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sabato 21 aprile 2012

Nuovi esperimenti sui vecchi dati delle missioni Marziane Viking degli anni °70 e nuove ipotesi sulla vita nel Pianeta Rosso


NEWS SPAZIO :- Mi sono imbattuto qualche giorno fa in una notizia che lì per lì avevo lasciato andare. La richiesta di Ale, un lettore del blog, mi ci ha riportato l'attenzione e scorrendo vari articoli in rete ho visto che un po' di confusione è assolutamente legittima. Titoloni più o meno grandi, tutti costantemente nel tono-scoop 'trovata vita su Marte'.

Ovviamente una cosa così senza essere preceduta da un annuncio NASA e da una tempesta di articoli su tutti i media suona parecchio strana. Ecco quindi in questo post un'analisi obiettiva dei fatti per evidenziare quelle che sono le cose certe da ciò che è fantasia e voglia di scoop.

E allora torniamo indietro nel tempo fino al 1976 e trasferiamoci su Marte, dove da poco sono atterrate due sonde Americane, Viking 1 e Viking 2.



Qui sotto avete un bel video sulla missione con le prime immagini provenienti dal Pianeta Rosso




Tra i compiti svolti dai due lander vi erano anche esperimenti di biologia con l'obiettivo di individuare eventuali tracce di vita nel suolo Marziano.


Parliamo di uno di questi, chiamato Label Release (LR). Una piccola quantità di suolo Marziano è stata miscelata con una certa quantità di acqua contenete nutrienti ed atomi radioattivi di carbonio.
L'idea era questa: se il suolo contiene microbi allora questi avrebbero metabolizzato i nutrienti e rilasciato o CO2 radioattiva o gas metano, misurabili dai rilevatori di radioattività dei lander.

Vennero eseguiti anche vari esperimenti di controllo su altri campioni di suolo Marziano, anch'essi miscelati con la soluzione nutriente. Tra questi (1) riscaldare i campioni così ottenuti a differenti temperature ed (2) isolare alcuni campioni in un ambiente buio per mesi, condizione che avrebbe ucciso eventuali microbi che si basano sulla fotosintesi o su organismi fotosintetici per sopravvivere.

Ebbene, l'esperimento LR diede risultati positivi alla vita, mentre tutti gli esperimenti di controllo risultarono negativi. Le parole di Joseph Miller (membro del team di ricerca e neurobiologo della University of Southern California, nonché ex space shuttle project director):"Nel momento i cui i nutrienti furono miscelati con il campione di suolo, abbiamo ottenemmo un conteggio pari a qualcosa come 10.000 [molecole radioattive]", un'enorme spike rispetto ai 50, 60 eventi che costituivano la normale radiazione di fondo su Marte.

Di fronte agli esperimenti negativi la faccenda finì per essere archiviata dalla NASA, anche se discussioni e speculazioni continuarono fino ad oggi.

Torniamo al presente, dove un nuovo studio è stato presentato dallo International Journal of Aeronautical and Space Sciences (vol. 13, no. 1, pp.14-26, 2012, qui un abstract).

In questa nuova ricerca Miller ed altri scienziati (tra cui il prof. Giorgio Bianciardi dell'Università di Siena) hanno analizzato i dati degli esperimenti condotti dalle sonde Viking con nuove tecniche matematiche.

Le misurazioni sia di LR che dei test di controllo sono stati passati ad un modello matematico basato sulla cluster analysis, in grado di raggruppare tra loro dati "simili".
Il modello ha diviso tutti i dati ricevuti in due cluster, due insiemi distinti. In uno erano presenti tutti i dati relativi agli esperimenti "positivi" e nell'altro vi erano i dati di tutti gli esperimenti di controllo.

Un altro test è stato fatto. Sono stati aggiunti anche i dati relativi a sorgenti biologiche confermate ed a sorgenti non biologiche confermate registrate sulla Terra.
Il risultato è che i dati biologici Terrestri sono andati a far parte del cluster dei dati "positivi" di Marte ed i dati non biologici Terrestri sono andati a far parte del cluster degli esperimenti di controllo.

In due parole, sembra quindi che il modello matematico abbia riconosciuto come simili tra loro dati biologici Terrestri ed i dati degli esperimenti su Marte che avevano dato esito positivo. C'è una qualche correlazione tra loro.

Questo porta ad avvicinarsi ancora di più all'ipotesi della presenza di vita su Marte, ma sono gli stessi ricercatori di quest'ultimo test a dire che i dati non sono ancora conclusivi, cioè non è ancora abbastanza per poter affermare di avere una prova dell'esistenza di vita su Marte.

Aspettiamo quindi che il Mars Science Laboratory Curiosity in volo per Marte arrivi e si metta a lavoro a partire dal prossimo Agosto.

Immagini, credit NASA.

Fonte dati, National Geographic.

4 commenti:

  1. Francamente, non mi pare così improbabile che sul Pianeta Rosso possa esserci della vita microbica. Alcune zone di Marte, infatti, almeno quelle più favorevoli in termini di condizioni ambientali, non sono poi così drasticamente dissimili dagli ambienti in cui sulla Terra prosperano diversi generi di organismi estremofili. Inoltre, non è detto che abbiano bisogno di luce solare, così come di ossigeno e acqua. Sul nostro mondo abbiamo validi esempi di esseri microscopici il cui metabolismo è basato su ben altro, ad esempio sulla demolizione molecolare degli idrocarburi. Anzi, non ci si dovrebbe manco sorprendere dell'eventuale esistenza di meccanismi vitali del tutto inediti su Marte. Secondo me, la vita è un processo piuttosto robusto, cioè scontato come la formazione planetaria, nel senso che fiorisce spontaneamente ovunque le condizioni lo permettano, anche in quelle decisamente lontane dai nostri canoni terrestri. Insomma, se venisse scoperta su Marte, così come su Europa, Io, o più difficilmente su Venere e Titano, non mi meraviglierei proprio. Ma poi la Nasa a suo tempo, mi pare nel 1996, non aveva già annunciato la scoperta di microfossili compatibili con la presenza di vita su Marte? In particolare sul meteorite ALH 84001 ritrovato in Antartide? :-)

    http://it.wikipedia.org/wiki/ALH_84001

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  2. Grazie Sergio... puntuale ed obbiettivo come sempre! Ale

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  3. In effetti da profano mi pare quasi che essendo noi "Antropocentrici" e "fatti a somiglianza di Dio" (cosa in cui NON credo proprio) pure moltissimi luminari vivano un continuo senso di incredulità di fronte alla possibilità di vita altrove..mi sa che a volte lo zampino culturale della Chiesa sia più radicato (perlomeno come sensazione di fondo e costrizioni ideologiche-umanistiche) di quello che sembri:)..

    Insomma..10 alla 20esima galassie con 300 e 9 zori di seguito di pianeti e siam qui sempre a voler convincerci che ci SERVONO super esperimenti per CREDERE nella vita altrove..:)

    Non offenderti Sergio,lo so che il mondo scientifico HA bisogno di prove concrete della presenza..allora il problema è COME vengono fatti questi esperimenti,in che quantità,in che lasso di tempo no?

    30 anni e ancora non abbiamo certezze di sorta?..tztzt...

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  4. Carissimo Giorgio, il punto non è il senso di incredulità. Io sono convinto della presenza di vita nell'universo al di là della Terra, la vedo come una cosa inevitabile, ma questa è la mia convinzione, non vi sono ancora prove, non vi è una dimostrazione. La mia convinzione, il mio intuito mi possono guidare e dare energia per cercare queste prove, ma fino a che non le ho trovate non posso "scientificamente" affermare che c'è vita su Marte.
    E' necessario procedere per passi certi e dimostrabili. Domandina: tu saliresti su di un razzo per la Luna se non esistesse una dimostrazione della sua sicurezza? Se chi lo ha costruito si basasse solo sulle proprie sensazioni?

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