NEWS SPAZIO :- E' ora di tornare ancora una volta sulla Luna, nella regione del Polo Sud, dove il 9 Ottobre dell'anno scorso ebbe la sua conclusione la missione NASA LCROSS (Lunar Crater Remote Observation and Sensing Satellite).
L’ultimo stadio Centaur del lanciatore Atlas V fu fatto impattare intenzionalmente all'interno del cratere Cabeus, con l'idea di far emergere detriti dal fondo del cratere ed analizzarli.
Lo scontro è avvenuto a circa 9000 Km/h ed ha generato un pennacchio di detriti alto 20 Km.
Da queste pagine abbiamo seguito con molta attenzione sia tutta la missione che tutte le notizie diffuse nei mesi seguenti. LCROSS è stato un grande successo che fino ad ora ha prodotto spettacolari risultati. La sezione 'LCROSS' del blog è ricca di dettagli, immagini, filmati e risultati che già avevano svelato molte prove della presenza di acqua ghiacciata all’interno del cratere bersaglio.
Ebbene, adesso si aggiungono nuove importantissime conclusioni pubblicate dalla NASA. Le analisi hanno rivelato infatti che il suolo lunare all'interno del cratere - e lo stesso è ipotizzabile anche per gli altri crateri della stessa regione - è ricco di materiali molto utili, che la Luna è chimicamente attiva e che anch'essa ha un proprio "ciclo dell'acqua".
Per dirlo in due parole: molta acqua, accumulata nel fondo dei crateri permanentemente in ombra, in grandi quantità! Più di quanto ritenuto dalle prime analisi effettuate.
I preziosi dati sono stati registrati anche dalla sonda orbitale LRO (Lunar Reconnaissance Orbiter), compagna di viaggio di LCROSS (sono state infatti lanciate a bordo dello stesso razzo vettore Atlas V il 18 Giugno 2009). La collaborazione tra le due missioni è comunque sempre stata stretta. LRO ha contribuito a selezionare il sito di impatto per LCROSS e durante l'evento ha analizzato la nuvola di detriti con i propri strumenti di bordo.
Prima dell'impatto lo strumento LOLA (Lunar Orbiter Laser Altimeter) di LRO aveva realizzato una mappa topografica della regione. Questo modello 3D è stato studiato per determinare la variazione delle ombre durante il movimento orbitale lunare e per identificare - con precisione - le zone permanentemente in ombra. LOLA ha misurato anche la profondità dei crateri polari (per cercare aree dove l'impatto di LCROSS potesse essere visibile anche da Terra).
La fotocamera di bordo LROC (LRO Camera) ha prodotto una mappatura ad immagini usate per verificare la bontà dei modelli computerizzati.
Poiché l'idrogeno è un componente dell'acqua, una mappatura della distribuzione dei depositi di idrogeno è stata estremamente utile per identificare le zone che potrebbero avere acqua.
L'immagine che vedete qui sotto è una mappatura delle temperature in superficie nelle regioni del Polo Sud lunare prodotta dallo strumento di LRO Diviner Lunar Radiometer Experiment.
Si vedono molti crateri da impatto estremamente freddi al loro interno, potenzialmente tutti in grado di trattenere ghiaccio d'acqua. Per l'appunto il cratere bersaglio di LCROSS, Cabeus, è uno dei più freddi presenti.
Uno studio sulla possibile stabilità del ghiaccio d'acqua all'interno di tali crateri ed in prossimità della superficie condotto da David Paige (Principal Investigator dello strumento Diviner dell' University of California, Los Angeles) ha mostrato che le temperature all'interno dei crateri permanentemente in ombra sono perfino più basse di quanto i ricercatori si fossero aspettati di trovare. In queste condizioni di freddo estremo depositi di ghiaccio d'acqua (anche) in superficie sono certamente stabili. Dall'immagine qui sopra si vede che sono tante le zone la cui temperatura è nell'ordine di -173°C (100°K). Si arriva fino a -244°C (29°K), più che sufficiente ad "intrappolare" l'acqua per miliardi di anni.
Inoltre, ancora più importante, pare che tali zone siano circondate da regioni ancora più grandi di permafrost, dove il ghiaccio potrebbe essere stabile appena sotto la superficie lunare.
La conclusione è che vi sono grandi aree polari Sud della Luna abbastanza fredde per intrappolare non solo ghiaccio d'acqua - date le bassissime temperatura - ma anche altri composti volatili, tra cui "... biossido di zolfo, biossido di carbonio, formaldeide, ammoniaca, metanolo, mercurio e sodio..." ha dichiarato Page.
Durante i 90 secondi in cui LRO ha sorvolato il cratere Cabeus subito dopo l'impatto, tutti i canali ad infrarossi di Diviner hanno misurato un incremento termico. Sono stati misurati anche i segnali termici e la luce solare della nuvola di detriti.
Due ore dopo l'impatto i canali sensibili alle lunghezze d'onda più lunghe hanno rilevato qualcosa, mentre dopo quattro ore solamente un canale ha registrato qualcosa al di sopra della temperatura di fondo. Gli scienziati hanno così potuto determinare la massa del materiale che è stato eiettato nello spazio dall'impatto e la sua temperatura iniziale.
Un'altro strumento di LRO, il LAMP (Lyman-Alpha Mapping Project) è stato utilizzato per analizzare la nube di gas creatatsi e determinare così la presenza di idrogeno molecolare, monossido di carbonio e mercurio atomico, insieme a piccole quantità di calcio e magnesio (tutti in forma gassosa).
Questi nuovi risultati presentati dalla NASA sono pubblicati nella rivista Science.
Qui sotto un video YouTube che mostra in una bella animazione la sonda LRO che analizza la nuvola di detriti generata dall'impatto di LCROSS.
Fonte dati, NASA.
L’ultimo stadio Centaur del lanciatore Atlas V fu fatto impattare intenzionalmente all'interno del cratere Cabeus, con l'idea di far emergere detriti dal fondo del cratere ed analizzarli.
Lo scontro è avvenuto a circa 9000 Km/h ed ha generato un pennacchio di detriti alto 20 Km.
Da queste pagine abbiamo seguito con molta attenzione sia tutta la missione che tutte le notizie diffuse nei mesi seguenti. LCROSS è stato un grande successo che fino ad ora ha prodotto spettacolari risultati. La sezione 'LCROSS' del blog è ricca di dettagli, immagini, filmati e risultati che già avevano svelato molte prove della presenza di acqua ghiacciata all’interno del cratere bersaglio.
Ebbene, adesso si aggiungono nuove importantissime conclusioni pubblicate dalla NASA. Le analisi hanno rivelato infatti che il suolo lunare all'interno del cratere - e lo stesso è ipotizzabile anche per gli altri crateri della stessa regione - è ricco di materiali molto utili, che la Luna è chimicamente attiva e che anch'essa ha un proprio "ciclo dell'acqua".
Per dirlo in due parole: molta acqua, accumulata nel fondo dei crateri permanentemente in ombra, in grandi quantità! Più di quanto ritenuto dalle prime analisi effettuate.
I preziosi dati sono stati registrati anche dalla sonda orbitale LRO (Lunar Reconnaissance Orbiter), compagna di viaggio di LCROSS (sono state infatti lanciate a bordo dello stesso razzo vettore Atlas V il 18 Giugno 2009). La collaborazione tra le due missioni è comunque sempre stata stretta. LRO ha contribuito a selezionare il sito di impatto per LCROSS e durante l'evento ha analizzato la nuvola di detriti con i propri strumenti di bordo.
Prima dell'impatto lo strumento LOLA (Lunar Orbiter Laser Altimeter) di LRO aveva realizzato una mappa topografica della regione. Questo modello 3D è stato studiato per determinare la variazione delle ombre durante il movimento orbitale lunare e per identificare - con precisione - le zone permanentemente in ombra. LOLA ha misurato anche la profondità dei crateri polari (per cercare aree dove l'impatto di LCROSS potesse essere visibile anche da Terra).
La fotocamera di bordo LROC (LRO Camera) ha prodotto una mappatura ad immagini usate per verificare la bontà dei modelli computerizzati.
Poiché l'idrogeno è un componente dell'acqua, una mappatura della distribuzione dei depositi di idrogeno è stata estremamente utile per identificare le zone che potrebbero avere acqua.
L'immagine che vedete qui sotto è una mappatura delle temperature in superficie nelle regioni del Polo Sud lunare prodotta dallo strumento di LRO Diviner Lunar Radiometer Experiment.
Si vedono molti crateri da impatto estremamente freddi al loro interno, potenzialmente tutti in grado di trattenere ghiaccio d'acqua. Per l'appunto il cratere bersaglio di LCROSS, Cabeus, è uno dei più freddi presenti.
Uno studio sulla possibile stabilità del ghiaccio d'acqua all'interno di tali crateri ed in prossimità della superficie condotto da David Paige (Principal Investigator dello strumento Diviner dell' University of California, Los Angeles) ha mostrato che le temperature all'interno dei crateri permanentemente in ombra sono perfino più basse di quanto i ricercatori si fossero aspettati di trovare. In queste condizioni di freddo estremo depositi di ghiaccio d'acqua (anche) in superficie sono certamente stabili. Dall'immagine qui sopra si vede che sono tante le zone la cui temperatura è nell'ordine di -173°C (100°K). Si arriva fino a -244°C (29°K), più che sufficiente ad "intrappolare" l'acqua per miliardi di anni.
Inoltre, ancora più importante, pare che tali zone siano circondate da regioni ancora più grandi di permafrost, dove il ghiaccio potrebbe essere stabile appena sotto la superficie lunare.
La conclusione è che vi sono grandi aree polari Sud della Luna abbastanza fredde per intrappolare non solo ghiaccio d'acqua - date le bassissime temperatura - ma anche altri composti volatili, tra cui "... biossido di zolfo, biossido di carbonio, formaldeide, ammoniaca, metanolo, mercurio e sodio..." ha dichiarato Page.
Durante i 90 secondi in cui LRO ha sorvolato il cratere Cabeus subito dopo l'impatto, tutti i canali ad infrarossi di Diviner hanno misurato un incremento termico. Sono stati misurati anche i segnali termici e la luce solare della nuvola di detriti.
Due ore dopo l'impatto i canali sensibili alle lunghezze d'onda più lunghe hanno rilevato qualcosa, mentre dopo quattro ore solamente un canale ha registrato qualcosa al di sopra della temperatura di fondo. Gli scienziati hanno così potuto determinare la massa del materiale che è stato eiettato nello spazio dall'impatto e la sua temperatura iniziale.
Un'altro strumento di LRO, il LAMP (Lyman-Alpha Mapping Project) è stato utilizzato per analizzare la nube di gas creatatsi e determinare così la presenza di idrogeno molecolare, monossido di carbonio e mercurio atomico, insieme a piccole quantità di calcio e magnesio (tutti in forma gassosa).
Questi nuovi risultati presentati dalla NASA sono pubblicati nella rivista Science.
Qui sotto un video YouTube che mostra in una bella animazione la sonda LRO che analizza la nuvola di detriti generata dall'impatto di LCROSS.
Fonte dati, NASA.
Dunque..
RispondiEliminaQuando torniamo sulla Luna e iniziamo a sfruttare quella ToraGigatonnellata di bendidio che sta su uno dei corpi PIU' vicini e PIU' bistrattati del secolo?
Già,pareva la classica palla di roccia..e va da sè che è il Vaso Di Pandora alla fin fine.
E' ora che la Terra si svegli.e inizi a muovere ogni risorsa possibile.
Perchè,qui,non so voi,ma siamo alla frutta.
E spero che qualcuno si renda conto che e' ORA e tempo di progettare miniere e sviluppo FUORI dal pianeta.
E' ora e tempo che qualcuno si renda conto che NON serve parlare di risparmio..MA di investimento NELLO,PER,SULLO Spazio.
Abbiamo Milioni di miliardi di materie prime la fuori.
E un cervello che pesa meno di quello della Gallina che comanda la terra intera.
moriremo a forza di parlare.
E' ORA di fare.
ma non piani e pinetti stile "guerra del povero"
lo sviluppo Spaziale andrebbe affrontato COME E MEGLIO di una,dieci,cento ,mille,guerre sul pianeta INTERO.
condivido il post di Astorre, ma penso anche che le potenze mondiali naturalmente stanno valutando la situazione e presto si muoverà qualcosa.
RispondiEliminaun piccolo rammarico: peccato abbia fatto la maturità l'anno scorso, questa nuova notizia avrebbe reso ancora più interessante la mia tesina sullo sfruttamento della luna
Non mi sorprenderebbe se la comunità internazionale producesse l'intenzione di realizzare una missione internazionale di esplorazione lunare. Gli ingredienti per arrivare a ciò ci sono già. I tempi sono maturi? E' questa la domanda.
RispondiEliminaSul fatto che siano "maturi per collaborazioni estensive" la vedo ancora prematura.
RispondiEliminaAbbiamo 3 potenze spaziali che collaborano,Russia-America e Europa.
Una che proprio non gliene può interessare meno salvo se le interessa per se' stessa,la Cina, poi ci sta l'India che ha una gran voglia di fare e forse molto orgoglio per farlo e il Giappone che sicuramente in sordina ma non troppo hanno gran cercelloni e sicuramente sono testardi.
Poi rimane Canada che sicuramente collabora alla grande già per la ISS..
Insomma il quadro è al 50%.
E stigmatizzo i comportamenti "solisti" della Cina.
Quella nomenklatura mi sta proprio sui zebedei per ottusità civile e culturale.
Non vorrei andare sempre contro corrente ma se non sbaglio credo che la Cina si sia interessata ad un minimo di collaborazione spaziale tentando di entrare in collaborazione con gli attuali partner per la ISS!!! Poi però non se ne è fatto più nulla (forse per una leggera ostilità degli USA) e la Cina credo abbia deciso di costruirsene una per conto proprio! E' cosi Sergio o sbaglio?
RispondiEliminaConcordo con Marco che effettivamente qualche tentativo di collaborazione la Cina l'ha fatto. Qualche anno fa sono stati lanciati due satelliti in collaborazione con l'ESA per lo studio della magnetosfera, i Double Star 1 e 2. Esperimenti scientifici europei hanno volato diverse volte su capsule recuperabili cinesi sin dagli anni '80 e sono previsti anche sui prossimi voli delle astronavi abitate cinesi. Oltretutto la Cina ha collaborato fortemente con la Russia da cui ha acquistato la tecnologia delle Soyuz e le ha migliorata. Durante l'ultimo volo abitato hanno utilizzato per la loro prima passeggiata spaziale una tuta cinese e una Orlan russa se non sbaglio.
RispondiEliminaIn verità la loro partecipazione a progetti internazionali è limitata da 2 fattori: la loro tecnologia ancora forse non matura e sicuramente non standardizzata rispetto almeno a quella occidentale, e l'embargo tecnologico imposto dagli USA che non gli permette l'accesso a certe tecnologie o anche solo lanciare commercialmente satelliti contenenti componenti anche minori costruiti negli USA o con brevetti americani. La Cina sarebbe ben contenta credo di partecipare a programmi internazionali anche solo per poter accedere o copiare certe tecnologie. Cosa che chiaramente a tutti non sta bene. Ma in campo spaziale, come in altri ambiti industriali, si intrecciano spesso interessi economici, politici e industriali.
Gli USA sono stati anche protagonisti, ad esempio, di un caso di embargo non dichiarato verso l'Europa, opponendosi in tutti i modi al progetto Galileo di navigazione satellitare che sarebbe entrato in diretta concorrenza con il sistema americano gps Navstar. Prima rifiutandosi di fornire i componenti e poi opponendosi all'uso di certe frequenze. Risultato? Il progetto Galileo è ancora lontano dall'entrare in funzione mentre russi e cinesi sono a buon punto con i loro sistemi.
Morale della favola? I tempi sono senzaltro maturi per progetti internazionali di esplorazione ma quando le tecnologie saranno mature ed economiche per uno sfruttamento dello spazio gli interessi nazionali avranno il sopravvento e ognuno andrà per sua strada. Si ripeterà il gioco che è già in atto in tutto il pianeta, compagnie minerarie di vari paesi in gara per accappararsi i giacimenti della Luna.
Lucio
Mi sono venuti in menti altri due importantissime esperienze di collaborazione internazionale della Cina: la partecipazione cinese alla missione russa su Marte Phobos Grunt che verrà lanciata a Novembre del prossimo anno in cui la sonda russa trasporterà anche l'orbiter cinese Ynghuo e poi, forse ancora più importante, la partecipazione cinese alla progettazione e costruzione dell'apparecchiatura astronomica AMS per la ricerca dell'antimateria nello spazio che verrà portata in orbita a febbraio 2011 con lo shuttle e installata sulla ISS e che sarà lo strumento più importante e costoso della stazione spaziale.
RispondiEliminaDa non dimenticare comunque la curiosità storica che i cinesi sono stati gli inventori dei primi razzi a propellente solido che venivano utilizzati, oltre che per spettacoli pirotecnici, anche dall'esercito imperiale cinese vari secoli fa. Tale tecnologià venne copiata dagli inglesi durante le guerra dell'Oppio nell'800, nella quale l'impero britannico impose alla Cina l'importazione della droga prodotta nelle colonie inglesi. La tecnologia dei razzi da bombardamento venne utilizzata efficacemente dagli inglesi finchè i miglioramenti delle artiglierie convenzionali non superarono ampiamente le capacità dei razzi che tornarono in auge nella seconda guerra mondiale con i sovietici Katiuscia.
Lucio
Ehmmm
RispondiEliminaVorrei sottolineare che la CIna ha un'abitudine OSTINATAMENTE antipatica,forse a me e basta,di violare costantemente norme e civiltà.
Gli embarghi che vengono enunciati come se la colpa fosse solamente USA e qui va bè non rispondo forse siete ingenui,SONO per:
Violazione sistematica sulle norme di copyright che la Cina bellamente se ne frga.
Violazione dei DIRITTI CIVILI,e voi non ne sapete un tubo perchè senno' non saremmo qui a discutere come mai i "poveri cinesi" non sono sulal ISS..
COPIANO qualsiasi cavolo di cosa gli capiti davanti con sprezzo di norme sulla sicurezza e sacrosanti diritti commerciali.
Insomma..per favore..quando si parla di CINA..scendiamo a livelli di Buonsenso e vediamo di capirci: sono OUT.
I governi Cinesi SONO OUT.
Fuori.E se andassero per pigne per me sarebbe ancora meglio.
E se mi censurate..coprite pure Tienannemn.
Che vorrei ricordare NON è come il nostro schifoso passato fascista,MA è ATTUALE politica Cinese di adesso.
Quindi della Cina,ragazzi..parliamo poco và.O perlomeno siamo coerenti.NON sono seri punto.
Non vorrei sfociare il discorsi puramente politici però ci tengo a precisare che l' esclusione per principio della Cina da qualsiasi tipo di integrazione sociale, economica o di collaborazione spaziale non possa migliorare la situazione "deplorevole" di censura e violazione di diritti umani(e su questo nn ci sn dubbi). In tal senso però ci sn stati enormi passi in avanti recentemente (basta informarsi e ascoltare tg) quindi è giusto sanzionare e condannare la politica cinese e cercare di migliorarla con mediazioni internazionali, ma escludere totalmente dalla collaborazione spaziale l' attuale SECONDA potenza economica mondiale (forse la futura prima) mi sembra poco sensato.
RispondiEliminaTornando alle collaborazioni internazionali della Cina, per completezza, visto che questo è un blog di informazione e discussione astronautica, mi ero dimenticato di citare i satelliti per telerilevamento CBERS 1, 2A e 2B lanciati in collaborazione con il Brasile. Dal prossimo anno dovrebbero essere lanciati anche il CBERS 3 e 4. Una intera costellazione di satelliti quindi, una collaborazione non da poco. Da notare inoltre che del Brasile si parla poco ma anche questa nazione ha provato già tre volte a lanciare un proprio vettore spaziale, il VLS 1, ma purtroppo con fallimentari risultati. Ha diversi programmi in corso sia nazionali che collaborazioni internazionali con la Russia e Ucraina oltre che con la Cina.
RispondiEliminaLucio
Verissimo Lucio,hai ragione,il Brasile c'ha provato e non poco.
RispondiEliminaMolto probabilmente sotto sotto una qualche "gelosia" a livello internazionale,o ostruzionismo sottile ci dev'essere..
Speriamo si riesca a superare questi "campalinismi"
E sfociare in collaborazione più internazionale possibile.
NASA e ESA dovrebbero dare più voce e spazio probabilmente a altre presenze.
Anni fa, a una conferenza, degli amici astrofili brasiliani, davanti a un modello di telescopio amatoriale dotato di posizionamento gps, normalmente acquistabile in qualsiasi centro commerciale nostrano, mi dissero che da loro non si poteva procurarsene uno a causa di un embargo degli Stati Uniti. A quale embargo e per quali motivi non l'ho mai saputo. Adesso credo o meglio spero la situazione sia cambiata. So che la tecnologia dell'arrichimento dell'uranio è conosciuta e utilizzata in Brasile senza tutti i clamori dell'IRAN ma non so se fosse questo il motivo.
RispondiEliminaDi sicuro so che il brasile, nei progetti iniziali della stazione spaziale internazionale doveva fornire alcuni strumenti e apparecchiature ma poi in seguito, per motivi econimici si disse, si ritirò dal progetto.