NEWS SPAZIO :- La scorsa settimana (17-18 febbraio) si è tenuta la prima edizione del "Techno/Innovation Days", un meeting organizzato dall’ESA per discutere teoria e pratica dell’innovazione nello spazio.
Più di 200 partecipanti tra industrie ed università si sono riuniti con un unico obiettivo: "Innovazione, Innovazione, Innovazione" per usare le parole di Michel Courtois, ESA Director of Technical and Quality Management, che ha aperto l’evento svoltosi ad ESTEC (il centro di ricerca olandese dell’ESA che si trova a Noordwijk).
La discussione si è sviluppata intorno al concetto di "Innovazione". I satelliti europei - e non solo - diventano sempre più complessi raggiungendo livelli di performance sempre più alti (maggiore "intelligenza" per Kg). Dispositivi sempre più potenti e sensibili ci consentono di esplorare con maggior dettaglio, di avere informazioni quantitativamente e qualitativamente migliori. Tutto questo – banalmente – non viene da sé.
E’ una necessità per l’Europa quella di mantenere la propria "posizione di importanza" di fronte alla sempre maggiore pressione della competitività dei partner internazionali (lo spazio è per natura un business globale). Le sfide da affrontare provengono dai competitors sia in termini di Hi-tech che nella riduzione dei costi.
L’innovazione è vista applicabile a tutti i livelli del ciclo di vita di un’attività – spaziale nello specifico ma non solo – partendo dalle idee e passando per la ricerca, la progettazione, la realizzazione di tecnologie e prodotti fino ai processi organizzativi, ai mercati ed ai modelli di business.
Le parole di Alberto Tobias, capo del Dipartimento ESA dei Systems, Software and Technology: "Dobbiamo essere migliori laddove non possiamo essere più economici – l’innovazione è parte della soluzione, sebbene non sia l’unico ingrediente per essere competitivi".
Egli ha anche aggiunto che altrettanto importante è il supporto allo sviluppo di un nuovo prodotto, il processo di far evolvere una tecnologia fino a quando diventa pronta per tradursi in un prodotto operativo. Spesso – purtroppo – accade che idee promettenti arrivano ad una fase prototipale e da lì non arrivano mai ad essere "flight ready".
Durante il secondo giorno di incontri sono stati presentati dai partecipanti vari esempi di nuove scoperte, tra cui:
- i primi risultati di GREAT (GaN Reliability Enhancement and Technology Transfer Initiative dell’ESA) iniziativa che mira di sviluppare componenti a base di nitruro di gallio certificati all’ambiente spaziale per fornire una potenza di amplificazione radio dieci volte superiore, con la speranza di avere degli esemplari da testare nel volo di Proba-V (piccolo satellite-dimostratore tecnologico ESA per sperimentare nuove tecnologie)
- esempi di MEMS (micro-electro-mechanical systems) sistemi micro-elettro-meccanici per sistemi i controllo orbitale e di assetto per realizzare sensori giroscopici su singolo chip, dispositivi per propulsione con motori in miniatura (SEA, UK e Selex Galileo, Italia)
- biosensori per future missioni su Marte in grado di segnalare (illuminando un LED) la presenza di un’ampia gamma di "bio-marcatori" chimici estremamente sensibili per la scoperta di elementi connessi alla presenza presente/passata di vita (ESE GmBH, Germania)
- DEXARM (Dexterous Robot Arm) un braccio robotico le cui dimensioni, destrezza e forza sono comparabili con il braccio umano da usare per compiti di manutenzione nella ISS (team guidato dalla Selex Galileo per conto dell’ESA, Italia)
- Materiali ultraleggeri per strutture spaziali gonfiabili che incorporano speciali polimeri in grado di indurirsi e solidificarsi in poche ore, da usarsi per moduli abitativi, scudi di rientro, airbag (Astrium)
- OWLS (Optical WireLess intraSpacecraft communications) una tecnologia per le comunicazioni ottiche wireless all’interno di veicoli spaziali, vista come mezzo per ridurre la necessità di fili e connettori dentro un modulo spaziale (INTA, Instituto Nacional de Técnica Aeroespacial Spagna con supporto ESA).
Fonte dati, ESA.
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