NEWS SPAZIO :- Il nostro corpo è "progettato" per vivere nell'ambiente naturale in cui tutti noi siamo nati, la superficie terrestre. Sin da quando però l'umanità ha iniziato l'avventura di esplorazione al di là del proprio pianeta madre assume un ruolo fondamentale lo studio degli effetti sull'organismo umano provocati da una lunga permanenza nello spazio.
L'ambiente spaziale è molto differente rispetto a quanto ciascuno di noi sperimenta quotidianamente. Esso è caratterizzato principalmente da una condizione di microgravità, dal fatto cioè che non vi è una forza (risultante) che “spinga verso il basso” (tralasciamo per adesso la presenza di radiazioni cosmiche anch'esse molto dannose al nostro corpo).
Ad esempio, a bordo di qualunque modulo spaziale abitato in orbita terrestre non vi è una forza che spinga il sangue verso il basso. In altre parole non c'è una direzione privilegiata di accumulo dei fluidi corporei che tendono quindi a disporsi più o meno uniformemente all'interno di tutto il corpo dell'astronauta. Il cuore stesso fa "meno fatica" a pompare il sangue verso la testa (non deve contrastare la forza di gravità).
In effetti proprio l'assenza di gravità e le radiazioni cosmiche rappresentano le due problematiche più importanti a cui occorre dare risposta per affrontare un lungo viaggio spaziale - diciamo - verso Marte.
Decenni di esperimenti scientifici compiuti direttamente in orbita terrestre (Space Shuttle, MIR, ISS) danno il loro contributo prezioso alla comprensione di questa fenomenologia.
Esperimenti del genere vengono condotti anche direttamente sulla Terra. Riprodurre però le esatte condizioni di microgravità tipiche di un ambiente spaziale è estremamente difficile. Mantenere tali condizioni per lungo tempo al fine di compiere esperimenti significativi lo è ancora di più.
Vi è però una metodologia sperimentale del tutto terrestre in uso ormai da anni che simula le condizioni di microgravità con grande fedeltà e che va sotto il nome di Bed Rest.
Ho ricevuto dal carissimo amico Enrico (con cui condivido una "particolare" avventura spaziale) una breve descrizione della prossima campagna europea di Bed Rest. Enrico è ricercatore al Politecnico di Milano ed è impegnato direttamente nelle ricerche sul Bed Rest. Con grande piacere pubblico qui sotto il suo contributo.
La prima di tali campagne, che vedranno 12 volontari sottoposti a molteplici esperimenti promossi da investigatori di tutta Europa, partirà il 30 Marzo e si concluderà il 25 Aprile, e si svolgerà presso il centro di medicina Spaziale (MEDES) a Tolosa. Essa vedrà i volontari esaminati prima, durante e dopo 5 giorni di bed-rest. Durante il loro allettamento, un gruppo di controllo di soggetti saranno sottoposti a 30 minuti giornalieri di contromisura, rappresentata da gravità artificiale, ottenuta tramite una centrifuga di corto raggio.
A tali test, il Politecnico di Milano parteciperà attivamente con il Dr. Enrico Caiani (finalista concorso Astronauti ASI 2001) del Dipartimento di Bioingegneria, impegnato in due esperimenti scientifici: nel primo, di cui é il capofila europeo (in collaborazione con l'Università Bordeaux 2 e l'Università di Saragozza), sarà analizzato con metodi avanzati il tracciato ECG nelle 24 ore, allo scopo di verificare se questa condizione simulata di assenza di gravità sia in grado di alterare la normale fisiologia cardiaca, in particolare rendendo il soggetto più propenso alla formazione di battiti extra-sistolici, che potrebbero rappresentare un pericolo per la formazione di aritmie letali. Nel secondo, continuando le ricerche precedentemente portate avanti durante voli parabolici, si studierà mediante ecocardiografia 2D e 3D la meccanica cardiaca, allo scopo di verificare i cambiamenti indotti dal bed-rest, e gli eventuali effetti positivi indotti dalla contromisura applicata.
I risultati che si potranno ottenere saranno di aiuto nella comprensione della normale fisiopatologia legata a prolungati periodi di allettamento, con benefici anche per la medicina di tutti i giorni.
L'ambiente spaziale è molto differente rispetto a quanto ciascuno di noi sperimenta quotidianamente. Esso è caratterizzato principalmente da una condizione di microgravità, dal fatto cioè che non vi è una forza (risultante) che “spinga verso il basso” (tralasciamo per adesso la presenza di radiazioni cosmiche anch'esse molto dannose al nostro corpo).
Ad esempio, a bordo di qualunque modulo spaziale abitato in orbita terrestre non vi è una forza che spinga il sangue verso il basso. In altre parole non c'è una direzione privilegiata di accumulo dei fluidi corporei che tendono quindi a disporsi più o meno uniformemente all'interno di tutto il corpo dell'astronauta. Il cuore stesso fa "meno fatica" a pompare il sangue verso la testa (non deve contrastare la forza di gravità).
In effetti proprio l'assenza di gravità e le radiazioni cosmiche rappresentano le due problematiche più importanti a cui occorre dare risposta per affrontare un lungo viaggio spaziale - diciamo - verso Marte.
Decenni di esperimenti scientifici compiuti direttamente in orbita terrestre (Space Shuttle, MIR, ISS) danno il loro contributo prezioso alla comprensione di questa fenomenologia.
Esperimenti del genere vengono condotti anche direttamente sulla Terra. Riprodurre però le esatte condizioni di microgravità tipiche di un ambiente spaziale è estremamente difficile. Mantenere tali condizioni per lungo tempo al fine di compiere esperimenti significativi lo è ancora di più.
Vi è però una metodologia sperimentale del tutto terrestre in uso ormai da anni che simula le condizioni di microgravità con grande fedeltà e che va sotto il nome di Bed Rest.
Ho ricevuto dal carissimo amico Enrico (con cui condivido una "particolare" avventura spaziale) una breve descrizione della prossima campagna europea di Bed Rest. Enrico è ricercatore al Politecnico di Milano ed è impegnato direttamente nelle ricerche sul Bed Rest. Con grande piacere pubblico qui sotto il suo contributo.
Progetto Bed-rest
L'Agenzia Spaziale Europea (ESA) organizza una serie di campagne di bed-rest per studiare gli effetti sul corpo umano della permanenza di lunga durata in assenza di gravità, nonché per testare possibili contromisure per annullare gli effetti indesiderati. Il bed-rest é una condizione sperimentale nella quale soggetti sani sono allettati per un certo numero di giorni, in una posizione con la testa leggermente inclinata all'ingiù (-6 head-down tilt).La prima di tali campagne, che vedranno 12 volontari sottoposti a molteplici esperimenti promossi da investigatori di tutta Europa, partirà il 30 Marzo e si concluderà il 25 Aprile, e si svolgerà presso il centro di medicina Spaziale (MEDES) a Tolosa. Essa vedrà i volontari esaminati prima, durante e dopo 5 giorni di bed-rest. Durante il loro allettamento, un gruppo di controllo di soggetti saranno sottoposti a 30 minuti giornalieri di contromisura, rappresentata da gravità artificiale, ottenuta tramite una centrifuga di corto raggio.
A tali test, il Politecnico di Milano parteciperà attivamente con il Dr. Enrico Caiani (finalista concorso Astronauti ASI 2001) del Dipartimento di Bioingegneria, impegnato in due esperimenti scientifici: nel primo, di cui é il capofila europeo (in collaborazione con l'Università Bordeaux 2 e l'Università di Saragozza), sarà analizzato con metodi avanzati il tracciato ECG nelle 24 ore, allo scopo di verificare se questa condizione simulata di assenza di gravità sia in grado di alterare la normale fisiologia cardiaca, in particolare rendendo il soggetto più propenso alla formazione di battiti extra-sistolici, che potrebbero rappresentare un pericolo per la formazione di aritmie letali. Nel secondo, continuando le ricerche precedentemente portate avanti durante voli parabolici, si studierà mediante ecocardiografia 2D e 3D la meccanica cardiaca, allo scopo di verificare i cambiamenti indotti dal bed-rest, e gli eventuali effetti positivi indotti dalla contromisura applicata.
I risultati che si potranno ottenere saranno di aiuto nella comprensione della normale fisiopatologia legata a prolungati periodi di allettamento, con benefici anche per la medicina di tutti i giorni.
Notevole e pregevole impegno.
RispondiEliminaSai Sergio..noi non siamo cosi' privilegiati come Era e capacità:ovvero abbiamo la possibilità ma le reali situazioni le vedranno sviluppate e di largo consumo solo un paio di generazioni avanti a noi.
Io che sogno sin da piccolo di andare su Marte,al 99% non lo potrò fare.
Mia figlia probabilmente lo vedrà realizzarsi quando anch'essa avrà 90anni..
In senso turistico e "di massa".
Ecco,avere la "vicinanza" ma mancare l'obbiettivo di 60-80 anni mi rompe assai.Data la scala cosmica mostruosa che ha l'Universo..:D
Amen.Sarò qui in un'altra "Anima-Realtà-Coscenza" spero più avanti per farlo senza però avere il bagaglio di aspettativa e storicità.ma qualc'uno che non sarò IO,lo farà di sicuro di atterarci su Marte e scarpinarci sopra..ecchecavolo..:D
Grazie Sergio per aver contribuito a dare risonanza a questo esperimento. L'ho mandato al tuo blog, non solo perché ci conosciamo, ma perché nei tuoi post ti vedo spesso attento anche al contenuto scientifico e di approfondimento della ricerca spaziale. Se interessa, ti terró aggiornato sull'andamento dello studio e dei suoi sviluppi.
RispondiEliminaCerto che mi devi tenere aggiornato! Pubblicherò volentieri i risultati!
RispondiEliminaCiao