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lunedì 30 maggio 2016

BEAM, completata con successo l'espansione del modulo sulla Stazione Spaziale Internazionale, spettacolare video in Time-Lapse


NEWS SPAZIO :- Completata con successo sulla Stazione Spaziale Internazionale l'espansione del modulo BEAM (Bigelow Expandable Activity Module) realizzato dall'azienda Bigelow Aerospace.

Come sapete, dopo il 1° tentativo di Giovedì 26 Maggio interrotto per un problema che aveva impedito l'espansione del modulo BEAM, i tecnici NASA e Bigelow avevano programmato una nuova attività per Sabato scorso.
 E questa volta il 2° tentativo ha avuto successo. BEAM ha completato l'espansione ed ora ha iniziato il suo periodo di test di due anni a bordo dell'avamposto orbitale.

Vediamo un video molto significativo realizzato in time-lapse che ci mostra l'intera sequenza di espansione, un documento molto prezioso.



La nuova attività è durata circa otto ore, durante le quali il centro di controllo a terra e l'astronauta Jeff Williams sulla ISS hanno portato a termine l'espansione di BEAM.

Uno degli aspetti importanti di questo successo è che rappresenta il culmine di 20 anni di sforzi nella direzione della tecnologia dei moduli espandibili, partendo dagli studi NASA per arrivare all'impegno dell'industria privata, fino a raggiungere la Stazione Spaziale internazionale, la nostra casa nello spazio ed un laboratorio orbitale unico per testare nuove tecnologie. Qui sotto trovate un approfondimento su questa tecnologia


Torniamo alle attività di espansione di BEAM. Andate a rivedere quanto effettuato Giovedì scorso durante il 1° tentativo, a questo URL


BEAM si era "mosso" solamente di pochi centimetri.

Le attività di Sabato sono iniziate alle 15:04 ora Italiana, con Williams che ha effettuato una prima immissione d'aria all'interno del modulo della durata di 22 secondi, riportando la pressione al valore assunto Giovedì.

Un successivo impulso d'aria di 8 secondi ha causato l'espansione di alcune cuciture all'interno del modulo, decisamente un buon segno.
In sette ore di attività Williams ha continuato ad immettere piccole quantità di aria. BEAM aveva iniziato ad espandersi crescendo in diametro, ma molto lentamente.
Dopo 20 impulsi d'aria si è registrata un'accelerazione nell'espansione del modulo, completata dopo 25 immissioni d'aria, per un totale di 2 minuti e 27 secondi.


Dopo che BEAM aveva raggiungo le dimensioni volute, Williams ha acceso il BEAM Deployment Controller per pressurizzare il nuovo modulo per raggiungere la stessa pressione della Stazione. Quest'attività è iniziata alle ore 22:34 ed è durata 10 minuti.

Il passo successivo è costituito da 80 ore di controlli per eventuali perdite d'aria (leak check) per verificare la tenuta di pressione del modulo e la sua integrità strutturale.

L'equipaggio farà il suo primo ingresso all'interno di BEAM tra una settimana.

Ecco lo spettacolare video in time-lapse dell'espansione di BEAM



Enjoy!

Immagini, credit NASA TV.

10 commenti:

  1. Zzzzzzz ....

    Siiimo!?

    Ti puoi svegliare!
    È finito.
    La botte è al suo posto.
    Adesso comincia la stagionatura programmata.

    No, no, non chiedermi quanto tempo è passato, non lo so nemmeno io.
    -----
    Piuttosto io mi domando come, a terra, i tecnici Bigelow abbiano condotto i loro test.
    In una apposita camera pneumatica sotto vuoto, a bassa temperatura per simulare le condizioni d'uso nello spazio?
    Da quel poco che ho visto, azzardo dicendo che il problema della difficoltà di espansione sta nella struttura tra le pieghe e le cuciture, con quegli elementi che, anche a causa della eccessiva rigidità del materiale (o scarsa flessibilità), ne ostacolano i movimenti e nella forma delle pieghe stesse.
    Per conto mio tutto questo dovrebbe essere considerato e rivisto.

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    1. Si son d'accordo...
      Sembra un pasta sfoglia, direi che il concept è molto più bello del risultato reale...

      Se non sbaglio poi in condizioni di vuoto non ci dovrebbero essere ostacoli di pressione esterna quindi è proprio un problema di struttura.

      Una mia idea potrebbe essere di dotare ogni inserzione dei "fogli" nella struttura di servomotori pneumatici.

      Potrebbero avere l'effetto delle stecche pneumatiche che sollevano da sole i portabagagli delle auto di lusso appena fai scattare l'apertura, in modo dolce e controllato ma fino a completa distensione.

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    2. hahahahah Ok grazie per la sveglia Cla... se no chissà quanto
      avrei ancora ...zzz...zzzz..zzz

      By Simo

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    3. Marco, secondo me un importante punto di forza di questa tecnologia è la semplicità della sua realizzazione, che sulla terra ma ancor più in astronautica determinano meno oneri finanziari e, evidentemente non è questo ancora il caso, di una sicurezza di dispiegamento del modulo.
      Credo che se effettivamente i 15 mesi di stivaggio hanno determinato il difetto durante pressurizzazione determinando la memoria di forma nel materiale da gonfiare, basterà semplicemente programmare meglio il suo utilizzo...
      Ma ovviamente, QUESTA SICUREZZA POTREMO AVERLA SOLO TESTANDO UN NUOVO MODULO....Z..Z...ZZ.ZZ..ZZZ

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  2. So che hanno ammesso di aver raggiunto la massima estensione ma io mi sono chiesto, appena dopo la sveglia di Cla ovviamente.., quegli ultimi "anelli" ancora nella forma iniziale, quelli per intenderci meglio più lontani dalla ISS, sembrano almeno visivamente uguali alle sezioni non gonfiate..
    Sono parti che rimarranno cosi per un motivo pratico? Tipo un rivestimento maggiore per proteggere la parte più esposta del modulo?

    Alla fine è stato preferito un intervento manuale più sicuro, rispetto a quello automatico che certamente non mi avrebbe fatto... Claudio aut..zzz ..zz..z

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    Risposte
    1. Forse non ti sei svegliato ancora del tutto, "sento" e vedo ancora dei ronzamenti, o forse non capisco io, ma a cosa ti riferisci per sezioni non gonfiate Simo?
      A destra, verso l'esterno ci sarebbe la parte non gonfiata con i 3 anelli dorati, mentre a sinistra, fino all'innesto con l'ISS, è tutto abbastanza gonfio.

      Ad ogni modo, la parte esterna a forma conica con gli anelli dorati, secondo me, resterà così e io la interpreto come il coperchio della "botte" BEAM, un coperchio che mi ricorda una Patella caerulea, quella conchiglia che ospita il mollusco gasteropode che si attacca sugli scogli o su altre superfici dure come il cemento.

      Giusto?

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    2. Simo penso proprio che abbia ragione Claudio. Anche io inizialmente mi aspettavo un'estensione ulteriore della parte "più a destra" con i 3 anelli dorati, però, guardando meglio, penso che quella parte sia realmente rigida. È più simile ad un "tappo" rigido che racchiudeva e proteggeva la parte espandibile. Comunque sono già in progetto due moduli B330 da lanciare ipoteticamente nel 2020 come prossimo passo, e (spero) da agganciare alla ISS. Sempre che questi due anni di sperimentazione procedano senza intoppi.
      Marco

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    3. Ok grazie per il chiarimento.
      Marco il modulo B330 è mostruonamente gigantesco^_^, non vedo l'ora di assistere al sua trasformazione...

      By Simo

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    4. Io trovo ancor più gigantesco il BA 2100 con un volume pressurizzato di 2.250 metri cubi, rispetto ai 837 metri cubi del volume di tutta la Stazione Spaziale Internazionale. Con un solo lancio SLS sarebbe fattibile.
      Ma questa è (quasi) fantascienza per ora. :D

      Marco.

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