(Immagine, credit ESA/DLR/FU Berlin G. Neukum) - Hi-Res
NEWS SPAZIO :- Sembrano due occhioni tipo quelli di un fumetto, vero? Siamo invece su Marte nella regione Thaumasia Planum, un grande altopiano appena a sud di Valles Marineris, il più largo canyon conosciuto del nostro Sistema Solare.
Qui troviamo questi due grandi crateri da impatto, ripresi dalla sonda Europea Mars Express il 4 Gennaio scorso. Quello più a nord (nell'immagine in alto si trova a destra) è stato chiamato ufficialmente Arima, mentre il cratere di sinistra (quello più a sud) non ha un nome.
Ognuno dei due crateri ha un diametro di circa 50 Km. Entrambi mostrano molteplici intricate caratteristiche, ne vedete alcune qui sotto in prospettiva nel cratere sud.
(Immagine, credit ESA/DLR/FU Berlin G. Neukum) - Hi-Res
Si individuano molti crolli dalle pareti del letto del cratere. La caratteristica più spiccata è però la fossa centrale, comune ad entrambi.
Crateri con questo tipo di fossa al centro sono comuni su Marte, così come nelle lune ghiacciate che orbitano i pianeti giganti. Ma come si sono formate?
(Immagine, credit NASA MGS MOLA Science Team) - Hi-Res
Quando un asteroide impatta contro la superficie rocciosa di un pianeta entrambi vengono compressi e raggiungono alte densità. Subito dopo l'impatto le regioni compresse si depressurizzano rapidamente esplodendo con violenza.
In impatti a bassa energia il risultato è costituito semplicemente da un createre a forma di scodella. Negli eventi molto più drammatici si producono crateri molto più grandi con caratteristiche più complesse, ad esempio picchi centrali che si sollevano oppure le fosse centrali degli Arima twins.
Una possibile spiegazione per la formazioni di questo tipo di fosse è che quando la roccia o il ghiaccio sciolto durante l'impatto defluisce attraverso le fratture sotto il cratere ciò che resta è proprio una fossa.
Un'altra teoria è che il ghiaccio al di sotto della superficie viene riscaldato rapidamente dall'impatto vaporizzandosi in un'esplosione. Come risultato la superficie rocciosa viene scavata formando una fossa esplosiva circondata da detriti rocciosi. La fossa si trova nel centro del cratere centrale, dove si è concentrata la maggior parte dell'energia dell'impatto.
Nei due crateri di Arima però sebbene abbiano diametro simile le due fosse centrali sono piuttosto differenti, sia in dimensione che in profondità. Si vede bene nella mappa topografica dell'area
(Immagine, credit ESA/DLR/FU Berlin G. Neukum) - Hi-Res
Forse nel cratere sud (a sinistra) era presente una maggiore quantità di ghiaccio al momento dell'impatto, vaporizzando più facilmente.
Nelle vicinanze dei due Arima twins sono presenti anche molti piccoli crateri anch'essi da impatto, i quali forniscono ulteriori evidenze della presenza, al momento della loro formazione, di ghiaccio o acqua al di sotto della superficie.
Il materiale eiettato è costituito da detriti scavati dall'interno dei crateri in formazione e la loro forma è tondeggiante intorno ai loro bordi, un po' come petali. E ciò è il risultato di acqua liquida legata al materiale espulso che ha consentito lo scorrere lungo la superficie e dando un aspetto fluido.
Il materiale eiettato è costituito da detriti scavati dall'interno dei crateri in formazione e la loro forma è tondeggiante intorno ai loro bordi, un po' come petali. E ciò è il risultato di acqua liquida legata al materiale espulso che ha consentito lo scorrere lungo la superficie e dando un aspetto fluido.
Crateri da impatto come questi sono preziosi per gli studiosi, essi sono letteralmente una finestra nel passato del Pianeta Rosso. In questo caso, come abbiamo visto, grazie a loro è stato possibile determinare che la regione Thaumasia Planum ospitava abbondanti quantità di acqua al di sotto della superficie.
L'ultima immagine è l'anaglifo tridimensionale da guardare con gli appositi occhialini
(Immagine, credit ESA/DLR/FU Berlin G. Neukum) - Hi-Res
Fonte dati, ESA.
Buondì. Mi sto chiedendo se abbiamo a disposizione un metodo per datare l'epoca dell'impatto dei crateri, per capire se il paesaggio odierno è frutto di diversi episodi lontani nel tempo oppure se la nascita è frutto di un evento catastrofico intenso più circoscritto nel tempo, tipo sciame ripetuto; qualcosa che potrebbe spiegare uno sconvolgimento atmosferico permanente, con relativo scioglimento delle masse di ghiaccio citate nell'articolo.
RispondiEliminaSaluti. Massimo P.
Ciao Massimo,
Eliminanon sono in grado di rispondere alle tue domande ma dei crateri marziani, la loro relativa morfologia e genesi è stato un'argomento trattato spesso da Sergio.
Non so da quanto segui il blog, quindi mi permetto di indirizzarti su un'altro post con un mio commento on-topic..che potrebbero aiutarti ad avere una più ampia visione di insieme e quindi una maggiore comprensione della craterizzazione di Marte.
http://newsspazio.blogspot.it/2012/06/danielson-e-kalocsa-due-crateri.html
--------By Simo-------