(Immagine, fonte NASA)
NEWS SPAZIO :- Molto lontano dal nostro sistema solare, a 150 anni luce da noi nella costellazione Pegaso c'è una stella simile al nostro sole. Intorno ad essa orbita HD 209458b, un pianeta gassoso più grande del nostro Giove.
Utilizzando i due telescopi orbitanti Hubble e Spitzer, ricercatori NASA hanno individuato all'interno di HD 209458b la presenza di composti organici, la chimica di base per la vita. Sebbene il pianeta non sia abitabile (secondo i nostri parametri) è importante sottolineare la capacità da parte di scienziati terrestri di determinare i mattoni fondamentali della vita dispersi nell'universo. Se la stessa chimica rilevata in HD 209458b venisse trovata in un pianeta roccioso ciò potrebbe indicare la presenza di vita.
"E' il secondo pianeta fuori dal nostro sistema solare in cui sono stati trovati acqua, metano ed anidride carbonica, i quali sono potenzialmente importanti per i processi biologici nei pianeti abitabili" ha detto il ricercatore NASA Mark Swain del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, "Rilevare composti organici in due esopianeti aumenta le possibilità che diventi abbastanza comune trovare pianeti con molecole legate alla vita".
Questi nuovi risultati si aggiungono a quanto scoperto in precedenza lo scorso dicembre 2008 in un altro esopianeta gigante, anche qui molecole di anidride carbonica, vapori d'acqua e metano su HD 189733b.
Ma come è possibile individuare questi componenti a 150 anni luce di distanza? Facendo un rapido conto 150 anni luce corrispondono a circa 300.000 (chilometri percorsi dalla luce in un secondo) moltiplicato 60x60x24 (secondi che ci sono in un giorno) moltiplicato 365 (giorni che ci sono in un anno) moltiplicato 150. Il risultato è per noi spaventoso, si tratta di 300.000 x 60 x 60 x 24 x 365 x 150 = 1.419.120 miliardi di chilometri, circa 1,5 milioni di miliardi di chilometri.
La risposta è "spettroscopia". Analizzando la luce emessa dal pianeta e catturata dai telescopi spaziali questa viene divisa in componenti che rilevano le firme spettrali caratteristiche dei vari elementi chimici. In particolare sono stati utilizzati la fotocamera near-infrared ed il multi-object spectrometer di Hubble ed i fotometro e spettrometro ad infrarossi di Spitzer.
Ancora Swain: "Questo dimostra che siamo in grado di rilevare le molecole responsabili dei processi vitali".
Individuare pianeti rocciosi più simili alla Terra è compito della missione NASA Kepler, lanciata lo scorso marzo.
Se in tali pianeti verranno trovati composti organici questo non vorrà necessariamente dire che la vita è presente perché vi sono anche processi non biologici che possono generare tali componenti, ma certamente quei pianeti meriteranno maggiore attenzione di altri.
Swain: "Questi pianeti sono troppo lontani per inviarci delle sonde, quindi l'unico modo che avremo per imparare qualcosa da essi è puntare i [nostri] telescopi. La spettroscopia è uno strumento potentissimo per determinare la loro chimica e le loro dinamiche".
Utilizzando i due telescopi orbitanti Hubble e Spitzer, ricercatori NASA hanno individuato all'interno di HD 209458b la presenza di composti organici, la chimica di base per la vita. Sebbene il pianeta non sia abitabile (secondo i nostri parametri) è importante sottolineare la capacità da parte di scienziati terrestri di determinare i mattoni fondamentali della vita dispersi nell'universo. Se la stessa chimica rilevata in HD 209458b venisse trovata in un pianeta roccioso ciò potrebbe indicare la presenza di vita.
"E' il secondo pianeta fuori dal nostro sistema solare in cui sono stati trovati acqua, metano ed anidride carbonica, i quali sono potenzialmente importanti per i processi biologici nei pianeti abitabili" ha detto il ricercatore NASA Mark Swain del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, "Rilevare composti organici in due esopianeti aumenta le possibilità che diventi abbastanza comune trovare pianeti con molecole legate alla vita".
Questi nuovi risultati si aggiungono a quanto scoperto in precedenza lo scorso dicembre 2008 in un altro esopianeta gigante, anche qui molecole di anidride carbonica, vapori d'acqua e metano su HD 189733b.
Ma come è possibile individuare questi componenti a 150 anni luce di distanza? Facendo un rapido conto 150 anni luce corrispondono a circa 300.000 (chilometri percorsi dalla luce in un secondo) moltiplicato 60x60x24 (secondi che ci sono in un giorno) moltiplicato 365 (giorni che ci sono in un anno) moltiplicato 150. Il risultato è per noi spaventoso, si tratta di 300.000 x 60 x 60 x 24 x 365 x 150 = 1.419.120 miliardi di chilometri, circa 1,5 milioni di miliardi di chilometri.
La risposta è "spettroscopia". Analizzando la luce emessa dal pianeta e catturata dai telescopi spaziali questa viene divisa in componenti che rilevano le firme spettrali caratteristiche dei vari elementi chimici. In particolare sono stati utilizzati la fotocamera near-infrared ed il multi-object spectrometer di Hubble ed i fotometro e spettrometro ad infrarossi di Spitzer.
Ancora Swain: "Questo dimostra che siamo in grado di rilevare le molecole responsabili dei processi vitali".
Individuare pianeti rocciosi più simili alla Terra è compito della missione NASA Kepler, lanciata lo scorso marzo.
Se in tali pianeti verranno trovati composti organici questo non vorrà necessariamente dire che la vita è presente perché vi sono anche processi non biologici che possono generare tali componenti, ma certamente quei pianeti meriteranno maggiore attenzione di altri.
Swain: "Questi pianeti sono troppo lontani per inviarci delle sonde, quindi l'unico modo che avremo per imparare qualcosa da essi è puntare i [nostri] telescopi. La spettroscopia è uno strumento potentissimo per determinare la loro chimica e le loro dinamiche".
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RispondiEliminaScoperti Ufficialmente i primi 4000 esopianeti
RispondiEliminaUn colpo d’occhio sui quattromila pianeti a oggi conosciuti, oltre agli otto del Sistema solare. È quanto ci offre il video scelto oggi come Apod dalla Nasa.
nel corso del video, lungo circa un minuto, i pianeti appaiono nell’ordine in cui sono stati scoperti, a partire dal primo confermato – era il 1992 – fino appunto al quatromillesimo. Poi c’è la posizione, anche questa realistica, con i circoletti che rappresentano i pianeti proiettati a tutto cielo in coordinate eclittiche su uno sfondo con la Via Lattea. A proposito dei circoletti: la loro dimensione è proporzionale all’ampiezza dell’orbita del pianeta attorno alla sua stella. Quanto al periodo di rivoluzione, è rappresentato da un suono: note acute per le orbite più brevi e note gravi per le orbite di lungo periodo. Il volume di ogni nota, invece, riflette quanti pianeti con periodi orbitali simili sono stati annunciati contemporaneamente.
URL: https://www.media.inaf.it/2019/07/10/exoplanets-dataviz/