NEWS SPAZIO :- Andiamo su Marte, località Arcadia Planitia (Latitudine 47° Nord, Longitudine 165° Ovest). La regione è un'ampia pianura del Nord che si ritiene abbia nel sottosuolo uno spesso strato di ghiaccio d'acqua.
La sonda americana Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) ha fotografato lo spettacolare cratere che vedete nella prima immagine, in alto: sembra che vi siano due crateri, uno dentro l'altro. Evento piuttosto insolito, sebbene assolutamente possibile.
In rete girano alcune fantasiose ipotesi che tirano in ballo addirittura qualche civiltà galattica a caccia d'acqua. Vediamo cosa ne pensano gli scienziati del team HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment).
Gli impatti che hanno luogo in superfici al cui interno si alternano strati di materiale duro e di materiale più morbido (ad esempio strati più e meno ricchi di ghiaccio) producono terrazzamenti come quelli che vediamo nella foto.
Il leggero sfasamento rispetto al centro del cratere più interno sul cratere più esterno potrebbe essere spiegato da processi di sublimazione ed erosione dello strato di ghiaccio eiettato dall'impatto.
Importante è notare che il cratere più interno presenta un bordo rialzato (fate click sulla foto per vederla alla massima risoluzione), caratteristica tipica dei crateri da impatto. Non si vede però alcun materiale eiettato, cosa possibilmente spiegabile da modificazioni periglaciali.
Guardate adesso la foto sottostante. Si tratta dell'immagine completa che mostra lo stesso cratere visto prima insieme ad una vasta regione circostante.
La mia attenzione è stata catturata da un altro piccolo cratere "in basso a destra", rispetto al cratere principale che presenta anch'esso un possibile doppio impatto.
A questo punto mi sono incuriosito ed ho cercato in tutta la foto altri eventuali crateri dello stesso tipo. Il risultato è qui sotto.
In verde sono evidenziati quelli più evidenti, in rosso gli altri. Potrebbe davvero trattarsi di una stratificazione del sottosuolo con differenti densità. Curioso, no?
Immagini, credit NASA/JPL/University of Arizona. L'ultima foto è stata elaborata dall'autore.
Fonte dati, HiRISE-JPL.
La sonda americana Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) ha fotografato lo spettacolare cratere che vedete nella prima immagine, in alto: sembra che vi siano due crateri, uno dentro l'altro. Evento piuttosto insolito, sebbene assolutamente possibile.
In rete girano alcune fantasiose ipotesi che tirano in ballo addirittura qualche civiltà galattica a caccia d'acqua. Vediamo cosa ne pensano gli scienziati del team HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment).
Gli impatti che hanno luogo in superfici al cui interno si alternano strati di materiale duro e di materiale più morbido (ad esempio strati più e meno ricchi di ghiaccio) producono terrazzamenti come quelli che vediamo nella foto.
Il leggero sfasamento rispetto al centro del cratere più interno sul cratere più esterno potrebbe essere spiegato da processi di sublimazione ed erosione dello strato di ghiaccio eiettato dall'impatto.
Importante è notare che il cratere più interno presenta un bordo rialzato (fate click sulla foto per vederla alla massima risoluzione), caratteristica tipica dei crateri da impatto. Non si vede però alcun materiale eiettato, cosa possibilmente spiegabile da modificazioni periglaciali.
Guardate adesso la foto sottostante. Si tratta dell'immagine completa che mostra lo stesso cratere visto prima insieme ad una vasta regione circostante.
La mia attenzione è stata catturata da un altro piccolo cratere "in basso a destra", rispetto al cratere principale che presenta anch'esso un possibile doppio impatto.
A questo punto mi sono incuriosito ed ho cercato in tutta la foto altri eventuali crateri dello stesso tipo. Il risultato è qui sotto.
In verde sono evidenziati quelli più evidenti, in rosso gli altri. Potrebbe davvero trattarsi di una stratificazione del sottosuolo con differenti densità. Curioso, no?
Immagini, credit NASA/JPL/University of Arizona. L'ultima foto è stata elaborata dall'autore.
Fonte dati, HiRISE-JPL.
eheheh mi piace il tuo serafico quanto mai cauto "curioso".
RispondiEliminaComunque..mi vien tristezza Sergio,troppe enormità,cose da scoprire e ZERO tempo per noi per farlo,esserci,sbarcare e guardarlo con i propri occhi.Pazienza.
no dai, anche se l'uomo dovesse sbarcare su Marte tra 30 in teoria dovremmo essere ancora tutti vivi. La medicina fa passi da gigante!!
RispondiEliminaBeh Silvansi fra 30 anni ci "saremo"..certo è che spero di avere ANCHE la testa a posto,a 76 anni non è così automatico:D
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