(Credit NASA/JPL-Caltech/MSSS)
NEWS SPAZIO :- Parliamo del modulo lander EDM Schiaparelli della missione Europea ExoMars2016, di cui si sono persi i contatti poco prima del suo atterraggio sulla superficie di Marte il 20 Ottobre scorso. Vi rimando alla sezione ExoMars del blog per i dettagli
Mentre i dati di telemetria inviati da TGO sono in corso di analisi, la novità oggi è che mentre Schiaparelli era impegnato nella discesa, la sonda Americana MRO (Mars Reconnaissance Orbiter), dall'orbita Marziana ha fotografato la prevista area di atterraggio del lander ESA, con la sua fotocamera di bordo CTX (a bassa risoluzione).
Il risultato lo vedete nell'immagine .gif in alto, una zona della regione Meridiani Planum in cui sono presenti due nuovi segni che si ritiene possano essere collegati proprio al lander Schiaparelli.
L'immagine pubblicata ha una risoluzione di 6 metri/pixel e se confrontata con una precedente foto ripresa a Maggio sempre dalla fotocamera CTX mostra due nuovi 'oggetti' presenti al suolo.
Uno di questi è chiaro e potrebbe trattarsi del paracadute di 12 metri di diametro utilizzato dal lander per frenare la discesa. Il 2° nuovo oggetto è una macchia scura che misura circa 15 x 40 metri e che si trova a circa 1 km a nord dal possibile-paracadute.
Ecco l'area prima
(Credit NASA/JPL-Caltech/MSSS)
e dopo
(Credit NASA/JPL-Caltech/MSSS)
L'interpretazione più probabile è che tale macchia scura sia stata provocata dall'impatto di Schiaparelli, del quale sappiamo che i retrorazzi accesi nelle fasi finali della discesa si sono spenti prematuramente.
Secondo le ultime stime Schiaparelli è stato soggetto ad una caduta libera, dopo lo spegnimento dei propulsori di frenata, da un'altezza tra 2 e 4 km, impattando quindi a forte velocità, maggiore di 300 km/h. Questo spiegherebbe la dimensione relativamente grande dell'estensione della macchia scura individuata dall'orbita.
E' anche possibile che il lander sia esploso all'impatto con il suolo, i serbatoi del propellente dei razzi di frenata erano molto probabilmente pieni.
Queste sono le analisi preliminari che ovviamente saranno soggette ad ulteriori approfondimenti.
La prossima settimana sarà possibile fotografare l'area con la la fotocamera telescopica ad alta risoluzione HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment) e dare quindi un'occhiata più precisa. Forse sarà possibile individuare anche lo scudo termico.
Le due macchie localizzate da MRO si trovano a longitudine 353,79° Est e a 2,07° Sud di Latitudine, a circa 5,4 km ad ovest del punto di atterraggio previsto per Schiaparelli, ben all'interno quindi dell'ellisse di atterraggio programmata di 100 x 15 km. La vedete nella figura qui sotto
(Credit Main image: NASA/JPL-Caltech/MSSS, Arizona State University; inserts: NASA/JPL-Caltech/MSSS)
Per quanto riguarda l'orbiter TGO, esso è in ottima forma ed è attualmente in orbita intorno a Marte a 101.000 km x 3.691 km rispetto al centro del pianeta. Il periodo orbitale è di 4,2 giorni.
Restiamo in attesa di aggiornamenti dal team di missione.
Fonte dati, ESA.
Lo so che la missione non é un fallimento, ma a me mette troppa tristezza.
RispondiEliminaAnche per Philae i retrorazzi non hanno funzionato bene, doppia tristezza
EliminaPeccato, probabilmente è andato in mille pezzi se non esploso nell'impatto col suolo
RispondiEliminaNico
Prima che un uomo mette piene su Marte ne passerà di tempo.
RispondiEliminama .... come fa' ad esplodere se non c'e' atmosfera?
RispondiEliminaSulla luna non c' è atmosfera, su marte qualcosa c' è, i serbatoi del lander dovevano essere ancora pieni, quindi potrebbe essere esploso o almeno penso. Sergio cosa ne pensi?
RispondiEliminaNico
Il lander Schiaparelli ha (aveva) tre serie di motori di frenata, piccoli razzi alimentati da un unico propellente, l'idrazina.
RispondiEliminaLa dotazione di EDM prevedeva tre serbatoi di propellente che al lancio contenevano 15 kg di idrazina ciascuno. A ciò si aggiunge anche un serbatoio ad alta pressione di elio (15,6 litri alla pressione di 170 bar) usato per mantenere i serbatoi di propellente alla pressione operativa.
L'elio spinge, alla giusta pressione, l'idrazina nelle linee di alimentazione e verso la camera di combustione dei motori. Da qui il propellente viene infiammato per generare la spinta.
Per quello che ne sappiamo quasi tutta l'idrazina è arrivato al suolo, considerato che i propulsori di EDM sono rimasti accesi solamente 3 o 4 secondi, alla velocità di circa 300 km/h. Un bell'impatto che direi che possa essere stato sufficiente a provocare l'esplosione dell'idrazina.
Tra l'altro la macchia scura associata a Schiaparelli, la vedete nelle foto del post, è di circa 40 metri di diametro, di contro ai 2 metri di diametro del lander stesso, un po' troppo grande se fosse stata causata solamente da un impatto meccanico.
Grazie Sergio, ottima spiegazione, lo sospettavo
RispondiEliminaNico
Si pensa che il motivo del fatto che non sia riuscito ad atterrare e perché era troppo leggero http://www.lastampa.it/2016/10/26/cronaca/schiaparelli-si-schiantato-perch-era-troppo-leggero-le-ipotesi-sul-fallimento-della-missione-UJW8IIt4pzf3hya9d3tB6I/pagina.html
RispondiEliminaNo, la sonda non era troppo leggera. L'articolo mi sembra un po' confuso, sia nel titolo che nel contenuto.
EliminaAlex, ho qualche notizia su Schiaparelli. Nei prossimi giorni potrai leggere un post di aggiornamento.
EliminaCapisco allora aspetterò le news :)
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