(Credit ESA)
NEWS SPAZIO :- Tiriamo un sospiro di sollievo, il satellite ESA GOCE (Gravity field and steady-state Ocean Circulation Explorer) è rientrato ieri notte 11 Novembre intorno alle 01:00 ora Italiana disintegrandosi a contatto con l'atmosfera Terrestre con detriti che hanno raggiunto i cieli nella regione più a sud dell'Oceano Atlantico, non lontano dalle Isole Falkland.
Nessun danno per persone e cose, vista anche la bassa probabilità di colpire zone abitate con i detriti che sono sopravvissuti al rientro, come varie volte indicato dall'Agenzia Spaziale Europea.
Voglio però fare una riflessione, che gira tutta intorno ad una sola domanda: pianificazione o fortuna?
Vi sono casi in cui un satellite sfugge al controllo, vaga per un po' alla deriva ed inesorabilmente viene attratto dal nostro Pianeta, che piano piano e sempre più velocemente lo tira a sé, fino a che questo entrando a contatto con l'atmosfera inzia a riscaldarsi e rientra in maniera incontrollata, disintegrandosi. Se poi il satellite è di grosse dimensioni è del tutto possibile che alcuni detriti prodottisi durante la sua disintegrazione possano giungere fino a terra.
Ma GOCE non è uno di questi. La bella ed importante missione - di grande successo - di cui è stato protagonista è stata programmata in tutti i suoi dettagli. Ha terminato il proprio combustibile a partire dal 21 Ottobre scorso ed è rimasto in volo libero da allora, sempre e completamente sotto il controllo del team di missione.
Dei suoi circa 1100 Kg era stata prodotta una stima in base alla quale circa il 25% avrebbe raggiunto la superficie Terrestre. E' stata creata una campagna internazionale di monitoraggio che aveva coinvolto l'Inter-Agency Space Debris Coordination Committee e l'ESA Space Debris Office proprio per monitorare il rientro in atmosfera del satellite.
Leggendo però vari siti dell'Agenzia Spaziale Europea, la sensazione che ho avuto è che non si sapesse con precisione quando e sopratutto dove GOCE avrebbe impattato con l'atmosfera. il veicolo spaziale era in volo libero, senza propellente, soggetto solamente alla forza di gravità ed all'attrito delle molecole di atmosfera. Affermazioni come quelle pronunciate da Heiner Klinkrad capo dello ESA Space Debris Office
"The one-tonne GOCE satellite is only a small fraction of the 100–150 tonnes of man-made space objects that reenter Earth’s atmosphere annually" (qui)
"In the 56 years of spaceflight, some 15 000 tonnes of man-made space objects have reentered the atmosphere without causing a single human injury to date" (qui)
"The risk to the population on ground will be minute. Statistically speaking, it is 250,000 times more probable to win the jackpot in the German Lotto than to get hit by a GOCE fragment" (qui).
mi portano a pensare che non sia stata programmata una traiettoria di rientro, così come invece accade per altre missioni ESA, come ad esempio quelle delle navette ATV di rifornimento alla Stazione Spaziale Internazionale, per le quali il rientro in atmosfera è pianificato per interessare un'area disabitata dell'Oceano Pacifico (lo stesso per le navette Russe Proton, ecc. ecc.).
O forse sono in errore, magari invece GOCE era stato immesso in una traiettoria di rientro sicura, ma le caratteristiche del satellite, quelle del suo propulsore, gli aspetti fortemente innovativi che presentava la missione in sé erano tali da dover controllarne con attenzione il rientro.
Perché un conto è pianificare una traiettoria di rientro e monitorare che questa venga rispettata. Molto diverso è invece non adoperarsi per indirizzare il satellite in un sentiero di discesa sicuro.
Come ho scritto ieri una missione spaziale termina quando il satellite rientra sulla Terra, sia per un soft landing che per un rientro distruttivo. In entrambi i casi occorre pianificare un safe path.
Se qualcuno potrà darci maggiori informazioni in merito è il benvenuto.
Nel frattempo abbiamo avuto un altro rientro! Stavolta manifattura nipponica.
RispondiEliminahttp://www.spaceflight101.com/igs-4b-re-entry.html
Riguardo le dichiarazioni che hai riportato, che dire. Il fatto che in 56 anni di missioni non sia mai accaduto un incidente non elimina certo la possibilità che questo accada. Rimango perplesso; troppo semplicistico liquidare così la cosa, soprattutto perchè a parlare non è pinco pallino.
Massimo