(Immagine, credit Britney Schmidt/Dead Pixel VFX/Univ. of Texas at Austin)
NEWS SPAZIO :- La sonda spaziale Americana Galileo lanciata nel 1989 dallo Space Shuttle Atlantis ha da sempre fornito dati fondamentali per lo studio di Giove e di alcune delle sue lune. La quantità di informazioni fornite è tale che da impegnare gli scienziati per anni.
Tra queste lune vi è Europa ed una tra le scoperte più importanti - ormai acquisita da anni - è la presenza di un vastissimo oceano di acqua salata proprio al di sotto della sua superficie.
L'ampiezza di questa massa d'acqua è veramente notevole, maggiore della somma dell'acqua di tutti gli oceani Terrestri. Essa però si trova al di sotto di un manto ghiacciato, che si pensa possa essere spesso decine di chilometri.
Ma adesso una nuova scoperta potrebbe rendere Europa forse un posto un po' più "abitabile".
Uno strato di ghiaccio molto spesso implica che la superficie di Europa non sia in comunicazione con l'oceano sottostante. E questa non è una condizione "buona" se pensiamo in termini di possibilità di sviluppo di vita.
(Immagine, credit NASA / reprocessed by Ted Stryk)
Britney Schmidt (postdoctoral fellow all'Institute for Geophysics, University of Texas, Austin) è l'autrice principale di una pubblicazione sulla rivista scientifica Nature. Con il suo gruppo di ricerca ha analizzato alcune immagini di Europa riprese da Galileo ed i dati hanno rivelato qualcosa di molto interessante.
Sebbene lo strato di ghiaccio sembra essere effettivamente molto spesso, sono state individuate le prove di una intensa interazione tra questo e l'oceano sottostante.
I dati mostrano quella che sembra essere la presenza di un vasto lago di acqua allo stato liquido all'interno dello stesso manto di ghiaccio, lago che si troverebbe inoltre a poca profondità dalla superficie ed il cui volume sarebbe pari a quello dei grandi laghi del nord America.
L'attenzione è stata rivolta alle immagini di Galileo relative a due aree della superficie di Europa aventi caratteristiche superficiali irregolari e forma quasi circolare, chiamate "chaos terrains".
(Immagine, credit NASA/Paul Schenk)
Basandosi su processi simili che si hanno anche qui sulla Terra, i ricercatori hanno sviluppato un modello che fornisce una buona interpretazione dei dati registrati.
Il modello fornisce inoltre una spiegazione coerente a varie osservazioni che sembrano in conflitto tra loro, alcune che sembrano suggerire che il mando di ghiaccio sia spesso ed altre che invece indicano che tale ghiaccio sia poco esteso.
(Immagine, credit Britney Schmidt/Dead Pixel VFX/Univ. of Texas at Austin )
Le recenti analisi mostrano che "chaos features" sulla superficie di Europa potrebbero essersi formate in seguito a meccanismi che implicano significative interazioni tra il ghiaccio in superficie ed i laghi sottostanti. E tutto questo costituisce di fatto una modalità per trasferire nutrimenti ed energia tra la superficie di Europa ed il profondo oceano di acqua liquida che si trova in profondità, aumentando così le possibilità che laggiù possano avere luogo processi biologici.
Una verifica della correttezza del nuovo modello proposto sarà quella di far arrivare una sonda su Europa, una sonda dotata di trivelle per sondare lo strato di ghiaccio.
Ecco un'animazione video di ciò che potrebbe accadere su Europa
Fonte dati, NASA, University of Texas.
La cosa strana, "se mi posso permettere", è che non vedo sulla superfice di Europa neanche un segno di impatto dovuto a meteoriti.
RispondiEliminaE si che gli altri satelliti di Giove invece ne sono pieni;
Non'e che questi segni sono appunto impatti ricongelati di meteoriti?.
Ma probabilmente è un'ipotesi che gli scienziati hanno già preso in considerazione.
Fantastica sonda Galileo!!!!!
Ma infatti mi chiedo perché continuare ad insistere con Marte quando ci sono dei posti molto più interessanti da esplorare. Non che abbia qualcosa contro il pianeta rosso, però si nota una certa sproporzione in tal senso. Chissà cosa ci riserverà la missione New Horizons. :-D
RispondiElimina@Enrico: non dimenticare che la superficie di Europa non è rocciosa ma ghiaccio.
RispondiElimina@Bert: Marte è un mondo, il pianeta più vicino che abbiamo, il migliore candidato per diventare un domani una nuova casa per l'umanità. Conosciamo così poco del Sistema Solare e tutto l'Universo ha cose "molto interessanti" da farci scoprire.
Europa santo subito!
RispondiEliminaE con che energia una sonda che arriva sin dalla terra riesce a perforare decine di km di ghiaccio a molte decine di gradi sottozero, forse più di 100? Incredibile...
RispondiElimina@Sergio: Si Sergio, mettevo in discussione la simulazione, "con il dovuto rispetto ovviamente".
RispondiElimina:))
Approfitto della tua attenzione per ringraziarti del lavoro appassionato che svolgi. Dopo tanto tempo questo bellissimo Blog è per me quasi l'unico canale di informazione che riguardi lo Spazio che ho voglia di consultare.
Livio ha scritto una sacrosanta realtà..
RispondiEliminaChe ci piazzano le cariche atomiche?.(ehehhe noi Umani siam mitici nell'affrontare sti problemi..in maniera..come sempre antropocentrica..ovvero..come se NON ci fosse manco UN microbo in loco..)..
Non so proprio come si possa trivellare 100km di ghiaccio..anzi..anche SOLO UN chilometro..a quella temperatura..Chiameranno il Team di Armageddon..
Scusate l'ignoranza, ma potreste spiegarmi in maniera semplice quali sono le principali difficoltà nello scavare a temperature molto basse (quanto basse? quant'è la temperatura su Europa?). A senso mi viene da pensare che l'alta temperatura raggiunta per attrito nell'operazione di escavazione possa costituire un problema, ma le basse temperature? Grazie mille per la vostra disponibilità.
RispondiEliminaL'Agenzia statunitense NASA, lunedì 26 settembre farà un annuncio su Europa, una delle lune di Giove.
RispondiEliminaVisti i clamori dell'annuncio, la NASA è stata costretta a twittare che “lunedì verranno annunciate nuove scoperte sulla luna di Giove, Europa. Spoiler alert: non si tratta di alieni“.
Tornando alla realtà, è molto più probabile che la scoperta riguardi “pennacchi” di vapore acqueo che Hubble avrebbe rilevato nel 2012, che poi non sono più stati osservati: ciò potrebbe rendere lo studio di Europa molto più semplice, perché invece di perforare lo strato ghiacciato, gli scienziati potrebbero analizzare i “pennacchi” che deriverebbero dall’oceano presente in profondità.
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