NEWS SPAZIO :- Torniamo su Marte per godere di altri bellissimi paesaggi ripresi dalla sonda NASA MRO (Mars Reconnaissance Orbiter), dall'esperimento HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment).
Vi propongo queste tre immagini, recentemente pubblicate dal team HiRISE. La prima che vedete (ripresa il 26 Maggio 2010) in alto mostra uno dei potenziali siti di atterraggio nella regione Acidalia Planitia proposti per prossime missioni di esplorazione.
Vi propongo queste tre immagini, recentemente pubblicate dal team HiRISE. La prima che vedete (ripresa il 26 Maggio 2010) in alto mostra uno dei potenziali siti di atterraggio nella regione Acidalia Planitia proposti per prossime missioni di esplorazione.
In questa zona vi sono numerose "collinette" ritenute essere "vulcani di fango" (Mud Volcanoes). Poiché da essi fuoriesce fango proveniente dal sottosuolo (fino a vari chilometri) il loro studio è importante perché i sedimenti possono contenere materiale organico che possa fornire eventuali prove della antica presenza di vita microbica.
Nella prossima immagine (7 Novembre 2010) vedete un cratere di circa 5 Km di diametro, un cratere molto particolare
E' infatti uno dei rari esempi di un giovane cratere "lunare" su Marte, nel senso che assomiglia al tipico cratere da impatto che si forma sulla Luna. Esso si trova in Tharsis, la regione vulcanica su Marte che ospita il grande Monte Olimpo.
La maggior parte dei giovani crateri da impatto su Marte hanno nel loro fondo depositi tali da suggerire che al di sotto della superficie fosse stato presente, prima dell'impatto, ghiaccio d'acqua.
Nel cratere che vedete in foto invece mancano completamente tali depositi. Esso possiede al contrario depositi rocciosi, che lo rendono molto più simile ai crateri presenti sulla Luna.
Spostiamoci adesso a sud del cratere Oyama (106 Km di diametro, 23°40′N 20°10′W / 23.66°N 20.17°W).
In questa bellissima foto (8 Novembre 2010) la componente rossa dell'immagine (RGB, red green blue) è stata sostituita con un rilevamento all'infrarosso (invisibile all'occhio umano), utile perché sensibile ai minerali costituiti da ferro ed al loro grado di ossidazione (ruggine).
Il risultato che possiamo vedere è che più c'è blu nella foto e meno ossidazione c'è, più c'è rosso e più ruggine è presente.
Immagini, credit NASA/JPL/University of Arizona.
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