"... Francesco, come ho già detto molte volte non ti fermare ai titoloni di Repubblica, ma fai verifiche oggettive andando alla sorgente della notizia.
EliminaPoi prova a cercare info su applicazioni pratiche, tempi, costi, necessità energetiche...
Nessun wormhole è stato riprodotto in laboratorio, nemmeno in scala ridotta. Lo studio è disponibile online ed è stato pubblicato sul sito di ArXiv, basta leggerlo: i ricercatori hanno costruito un sistema fisico di foglietti di grafene, questo per trarne un modello in grado di imitare il comportamento di un wormhole, ovvero di un tunnel spazio-tempo. Tutto quel che viene messo in gioco sono correnti di densità elettronica. Perché agenzie e principali testate italiane ci vedono dei viaggi nel tempo? Perché leggiamo di "cunicolo spazio-temporale"? La prima frase dell'abstract è sufficiente a capire l'equivoco, senza necessariamente addentrarci nel complesso linguaggio degli addetti ai lavori:
EliminaProponiamo un modello che descrive l'evoluzione della corrente di elettroni di densità libera nel grafene.
continua su: http://scienze.fanpage.it/creato-tunnel-spazio-tempo-in-laboratorio-e-solo-un-modello-in-grafene/
http://scienze.fanpage.it/
Cari Sergio & Alex purtroppo anche questa volta mi sono fatto prendere inutilmente dall'entusiasmo..
Eliminascusate.
Ciao Max capisco il tuo scetticismo, però ci sono alcuni scienziati e fisici, ti faccio un nome in particolare Miguel Alcubierre, che non la pensano cosi, guarda i suoi studi sul suo sistema di propulsione harp drive; anche io non sono certo di tutto ciò, ma a priori non escludo nulla
RispondiEliminaUn saluto
Nico
Dopo aver letto tutti i post e aver letto quello di Nico dove faceva il nome di Alcubierre(di cui avevo già letto qualcosa ma dimenticato) ho deciso di andare a ripassare un po' il tutto leggendo svariati articoli.Dopo un po' che si legge si capisce che l'equazione di Alcubierre ha un certo riscontro anche tenendo conto della relatività di Einstein ma ci sono molte sfumature che "aggirano" la relatività per far stare in piedi tale equazione.Dicendo che non sono un fisico o un matematico o uno scienziato e quindi non posso entrare nel dettaglio credo che questo approccio per muoversi nello spazio sia la strada da seguire anche perché l'unica possibile per ora ma,e c'è un ma,sono sempre dell'idea che saranno le macchine ad andare nello spazio e non l'uomo...sicuramente i viaggi interstellari con un motore a curvatura spazio temporale (sempre che sia fattibile)sono una prospettiva allettante ma vorrei ricordare anche che entrando in questo mondo si arriva a parlare a livello quantistico e quando si parla di quanti si parla di un'altra natura,non quella che governa la natura umana,ma quella dell'impossibile che diventa possibile...un quanto può esistere contemporaneamente in due "posti",lo stesso quanto non un doppione,e questo trova riscontro finché si sta in quel mondo...quando si entra nella nostra natura cambia tutto,le leggi che governano il mondo quantistico non valgono per il mondo macroscopico che è la nostra natura.Con questo voglio dire che pur teorizzando il motore a curvatura e senza scontrarsi con la relatività rimane il problema dell'uomo...come se fosse di troppo nel senso che si può avere la teoria che funziona ma quando la su crea all'interno dell'equazione non è contemplata la presenza umana...Io adoro tutto questo,davvero,ma mi metto un attimo a dubitare sulla possibilità per l'uomo di fare certe cose...mi domando se noi siamo stati creati per governare l'universo...a volte mi sembra che ci sopravvalutiamo mentre altre mi sorprendo vedendo che l'uomo ha creato la matematica e la fisica e che queste funzionano,hanno riscontro per descrivere quello che accade non solo sulla terra ma anche nel cosmo e rimango meravigliato da quello che possiamo fare.Forse l'unica cosa che mi frena è il fatto di sapere che non vedrò mai qualcosa del genere realizzarsi e preferisco pensare all'uomo su Marte...per questo evento spero di avere la fortuna di assistere.Un saluto a tutti e scusate se mi sono dilungato!Ciao...
RispondiEliminaUn giorno il genere umano uscirà dal sistema solare , ma non in questo secolo .
RispondiEliminaAnche il Telescopio Kepler immortala il sistema planetario Trappist-1: i particolari della scoperta.
RispondiEliminaSi tratta di un passo davvero importante per indagare a fondo sulle caratteristiche delle orbite e soprattutto del pianeta più lontano dalla stella.
Kepler che l’ha osservato per ben 74 giorni di fila, dal 15 dicembre 2016 al 4 marzo 2017.
I pianeti di Trappist-1 potrebbero ospitare la vita
RispondiEliminaSono rocciosi e ricchi di acqua
Ad un anno dalla loro scoperta le caratteristiche di questi pianeti ricordano quelle del Sistema Solare e TRAPPIST-1e, il quarto dalla sua stella, potrebbe essere molto simile alla Terra
Nello studio sono state fatte delle stime più precise della massa, del raggio e della densità dei pianeti, ricavando più informazioni sulla loro struttura.
URL: http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/spazio_astronomia/2018/02/05/i-pianeti-di-trappist-1-potrebbero-ospitare-la-vita_f40f3c59-afb2-4ead-bf6b-e5dd3ab68dda.html
.. la scoperta è avvenuta grazie a una nuova campagna di osservazioni con il telescopio spaziale Hubble.
EliminaLa scoperta, pubblicata su "Nature Astronomy", è che nei primi tre pianeti considerati, compresi nella zona abitabile, si può escludere la presenza di un'atmosfera ricca d'idrogeno, mentre non è escluso che ci sia nel quarto pianeta, che si trova sul bordo esterno della regione abitabile.
La mancanza di idrogeno nelle loro atmosfere supporta ulteriormente le teorie sulla natura 'terrestre' dei primi tre pianeti.
"Questa scoperta è un passo importante verso la conferma della presenza di acqua liquida sulla loro superficie, che potrebbe supportare organismi viventi".
Con la prossima generazione di telescopi, compreso il Webb. potremo andare alla ricerca di elementi e composti più pesanti come carbonio, metano, acqua e ossigeno, che potrebbero mostrare tracce della presenza di vita.
Il pianeta del dottor Spock di Star Trek esiste davvero
RispondiEliminaDistante 16 anni luce, potrebbe ospitare forme di vita
Esiste davvero il pianeta Vulcano, del dottor Spock il vulcaniano nel cui cielo brillano tre stelle, ed è proprio dove la saga di Star Trek lo aveva immaginato: ruota intorno alla stella 40 Eridani A, che è distante 16 anni luce dalla Terra. Ha una massa otto volte superiore a quella della Terra e potrebbe sostenere forme di vita, perché si trova nella zona abitabile del sistema, dove le temperature consentono la presenza dell'acqua liquida. Descritto sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, è stato scoperto dai ricercatori coordinati dall'astronomo Jian Ge, dell'università della Florida, nell'ambito del programma Dharma Planet Survey.
URL: http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/spazio_astronomia/2018/09/19/il-pianeta-di-spock-di-star-trek-esiste-davvero_8dd46cb2-26e7-464a-bd1e-bc03d9233caf.html
VIDEO allegato al mio precedente post QUI:
RispondiEliminahttp://asitv.it/media/vod/v/4952/video/il-pianeta-di-spock-esiste