(Credit NASA)
NEWS SPAZIO :- Edizione di Agosto e Settembre per YOU SPACE, l'ambiente free and easy in cui chiunque può condividere e proporre argomenti di discussione, articoli, segnalare link e notizie, ecc. ecc., senza timore di andare off-topic. Naturalmente sempre riguardanti lo spazio e l'astronautica.
Questa intro resta abbastanza uguale nel tempo, così come le "regole di ingaggio", giusto per "fare le cose per bene", con rispetto e civiltà.
REGOLE DI INGAGGIO
Per prima cosa potete condividere qualunque argomento, purché abbia qualche attinenza con lo spazio.
Per dare maggiore spessore e credibilità ai vostri interventi vi invito a citare e linkare le fonti originali. Mi piacerebbe che fossero nella forma di una breve descrizione seguita dal link di riferimento, ma non è obbligatorio.
E' fondamentale poi mantenere un atteggiamento educato, civile e rispettoso verso tutti.
Non si tratta di una corsa a chi posta prima un link, per cui vi inviterei ad aspettare un po', può essere benissimo che per la notizia che avete trovato io stia già preparando un post dedicato.
Così come può anche essere che alcuni argomenti già introdotti da voi in questa sezione possiate poi ritrovarli affrontati in un post su NewsSpazio (magari perché mi serve più tempo per scrivere un articolo).
E non si tratta nemmeno di una corsa a chi pubblica di più. All'inizio potrebbero essere sufficienti pochi link, in modo da stimolare una discussione su quei temi e non disperdere gli interventi.
Detto questo, Enjoy YOU SPACE!
Salve a tutti,
RispondiEliminase cercate su google "volo senza paracadute" trovate subito l'impresa di Luke Aikins.
Secondo voi è immaginabile (e utile...) un rientro d'emergenza dallo spazio, per astronauti, che preveda di atterrare in un'enorme rete?
Buone ferie a tutti! ;)
Certo che si, l'immaginazione può farlo.
EliminaUtile?
Fattibile?
Forse anche si, in determinate condizioni e con equipaggiamento adatto.
Basterebbe disseminare una vasta area del pianeta ...
- magari potremmo escludere i poli, poco utili all'uopo, lasciamoli liberi ed aperti in accoppiata ai buchi nell'ozono -
... con una array continuo di reti fatte in quel modo solo per gli astronauti, ben protetti con la loro tuta.
Se non sono morti o svenuti dopo la separazione d'emergenza dal veicolo che li ospitava ad alta quota, se non già in orbita, sarebbe anche possibile che funzioni bene come con quel coraggioso pazzo che ancora un po' usciva dalla corretta traiettoria e mancava il pur ampio target.
Vedo difficile mettere o spostare rapidamente una singola rete per raccogliere gli astronauti come in un gigantesco gioco spaziale, nel punto di impatto, ma si potrebbe chiedere consulenza a degli esperti, a quelli di un circo.
Forse anche coprire l'intero pianeta è piuttosto difficile e costoso oltre che pazzesco.
Tutti gli oceani, le montagne le città?
Per poter essere sempre ed ovunque funzionante alla bisogna, mmh . .. ..... Immagino di no.
Non lo riesco ad immaginare.
No, meglio lasciar perdere.
Affidiamoci ai più tradizionali sistemi già collaudati e a quelli futuri ancora da collaudare che prevedono un più affidabile sistema di sgancio rapido con cabina eiettabile o navicella di salvataggio, se sono già in orbita.
Le mie più vive congratulazioni a quel temerario, leggermente squilibrato.
Ciao Filippo, sì ho letto della spericolata avventura di Aikins.
EliminaUn rientro d'emergenza dallo spazio - adesso - è pianificato a bordo delle capsule Russe Soyuz, sempre attraccate alla Stazione Spaziale Internazionale.
Pensare ad un astronauta che possa rientrare dallo spazio senza un veicolo spaziale, in "autonomia", è però tutta un'altra cosa. Avevo letto tempo fa di studi su nuovi materiali che potrebbero portare alla realizzazione di tute da indossare che consentirebbero proprio di rientrare dall'orbita. Ma per ora si tratta solo di studi.
Il punto fondamentale è l'energia. Aikins si è lanciato da 7000 metri da un aereo la cui velocità di crociera non supera le poche centinaia di km/h, ed ha smaltito la sua energia cinetica e potenziale con molta facilità.
Un astronauta che uscisse, ad esempio, dalla ISS per rientrare in autonomia, avrebbe la stessa velocità iniziale della ISS stessa, circa 28.000 km/h, velocità necessaria per restare in orbita. E questa è tanta tanta energia cinetica. Aggiungi poi anche l'energia potenziale gravitazionale che da 400 km è anche lei da dissipare per compiere un atterraggio "soft".
Iniziata la discesa, non appena in contatto con l'atmosfera Terrestre, ecco che la resistenza dell'aria sempre più densa frena la caduta e genera tanto calore. Si raggiungono temperature superiori a 1000°C. Un astronauta in rientro autonomo deve poter sopravvivere a tutto questo. Supponendo che la tuta che indossa dia le stesse protezioni termiche dello scudo termico della Soyuz, una volta entrato in atmosfera la sua velocità diminuirebbe e potrebbe anche arrivare ai circa 200 km/h, equilibrio tra peso ed attrito dell'aria. A quel punto occorrerebbe orientarsi e guidare la discesa verso la rete.
Ma tutto sommato è più facile avere un paracadute, che consentirebbe al nostro astronauta di atterrare in qualunque punto del globo, piuttosto che tentare di centrare una grossa rete.
In fondo anche gli astronauti dello space shuttle avevano in dotazione un paracadute nella loro tuta di volo (quella bellissima tuta arancione).
Inoltre i paracadute possono azionarsi anche in automatico, nel caso in cui l'astronauta perdesse i sensi. Ed in tal caso non potrebbe certo guidarsi verso la rete.
Comunque è interessante l'ipotesi di nuovi materiali resistenti al calore estremo. Potrebbero contribuire a realizzare veicoli spaziali migliori. E' anche con queste idee molto "estreme" che si generano nuove intuizioni per fare ricerca.
Ciao e buone vacanze anche a te!
1 di 2
RispondiEliminaNel 2018, SpaceX potrebbe diventare la prima azienda privata a far atterrare il proprio veicolo spaziale su Marte. Ma non ha intenzione di farlo da sola.
La NASA vuole vedere se la tecnologia di atterraggio di SpaceX potrà portare gli astronauti su Marte, e per scoprirlo, ha promesso di aiutare l'azienda privata ad inviare la capsula senza equipaggio verso il pianeta rosso.
Mentre SpaceX finanzierà e costruirà la capsula Red Dragon e il razzo Falcon Heavy che servirà a lanciarla (sostanzialmente formata da una tripletta degli attuali Falcon, uniti a formare un'unità piatta), la NASA avrà il ruolo di supporto nella missione, fornendo le strutture di comunicazione del suo Deep Space Network - una rete di radio telescopi in California, Spagna e Australia - che permette alla NASA di essere in costante contatto con tutti i suoi veicoli spaziali, nonostante la rotazione terrestre.
Metterà anche a disposizione gli esperti di navigazione interplanetaria del Jet Propulsion Laboratory per tracciare la traiettoria verso Marte.
Jim Reuter, vice amministratore associato per i programmi in tecnologia spaziale Mission Directorate della NASA, ha detto che gli ingegneri del governo aiuteranno SpaceX anche a selezionare un sito di atterraggio adatto, ad analizzare il sistema di ingresso, discesa e atterraggio di Red Dragon, ed a rivedere l'autonomia, la tolleranza ai guasti, interoperabilità e la qualificazione agli approcci ...
La NASA aiuterà anche a individuare un sito di atterraggio adatto per il Red Dragon e aiuterà a impedire che vengano imbarcati microbi terrestri che sarebbero indesiderati ospiti sulla Red Dragon e contaminerebbero un possibile ecosistema su Marte, da scongiurare come già previsto da un trattato internazionale.
In totale la NASA ha stimato che spenderà circa $ 32 milioni di dollari per questa missione, per ore del personale e analisi tecnica - un discreto affare considerando che l'agenzia spaziale conta di imparare una nuova tecnologia di atterraggio da tutto questo.
Il Red Dragon accenderà dei retrorazzi per tentare l'atterraggio morbido su Marte - qualcosa che non è mai stato tentato prima per un veicolo spaziale così grande e pesante.
Peserà tra 8 e 10 tonnellate.
Si stima che SpaceX spenderà invece circa 10 volte tanto, $ 300 milioni di dollari per far questo.
2 di 2
RispondiEliminaPer fare un confronto, la NASA ha speso ben $ 2,5 miliardi sul rover Curiosity con il suo metodo di atterraggio che ha depositato 1 tonnellata ed il prossimo Mars rover della NASA, da lanciare nel 2020, utilizzerà la stessa combinazione di paracadute, propulsori retro-razzi e la "gru dal cielo" ("sky crane") come sistema di discesa, ma non sarà possibile usare questo sistema per depositare i grandi e pesanti veicoli che porteranno le varie forniture di hardware e gli astronauti.
Gli ingegneri vogliono allontanarsi dall'uso di paracadute per i carichi pesanti, avevano condotto nel 2014 e 2015 dei test nella stratosfera con grandi paracadute di nuova generazione per capire se era possibile usarli per scendere su Marte, ma con scarso successo.
I propulsori SuperDraco della sonda Red Dragon, montati in coppia su 4 parti esterne della capsula, sostituiranno la funzione svolta dai parcadute. Si accenderanno a velocità supersonica dopo che la navicella avrà attraversato la parte più calda della sua entrata nell'atmosfera di Marte.
Poi delle gambe si apriranno appena prima di toccare il suolo.
Ci rendiamo conto che sarà una missione ad alto rischio, ha detto Gerstenmaier (amministratore associato della NASA per l'esplorazione umana).
Ed è anche ad alto rischio farla proprio in quella data di lancio, ma vale la pena provare.
Le opportunità di lancio verso Marte si verificano ogni 26 mesi, e la finestra di lancio prossimo si apre a maggio 2018.
Se SpaceX manca questa possibilità, la successiva finestra di Marte sarà disponibile a luglio-agosto del 2020.
Se tutto va bene, la missione Red Dragon aprirà la strada per portare persone su Marte, che potrà poi continuare sia con la NASA che con SpaceX.
Tratto e tradotto da
NASA spells out support for SpaceX’s Red Dragon Mars mission di Spaceflight Now e
HOW SPACEX AND NASA WILL WORK TOGETHER TO PUT A DRAGON ON MARS di Popular Science
http://spaceflightnow.com/2016/07/29/nasa-spells-out-support-for-spacexs-red-dragon-mars-mission/
http://www.popsci.com/how-nasa-and-spacex-will-work-together-to-put-dragon-on-mars
La vita su Terra è 'prematura', in anticipo sul 'baby boom cosmico'
RispondiEliminaSecondo i calcoli il nostro pianeta è anomalo
Secondo i ricercatori, guidati da Avi Loeb, la vita così come la conosciamo è diventata possibile 30 milioni di anni dopo il Big Bang, quando le prime stelle hanno 'nutrito' il cosmo con gli elementi necessari, quali carbonio e ossigeno. E' stato innescato allora un processo che si prevede possa durare ancora 10.000 miliardi di anni, ossia fino a quando le ultime stelle moriranno. In questo arco di tempo, però, non tutte le stelle sono in grado di generare pianeti capaci di dare origine alla vita.
URL: http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/spazioastro/2016/08/03/la-vita-su-terra-e-prematura-in-anticipo-sul-baby-boom-cosmico-_4c01ab13-b2cb-4ab5-95a5-874326c8bcc0.html
????? Non ho capito perchè il nostro caso dovrebbe rappresentare un'anomalia. Rispetto a cosa?
EliminaMassimo
Rispetto a calcoli "ipotetici" per far nascere la vita almeno come noi la conosciamo, vicino a soli o troppo caldi o troppo grandi, ma approfondisci meglio leggendo tutto il link da me postato.
EliminaSpiego meglio cosa penso. Parliamo di probabilità statistica, per cui ciò che non capisco è in rapporto a cosa si ipotizzi che in un futuro dovrebbe aumentare la probabilità che in sistemi con astri simili al nostro con pianeti che presentano condizioni simili alla Terra si sviluppi la vita. Cosa c'è oggi che frena questa possibilità e che renderebbe la Terra un caso anomalo, visto che allo stesso tempo si afferma che la vità è diventata possibile praticamente da subito?
EliminaIl punto è aumento delle possibilità. Dovrebbe esserci quindi una variabile scatenante per cui lo sviluppo della vita diventi più probabile rispetto ad adesso.
Che ne so, per esempio potrebbe ipotizzarsi che l'universo col passare del tempo aumenti la velocità di formazione di nuovi stelle-sistemi, per cui avremo maggiori stelle, quindi maggior numero di possibili pianeti con vita (es. oggi 1 miliardo di stelle -> 10 pianeti con vita, domani 10 miliardi di stelle -> 100 pianeti con vita), ma non mi pare si parli di questo.
Forse l'unica variabile è proprio la notizia riportata così com'è, in maniera disinvoltamente giornalistica, e che ne dà una connotazione molto speculativa, almeno per come la percepisco soggettivamente io; sono certo che lo studio è molto più complicato di come viene presentato nell'articolo che tu hai segnalato.
Massimo
Qui sotto trovate l'articolo dei ricercatori che verrà pubblicato
Eliminahttp://arxiv.org/pdf/1606.08448v2.pdf
Una sua attenta lettura smorza i toni da scoop dell'Ansa, descrivendo bene il contesto entro cui lo studio "teorico" è stato effettuato.
Grazie Sergio!
EliminaTra la roba dell'ansa e l'articolo accademico c'è un vero abisso.
Massimo
Non trovando la vita nell'universo provano a cercare la "morte" ma intesa come ex civiltà estinta.
RispondiEliminaSCIENZA: ALLA RICERCA DELLE APOCALISSI ALIENE
Ed ecco SEETI (Search for Extinct Extraterrestrial Intelligence, ricerca di vita extraterrestre intelligente estinta).
Lo studio SEETI si basa su tecniche messe a punto per la prossima generazione di telescopi affinché siano in grado di rilevare bio-firme extraterrestri che indichino la possibile esistenza di vita aliena. Ad esempio, se nell’osservare un esopianeta notassimo che l’ossigeno nella sua atmosfera viene alimentato in continuazione, ciò potrebbe indicare la presenza di organismi fotosintetici. Ma non è questo che cerca il SEETI. Anziché sulle tracce di vita infatti, la ricerca si concentra su quelle di morte, ovvero su quegli elementi che indichino distruzione su scala planetaria.
“È possibile che, nel tempo, la prima testimonianza di intelligenza extraterrestre potrebbe arrivarci da ciò che resta di una civiltà meno prudente”, conclude lo studio SEETI. “Se così fosse, queste informazioni non ci regalerebbero solo conoscenza, ma anche saggezza”.
URL: http://emanuelepunzo.netsons.org/scienza-alla-ricerca-delle-apocalissi-aliene/
Che macabra. Mi aspetto che da un momento all'altro spunti fuori Zio Tibia!!!
RispondiEliminaMassimo
C'é un'altra Terra relativamente anche "vicina" a noi
RispondiEliminaURL: http://www.blueplanetheart.it/2016/08/20/ce-unaltra-terra-intorno-a-proxima-centauri-la-stella-piu-vicina/
Gira da un po' la notizia, ma ad oggi tutto si riduce solamente ad indiscrezioni di una fonte anonima, intervistata dal Der Spiegel.
EliminaA me questo NON basta!
E' fondamentale verificare le fonti prima di scrivere. I media "ufficiali" ci vivono sulle indiscrezioni, ne costruiscono scoop ad arte, ma questo blog va nella direzione opposta.
Prima si verifica e poi si scrive.
"Prima si verifica e poi si scrive" suona come balsamo per le mie orecchie :-)
EliminaMassimo
Caro Sergio ho verificato, e ben 3 giorni dopo aver scritto io qui, media.inaif ha riportato un approfondimento sul pianeta Proxima B
Eliminahttp://www.media.inaf.it/2016/08/24/proxima-centauri-pianeta-vicino/
Sì, infatti ieri è stata data notizia dall'ESO. Sto infatti scrivendo un articolo al riguardo. Adesso vi è un riscontro oggettivo della notizia, direttamente dall'ente di ricerca che ha fatto la scoperta. Nei giorni scorsi si trattava di ipotesi senza un riferimento certo.
EliminaVero Sergio, e scusate..
RispondiEliminaPrima verificheró e Poi scriveró.
Nessun bisogno di scusarsi Francesco... :)
EliminaDisegno in fase di ultimazione da parte russa: così potrebbe apparire la nuova navetta cargo russa più grande e pesante, che, dopo il 2020, sostituirebbe l'attuale Progress adibita ai vari rifornimenti dell'ISS.
RispondiEliminaLa novità più importante proposta sarà il cluster di sei serbatoi per trasportare più di 1,8 tonnellate di propellente alla Stazione.
Allo stesso tempo questo avrebbe la funzione sia di nave cisterna per rifornire la Stazione Spaziale Internazionale che di alimentazione del proprio sistema di propulsione.
Come risultato, il nuovo design fornisce significativi risparmi di massa rispetto alle attuali navi Progress, che necessitano di due serie separate di cisterne per il rifornimento e le manovre.
Sarà possibile lasciarla agganciata all'ISS per un anno e volare in missioni solitarie della durata massima di un mese.
Una sezione cargo pressurizzato con un volume interno di circa 18 metri cubi ospiterà circa 2,4 tonnellate di cibo, vestiti e altre forniture per i cosmonauti, tra cui 400 chilogrammi di acqua e più di 50 kg di aria.
Se, come sembra, dal prossimo marzo l'equipaggio russo avrà un astronauta in meno, nel 2018 potrebbe tornare temporaneamente a tre persone, quando si prevede che i cosmonauti dovranno eseguire un gran lavoro al di fuori della Stazione per integrare il nuovo modulo polifunzionale previsto per il lancio alla fine del prossimo anno.
Oltre a quest'ultimo progetto di navetta cargo, gli ingegneri russi stanno anche prendendo in considerazione il concetto di un veicolo da carico ancora più grande, che avrebbe bisogno, per essere lanciato, della nuova generazione di razzi russi Angara.
La Cina mostra le immagini e fornisce alcuni dettagli sulla sua futura, prima missione marziana con un rover su Marte.
RispondiEliminahttp://news.xinhuanet.com/english/2016-08/24/c_135627828.htm
http://www.reuters.com/article/us-china-space-mars-idUSKCN10Z07B
Deve anche lei il prima possibile conquistarsi il diritto di stabilire una base per un possibile insediamento, prima che altri glielo neghino.
Nell'ultimo trimestre di quest'anno ... vedo che siamo nel 2016, la Compagnia lussemburghese SES sarà orgogliosa di essere la prima a far lanciare il suo satellite SES-10, per la copertura delle comunicazioni in America Latina, diretto in orbita molto alta attorno alla Terra, utilizzando uno dei vettori di SpaceX (primo stadio) che avevano già volato.
RispondiEliminaLo farà il Falcon 9 che per la prima volta in aprile, dopo aver dato il suo indispensabile contributo per inviare una navetta cargo verso la Stazione Spaziale, aveva poi compiuto il suo perfetto rientro controllato sulla nave-piattaforma oceanica.
Attualmente si stima che questo riduca i costi di lancio del 30%, non moltissimo quindi, ma nemmeno poco e, riduzione dei costi a parte, questo porta ad avere una flotta di Falcon 9 sempre pronta, o pronta molto più rapidamente alle richieste di volo dei committenti.
The SES-10 satellite will be flying on the Falcon 9 rocket that SpaceX landed in April
Ottima notizia Cla, ottimo commento!
EliminaVi leggo pedissequamente^_^
Però tu, razza di Simo che non sei altro, manifestati meno raramente, questo spazio è anche tuo, no?! >_<
EliminaAuff!
RispondiEliminaQuesta è brutta e non ci voleva.
Un Falcon 9 che avrebbe dovuto lanciare il satellite Amos-6, è appena esploso durante un test statico a terra in Florida.
WOW!!
RispondiEliminaQuasi incredibile, hanno ritrovato e fotografato la sonda Philae sulla cometa!
Felice di essere stato smentito, mesi fa avevo scritto: non la troveranno mai più.
PHILAE FOUND!
Falcon 9, mistero fitto sul boom, indagini in stallo!
RispondiEliminaIo ci avevo pensato 2 o 3 gg fa: e se questa quasi esplosione (non sembra essere stata un'esplosione vera propria, ma un rapidissimo sviluppo di combustione e fiamme) fosse stata causata da un'elemento esterno al razzo ed anche alla torre di lancio?
Qualche cosa che è ha colpito il missile?
I microfoni hanno registrato un relativamente debole botto, 6 s prima dell'innesco delle fiamme.
Cosa potrebbe succedere, ad esempio, se un proiettile o comunque un piccolo corpo colpisse il razzo a gran velocità in un punto critico?
Si può trattare di un attentato orchestrato o comunque di un atto delinquenziale, dico io?
Comunque sia, la situazione è che ad oggi 9 settembre, dopo una settimana dall'incidente, SpaceX è in serie difficoltà perché non ne ha ancora capito il motivo, nonostante tutti i dati registrati ed in loro possesso e così oggi Elon Musk twitta chiedendo aiuto al pubblico che si trovava nelle vicinanze.
Chiede di poter avere eventuali riprese audio, video e foto per aiutare a far luce sulla vicenda.
http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/spazioastro/2016/09/14/la-via-lattea-traballa-e-potrebbe-rompersi-_6f6f75ac-92f0-4dca-8c36-a404dc99a23c.html
RispondiEliminaHo trovato questo in rete di cui non sapevo nulla...ma quante sonde sono state lanciate nelgi ultimi anni?un po' mi spaventa l'accelerazione del lancio di sonde e telescopi per studiare il sistema solre,la via lattea e le altre galassie...siamo alla ricerca di qualcosa in particolare?...ogni tanto mi pervade la sensazione che non abbiamo ancora molto tempo a disposizione su questo pianeta...parlo di migliaia d'anni...sempre pochi sono su scala temporale galattica...
Troverai domattina qui nel blog il mio articolo sulla missione Gaia, con meno titoloni scoop ad effetto catastrofistico e molta molta più scienza.
EliminaGrazie Sergio!
Eliminahttp://www.focus.it/scienza/spazio/pronta-al-lancio-una-nuova-stazione-spaziale-cinese
RispondiEliminaLanciato il primo pezzo...i cinesi fanno molto sul serio...
Dai un'occhiata alla sezione Cina del blog
Elimina“Progetto Genesis”: ecco come porteremo la vita su altri pianeti
RispondiElimina“La vita è splendida. E mi piacerebbe vederla anche su altri pianeti“: queste le parole di Claudius Gros, docente di fisica teorica alla Goethe Universität di Francoforte, che in una intervista a Repubblica illustra il suo “Progetto Genesis” che vuole portare la vita nel cosmo “contaminando” pianeti di altri sistemi solari con microrganismi terresti.
Per approfondire
http://www.meteoweb.eu/2016/09/spazio-il-fantascientifico-progetto-genesis-ecco-come-porteremo-la-vita-su-altri-pianeti/746263/#G4uVdRovVmHY1umJ.99
“Progetto Genesis”: ecco come porteremo la vita su altri pianeti
RispondiElimina“La vita è splendida. E mi piacerebbe vederla anche su altri pianeti“: queste le parole di Claudius Gros, docente di fisica teorica alla Goethe Universität di Francoforte, che in una intervista a Repubblica illustra il suo “Progetto Genesis” che vuole portare la vita nel cosmo “contaminando” pianeti di altri sistemi solari con microrganismi terresti.
Per approfondire
http://www.meteoweb.eu/2016/09/spazio-il-fantascientifico-progetto-genesis-ecco-come-porteremo-la-vita-su-altri-pianeti/746263/#G4uVdRovVmHY1umJ.99
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaGrazie dell'interessantissima imbeccata, non ne ero a conoscenza.
RispondiEliminaAnche la zona dov'è stato scoperto sembra promettente in prospettiva missioni umane.
Massimo
p.s. - Come mai hai scritto nell'edizione di agosto? Fortuna che l'ho beccato attraverso gli ultimi commenti.
Buona questa, non lo so, lo vedo adesso, volevo metterlo in ottobre, perché le porte di ingresso di novembre sono chiuse, sotto sequestro.
EliminaForse si era spostata la pagina con gli elenchi di You Space durante il caricamento e non me ne ero accorto.
Lo rimetto in ottobre e cancello qui, così almeno torna visibile per un po'.
È interessante questa novella.