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sabato 31 ottobre 2009

Nuovi dati scientifici e nuove immagini di Mercurio, by NASA e MESSENGER!

NEWS SPAZIO :- La NASA terrà una teleconferenza il prossimo 3 novembre 2009 alle ore 1 p.m. EST (18:00 ora italiana) per annunciare nuovi dati scientifici e pubblicare nuove immagini relative al terzo flyby di Mercurio da parte della sonda MESSENGER (Mercury Surface, Space Environment, Geochemistry and Ranging), flyby avvenuto lo scorso 29 settembre 2009 (Immagine, fonte NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington).

Immagini spettacolari del terzo passaggio ravvicinato di MESSENGER al pianeta Mercurio erano già state pubblicate all'inizio del mese, al seguente post

http://newsspazio.blogspot.com/2009/10/la-sonda-nasa-messenger-il-suo-flyby-e.html

Aspettiamo quindi per conoscere le novità.

Fonte dati, NASA.

venerdì 30 ottobre 2009

La navetta cargo giapponese HTV-1 lascia la Stazione Spaziale Internazionale

(Immagine, fonte JAXA)

NEWS SPAZIO :- Siamo quasi al termine della missione HTV-1, la prima navetta cargo giapponese per rifornimenti alla Stazione Spaziale Internazionale. Tra poco meno di un'ora, alle ore 18:30 (ita), è infatti prevista la sua partenza dalla Stazione.

HTV-1 verrà: 1) agganciato da SSRMS (Space Station Remote Manipulator System), il braccio robotico della ISS; 2) sganciato dalla Stazione e 3) liberato. Dopodichè, nella giornata di domenica prossima HTV-1 verrà fatto precipitare in maniera controllata nell'atmosfera terrestre.

Dopo aver riempito HTV-1 con materiale di scarto e dopo che il comandante della stazione Frank De Winne ha tolto dal Pressurized Logistics Carrier (PLC) alcune luci ed i sensori di fumo (da usare nella ISS come parti di ricambio) è stato chiuso il portellone di accesso tra HTV-1 ed il Node 2 Harmony. Tramite il pannello di controllo di HTV-1 De Winne sarà in grado di comandare la navetta dopo che questa sarà stata rilasciata dal braccio robotico.

Andate sul sito NASA TV per la diretta video
http:/www.nasa.gov/ntv

Video dei primi risultati della missione LCROSS



NEWS SPAZIO :- Piccolissimo post per condividere il video del seminario svoltosi al SETI Institute la scorsa settimana in cui sono stati presentati i primi risultati della missione LCROSS (Lunar Crater Observation and Sensing Satellite).

La presentazione è stata condotta da Antony Colaprete (P.I. della missione), Jennifer Heldmann e Diane Wooden.

Qui sotto il canale YouTube di SETI
http://www.youtube.com/user/setiinstitute#p/a

Per tutte le notizie ed i risultati della missione LCROSS consultate la sezione del blog dedicata al seguente link
http://newsspazio.blogspot.com/search/label/LCROSS

Le immagini della sonda Mars Phoenix ricoperta di ghiaccio su Marte, by MRO!


NEWS SPAZIO :- Torniamo a parlare della sonda NASA Mars Phoenix che abbiamo lasciato nel gelido inverno marziano. A partire dal giorno del suo "ammartaggio" nella regione del polo Nord di Marte ha inviato a Terra dati estremamente importanti. I dettagli di quei giorni li trovate nella sezione a lei dedicata, qui sotto
http://newsspazio.blogspot.com/search/label/Phoenix

Una piccola descrizione della missione è invece qui
http://newsspazio.blogspot.com/2008/05/la-missione-phoenix-in-arrivo-su-marte.html

L'ultimo contatto con la sonda è del 2 novembre 2008 ed il giorno 10 novembre 2008 la NASA ne aveva dichiarato conclusa la missione.

La sonda NASA MRO (Mars Reconnaissance Orbiter), nel suo inviare spettacolari immagini a Terra con la fotocamera telescopia dell'esperimento HiRISE (che noi conosciamo bene, vero?) ha anche ripreso varie volte il sito su cui si è posata Phoenix. L'ultima immagine della piccola sonda che è stata pubblicata qui su questo blog la trovate a questo link
http://newsspazio.blogspot.com/2009/01/mars-phoenix-non-ancora-ricoperto-di.html

Essa risale al 21 dicembre 2008. Si tratta della prima immagine della sonda Phoenix dopo la fine della sua missione e mostra una sonda ancora libera dai ghiacci di CO2.

La foto pubblicata in cima a questo post è del 22 agosto 2009 e mostra invece un panorama totalmente differente. Phoenix è "in mezzo al ghiaccio". Qui sotto riporto un'altra immagine dello stesso sito ripresa poche settimane prima, il 30 luglio 2009.


Proprio in questi giorni nell'emisfero Nord di Marte termina l'inverno ed inizia la primavera. Da un messaggio sul canale Twitter di Phoenix di qualche giorno fa apprendo che il team di missione a Terra proverà a contattare la sonda Phoenix nei primi giorni di Gennaio 2010 (e non più ad Ottobre 2009 come in precedenza comunicato), quando le giornate saranno più lunghe ed il sole sarà presente per maggior tempo.

Quali sono le possibilità che Phoenix possa tornare a funzionare? Molto poche dicono gli esperti, ma non si può mai dire. Aspettiamo ed incrociamo le dita.

Immagini, fonte NASA/JPL/University of Arizona. Annotazioni di Emily Lakdawalla (Planetary Society).

giovedì 29 ottobre 2009

Bellissime e bizzarre dune di Marte, by MRO!

NEWS SPAZIO :- Ecco altre spettacolari immagini di Marte rilasciate dal team di missione dell'esperimento HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment) a bordo della sonda NASA Mars Reconnaissance Orbiter (MRO). Oggi ho scelto tre paesaggi di dune tra i più bizzarri.

22 Agosto 2009



23 Agosto 2009



24 Agosto 2009


Fate click direttamente sulle immagini per vederle alla loro risoluzione massima. Non sono uno spettacolo?

Immagini, fonte NASA/JPL/University of Arizona.

Nuove immagini entusiasmanti HIRES del sito di allunaggio di Apollo 17, by LRO!

(Immagine, fonte NASA/GSFC/Arizona State University)

NEWS SPAZIO :- E questa volta si vede anche la bandiera! La sonda NASA Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) in orbita intorno alla Luna a soli 50 Km di altezza ha raccolto nuove entusiasmanti immagini del sito di atterraggio di Apollo 17.

A partire dallo scorso mese di luglio LRO aveva iniziato a mostrarci i luoghi della superficie lunare dove si erano posati i moduli di discesa delle varie missioni Apollo (vedi qui e qui).

Le ultime immagini rilasciate recentemente dal team scientifico riguardano la missione Apollo 17 del lontano 1972 e rispetto alle prime rilasciate a luglio queste hanno una risoluzione molto migliore. Al momento del passaggio della sonda sopra il sito il sole era alto nel cielo (28° di incidenza) e questo ha aiutato a rilevare anche piccole differenze nella luminosità della superficie lunare.

Guardate il seguente ingrandimento:

(Immagine, fonte NASA/GSFC/Arizona State University)

Con una risoluzione di 50 cm/pixel lo stadio di discesa del modulo lunare Challenger è chiaramente visibile e con i suoi otto pixel di estensione si riescono anche a distinguere le gambe. Inoltre si arriva addirittura ad intravedere la bandiera (Flag) piantata dagli astronauti. Non è eccezionale?

Ritornando alla prima immagine pubblicata
le tracce lasciate dagli astronauti sono chiaramente visibili. Ad est Jack Schmitt and Gene Cernan hanno installato l'esperimento SEP (Surface Electrical Properties), il quale ha consentito agli scienziati di caratterizzare le proprietà elettriche della regolite.

Un po' più in basso rispetto al SEP si vede anche il rover lunare, l'LRV (Lunar Roving Vehicle), "parcheggiato" da Cernan in una zona particolare.

Ad ovest si distingue il set di esperimenti ALSEP (Apollo Lunar Surface Experiments). Qui sotto la foto scattata direttamente dagli astronauti che fornisce una visuale decisamente differente di tale area.

(Immagine, fonte NASA)

Per ultima aggiungo la foto del sito di Apollo 17 così come ripresa per la prima volta a luglio da LRO.

(Immagine, fonte NASA/GSFC/Arizona State University)

Qui sotto il video su YouTube (bellissimo!)
http://www.youtube.com/watch?v=svk3tXsibNU

e qui andateci se volete esplorare interattivamente il sito
http://wms.lroc.asu.edu/lroc_browse/view/M109032389LE

Per tutte le notizie sulla missione LRO consultate la sezione dedicata del blog
http://newsspazio.blogspot.com/search/label/LRO

mercoledì 28 ottobre 2009

Ares I-X: Liftoff! Primo volo di test partito!


NEWS SPAZIO :- Partito! Alle 16:30 ora italiana, dopo più di trent'anni un nuovo razzo spaziale parte dal Kennedy Space Center, Florida. La missione durerà circa due minuti, durante i quali più di settecento sensori invieranno dati dal centro di controllo a terra.


La separazione tra il primo stadio e l'USS (Upper Stage Simulator) è appena avvenuta. USS e primo stadio cadranno nell'oceano per essere poi recuperati.


Dopo l'annullamento di ieri a causa delle cattive condizioni meteo è finalmente partito Ares I-X, il primo volo di test della nuova generazione di razzi Ares. Anche se il loro futuro è incerto gli scienziati contano di raccogliere importanti informazioni dai sensori di bordo.


Immagini, fonte NASA TV.

AGGIORNAMENTO
Ecco un primo video del lancio, da YouTube



Enjoy!

Missione LCROSS: nuovi risultati verranno presentati il 15-19 novembre prossimi

(Immagine, fonte NASA)

NEWS SPAZIO :- Dopo i primi risultati della missione LCROSS (Lunar Crater Observation and Sensing Satellite) presentati dal team di missione ho trovato notizia di un nuovo appuntamento in cui ne verranno presentati di nuovi.

Si tratta del meeting del Lunar Exploration Analysis Group (LEAG) che avrà luogo a Houston (Texas) dal 15 al 19 novembre 2009.

La foto pubblicata qui sopra è stata ripresa dalla Mid-Infrared Camera (MIR1) della sonda LCROSS, la quale è sensibile a lunghezze d'onda che vanno da 6 a 10 micron. Si vede con chiarezza la "firma termica" dell'impatto del Centaur. La risoluzione dell'immagine è di circa 4 metri/pixel.

Per tutti le informazioni sulla missione LCROSS andate alla sezione dedicata del blog
http://newsspazio.blogspot.com/search/label/LCROSS

Fonte dati, NASA e LCROSS Facebook Team.

martedì 27 ottobre 2009

Ares I-X a T-4 minuti dal lancio e Space Shuttle Atlantis tutti e due in rampa

(Immagine, fonte NASA/Kim Shiflett)

NEWS SPAZIO :- Il conto alla rovescia del primo lancio di test di Ares I-X è attualmente fermo a T-4 minuti. Al momento c'è un problema metereologico che ha portato allo stato di "hold".

Nel frattempo, come promesso, pubblico la bellissima e molto significativa foto ad alta risoluzione che ritrae sia Ares che lo Space Shuttle Atlantis STS-129 ciascuno in attesa sulle rampe di lancio.

Restiamo in attesa della ripresa del conto alla rovescia.

AGGIORNAMENTO (h: 16:22)
Il tempo non collabora, lancio annullato a causa delle condizioni meteo sul "red".

(Immagine, fonte NASA TV)

Nuovo tentativo domani.


lunedì 26 ottobre 2009

Mandiamo un messaggio su Venere con l°Agenzia Spaziale Giapponese e la missione °AKATSUKI°


NEWS SPAZIO :- Venere è il pianeta del sistema solare più vicino a noi. La sua dimensione è paragonabile alla nostra Terra ed è un obiettivo principale per lo studio della formazione del nostro ambiente. Precedenti missioni spaziali hanno scoperto un ambiente molto "estremo": 92 Bar di pressione, abbondanza di CO2, un effetto serra che porta a temperature perfino superiori a quelle che si trovano su Mercurio.

Il prossimo anno il Giappone lancerà la missione Venus Climate Orbiter (VCO), con l'obiettivo primario di studiare la misteriosa circolazione atmosferica di Venere osservando i movimenti atmosferici ed i processi di formazione delle nuvole. VCO esplorerà Venere usando nuove fotocamere molto sofisticare dedicate agli studi meteorologici ed utilizzando tecniche di radio scienza.

Il nome in codice della missione giapponese è AKATSUKI e l'Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA) ha avviato una campagna di coinvolgimento in cui invita tutti noi ad inviare un messaggio che raggiungerà Venere a bordo di AKATSUKI.
Una cosa simpatica che differenzia questa iniziativa dalle precedenti indette dalla NASA è che i vari messaggi non saranno registrati in un DVD, ma incisi a lettere su placche di alluminio che saranno poi installate nello scafo VCO, come mostrato dalle fotografie qui sotto.

I messaggi dovranno essere al massimo di 20 caratteri per il nome e di 40 caratteri per il testo. C'è tempo fino al 25 dicembre 2009. Per lasciare il vostro messaggio andate a questo link


Qui sotto c’è un video della JAXA sulla missione Venus Climate Orbiter


Immagini, fonte JAXA.

Meteorite precipita in Latvia, nessun ferito

NEWS SPAZIO :- Venti metri di cratere, profondità 10 metri. E' quello che resta di un meteorite che è precipitato ieri domenica 25 ottobre 2009 vicino alla cittadina di Mazsalaca nel distretto di Valmieran in Latvia.

Secondo le notizie pubblicate dall'agenzia di stampa russa Ria Novosti non ci sono feriti. Ancora non si sa se si tratta di un asteroide o di un satellite artificiale, nel qual caso è possibile che possano esservi tracce radioattive. La zona è stata isolata al pubblico e personale del Latvian Radiation Centre e delle forze armate sono state inviate sul posto.

Qui sotto un video su YouTube dell'impatto.





AGGIORNAMENTO
Secondo alcune notizie in rete sembra che il cratere sia un falso (vedi qui). In attesa di altre news.

sabato 24 ottobre 2009

°All systems GO° per il volo di test di Ares I-X

(Immagine, fonte NASA)

NEWS SPAZIO :- Ha avuto luogo ieri al Kennedy Space Center in FLorida il Flight Test Readiness Review per il primo volo di test di Ares I-X. Tutto è pronto ed i manager NASA hanno confermato e reso ufficale la data del 27 ottobre 2009 ore 8 a.m. EDT (13.00 ita) come data per il lancio.

Doug Cooke, amministratore associato NASA dell'Exploration Systems Mission Directorate, ha dichiarato: "Questo test porterà importanti informazioni per supportare i prossimi passi della nazione nell'esplorazione. Non ci sono sostituti per i dati veri - i test in volo chiariscono la distinzione tra i risultati attesi ed una reale esperienza di volo".

Si tratta del primo volo NASA in più di 30 anni realitivo ad un nuovo veicolo spaziale. Il test sarà suborbitale, durerà circa due minuti e raggiungerà i 45 Km di altitudine. Due ore dopo il lancio si terrà una conferenza stampa. TV streaming su NASA TV.

Nel frattempo ecco un piccolo video NASA pre-launch

Esploratori antichi e moderni

(Immagine, fonte NASA)

NEWS SPAZIO :- Mi sono imbattuto in questa foto del 1992 e non ho resistito.

Sei settembre 1492. Il navigatore genovese Cristoforo Colombo salpa dall'isola di Gomera. La storia la conosciamo bene, le sue navi, la Niña, la Pinta e la Santa Maria raggiungeranno le Bahamas il 12 ottobre e poi Cuba il 28 ottobre.

Mezzo millennio dopo, nel 1992, durante le celebrazioni del 500° anniversario del primo viaggio di Cristoforo Colombo furono costruite tre navi - copie delle originali - le quali navigarono l'atlantico pilotate da volontari.

Nel giungo del 1992 le repliche della Niña, della Pinta e della Santa Maria passarono vicino ai siti di lancio (i Launch Pad) del Kennedy Space Center nell'attuale Florida. In attesa di partire per la missione STS-49 è visibile lo Space Shuttle Endeavour.

Ed anche se il programma Space Shuttle si sta avvicinando alla sua conclusione la foto pubblicata è molto significativa, perché alla fine qual'è la differenza tra gli antichi esploratori che solcavano oceani sconosciuti ed i nuovi astronauti che esplorano lo Spazio? Per me nessuna, sono due espressioni diverse dello stesso impulso: voler conoscere.

venerdì 23 ottobre 2009

Pubblicato il rapporto finale della Commissione Augustine per il futuro dell°esplorazione spaziale americana

(Immagine, fonte NASA)

NEWS SPAZIO :- Come preannunciato ecco che è stato reso noto il rapporto finale della Commissione Augustine per la revisione del programma di esplorazione spaziale americano.

Eccolo disponibile al seguente indirizzo
http://www.nasa.gov/pdf/396093main_HSF_Cmte_FinalReport.pdf

o direttamente sul sito web della Commissione, qui sotto
http://www.nasa.gov/offices/hsf/home/index.html

Questo week-end lo leggerò con attenzione, anche se dai primi commenti letti pare che la sostanza sia praticamente la stessa del rapporto preliminare uscito lo scorso settembre e che riporto qui sotto
http://www.nasa.gov/pdf/384974main_Transmittal%20Ltr%20for%20Summary%20Report%20-%20FINAL.pdf

Qui sotto invece sono elencati tutti i documenti della Commissione
http://www.nasa.gov/offices/hsf/related_documents/index.html

Adesso più che mai le speranze e le aspettative sono tutte rivolte alla Casa Bianca, anche se personalmente sono ottimista. Se prevarrà il buon senso, come spero, vedremo aumentare gli sforzi per una sempre maggiore collaborazione internazionale in ambito spaziale.

Del resto la Stazione Spaziale Internazionale, la sua sola esistenza, dimostra i grandi risultati che si possono ottenere insieme. Voi che ne pensate?

giovedì 22 ottobre 2009

Forse una caverna sotterranea sulla Luna, by Kaguya-Selene

(Immagine, fonte ISAS / JAXA / Junichi Haruyama et al.)

NEWS SPAZIO :- I ricercatori della missione giapponese Kaguya-Selene analizzando i dati inviati dalla sonda hanno scoperto sulla superficie lunare qualcosa di estremamente particolare. Si tratta di un... buco!

Probabilmente è di una caverna che si sviluppa nel sottosuolo, magari di lontanissima origine vulcanica.

Gli scienziati Junichi Haruyama, Kazuyuki Hioki, Motomaro Shirao, Tomokatsu Morota, Harald Hiesinger, Carolyn van der Bogert, Hideaki Miyamoto, Akira Iwasaki, Yasuhiro Yokots, Makiko Ohtake, Tsuneo Matsunaga, Seiichi Hara, Shunsuke Nakanotani e Carlé Pieters hanno descritto la scoperta in un articolo dal titolo "Possible lunar lava tube skylight observed by SELENE cameras" in stampa su Geophysical Research Letters.

E' la prima volta che viene identificata una struttura del genere sul suolo lunare. Questo "buco" è localizzato nel complesso vulcanico delle Marius Hills, a sud dell'Oceanus Procellarum, nella parte ovest della faccia visibile della Luna.


(Immagine, fonte NASA)

Sono state riprese varie immagini, sia con la Terrain Camera (cinque) che con il Multi-band Imager (quattro) di Kaguya. Da queste il team di ricercatori hanno dedotto che il buco è più fondo che largo, impossibile quindi che si tratti di un cratere da impatto.
Esso è
quasi circolare ed il suo diametro è approssimativamente di 65 metri, troppo piccolo per essere identificato dalle precedenti missioni lunari. L'immagine qui sotto mostra infatti una foto della sonda americana Lunar Orbiter IV del 1967. L'area all'interno del piccolo rettangolo bianco è quella analizzata da Kaguya-Selene.

(Immagine, fonte nasa / id: 157-H2)

Le riprese fatte da Kaguya-Selene hanno consentito ai ricercatori di stimarne anche la profondità, risultata essere di circa 80-88 metri, con pareti molto ripide. Si ritiene inoltre che sul fondo possa esservi una caverna di almeno 370 metri di ampiezza.

Se così fosse si tratterebbe di una scoperta importante sia per gli studi sulla vulcanologia lunare che per i futuri avamposti umani sulla Luna. La regione Marius Hills è infatti un target di esplorazione molto importante.

(Immagine, fonte ISAS / JAXA / Junichi Haruyama et al.)

Certo una base sotterranea offre una naturale protezione dalle radiazioni e dalle escursioni termiche che si hanno sulla superficie.

Ad ogni modo questa regione è anche nella lista dei siti di esplorazione della sonda NASA LRO, in orbita intorno al nostro satellite ad appena 50 Km di altitudine. Essa potrà certamente fornire maggiori dettagli ed immagini a più alta risoluzione della zona. Neanche a dirlo che le aspettiamo con ansia, vero?

Fonte dati, Planetary Society.

Voli spaziali °privati° non prima del 2014, by Roscosmos!

(Immagine, fonte NASA)

NEWS SPAZIO :- Contrariamente a quanto affermato alcune settimane fa dalla società Space Adventures, cioè che a partire dal 2012 sarebbe stata in grado di inviare due turisti spaziali alla volta sulla Stazione Spaziale Internazionale,
nei giorni scorsi l'Agenzia Spaziale della Federazione Russa (Roscosmos) ha dichiarato che ciò non potrà essere possibile prima del 2014.

Secondo quanto riportato in un articolo pubblicato sul sito Flightglobal.com il capo del direttorato per le missioni spaziali con equipaggi Alexey Krasnov ha spiegato che una missione "privata", costituita quindi da due turisti spaziali e da un solo astronauta professionista, essendo una novità rispetto all'attuale configurazione di missione (due astronauti professionisti ed un turista) ha un "regime di missione" differente.

Abilitare questa nuova tipologia di volo necessita, sempre secondo Krasnov, di almeno quattro o cinque anni per predisporre nuove operazioni sul veicolo spaziale, nuove procedure, nuove modalità di addestramento del pilota.
Un altro problema evidenziato è la necessità di tempo per arrivare ad incrementare la produzione di navicelle Soyuz dalle quattro annuali previste e tutte dedicate al programma ISS alle cinque (sempre annuali) richieste.

mercoledì 21 ottobre 2009

Domani il rapporto finale della Commissione Augustine sul futuro del programma di esplorazione spaziale americano

NEWS SPAZIO :- Si terrà domani 22 ottobre 2009 alle ore 1 p.m. EDT (19:00 ora italiana) una conferenza stampa di Norman Augustine, capo della Commissione Augustine per la revisione del programma di esplorazione spaziale americano voluta dal presidente americano Barack Obama (immagine, fonte NASA).

Durante la conferenza verrà reso pubblico il rapporto finale della Commissione e saranno disponibili copie cartacee dello stesso. Contemporaneamente il rapporto verrà pubblicato nel sito web della Commissione stessa


La conferenza avrà luogo alla Zenger Room del National Press Club 529 14th St. NW, Washington e sarà trasmessa live sul sito di NASA TV


Lo scorso 8 settembre 2009 era stato presentato il rapporto preliminare a conclusione delle attività iniziate a giugno. Ecco l'articolo

http://newsspazio.blogspot.com/2009/09/presentato-il-rapporto-preliminare.html

Trovati composti organici alla base della vita in un altro esopianeta, il secondo, by Hubble e Spitzer!


(Immagine, fonte NASA)

NEWS SPAZIO :- Molto lontano dal nostro sistema solare, a 150 anni luce da noi nella costellazione Pegaso c'è una stella simile al nostro sole. Intorno ad essa orbita HD 209458b, un pianeta gassoso più grande del nostro Giove.

Utilizzando i due telescopi orbitanti Hubble e Spitzer, ricercatori NASA hanno individuato all'interno di HD 209458b la presenza di composti organici, la chimica di base per la vita. Sebbene il pianeta non sia abitabile (secondo i nostri parametri) è importante sottolineare la capacità da parte di scienziati terrestri di determinare i mattoni fondamentali della vita dispersi nell'universo. Se la stessa chimica rilevata in HD 209458b venisse trovata in un pianeta roccioso ciò potrebbe indicare la presenza di vita.

"E' il secondo pianeta fuori dal nostro sistema solare in cui sono stati trovati acqua, metano ed anidride carbonica, i quali sono potenzialmente importanti per i processi biologici nei pianeti abitabili" ha detto il ricercatore NASA Mark Swain del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, "Rilevare composti organici in due esopianeti aumenta le possibilità che diventi abbastanza comune trovare pianeti con molecole legate alla vita".

Questi nuovi risultati si aggiungono a quanto scoperto in precedenza lo scorso dicembre 2008 in un altro esopianeta gigante, anche qui molecole di anidride carbonica, vapori d'acqua e metano su HD 189733b.

Ma come è possibile individuare questi componenti a 150 anni luce di distanza? Facendo un rapido conto 150 anni luce corrispondono a circa 300.000 (chilometri percorsi dalla luce in un secondo) moltiplicato 60x60x24 (secondi che ci sono in un giorno) moltiplicato 365 (giorni che ci sono in un anno) moltiplicato 150. Il risultato è per noi spaventoso, si tratta di 300.000 x 60 x 60 x 24 x 365 x 150 = 1.419.120 miliardi di chilometri, circa 1,5 milioni di miliardi di chilometri.

La risposta è "spettroscopia". Analizzando la luce emessa dal pianeta e catturata dai telescopi spaziali questa viene divisa in componenti che rilevano le firme spettrali caratteristiche dei vari elementi chimici. In particolare sono stati utilizzati la fotocamera near-infrared ed il multi-object spectrometer di Hubble ed i fotometro e spettrometro ad infrarossi di Spitzer.

Ancora Swain: "Questo dimostra che siamo in grado di rilevare le molecole responsabili dei processi vitali".

Individuare pianeti rocciosi più simili alla Terra è compito della missione NASA Kepler, lanciata lo scorso marzo.

Se in tali pianeti verranno trovati composti organici questo non vorrà necessariamente dire che la vita è presente perché vi sono anche processi non biologici che possono generare tali componenti, ma certamente quei pianeti meriteranno maggiore attenzione di altri.

Swain: "Questi pianeti sono troppo lontani per inviarci delle sonde, quindi l'unico modo che avremo per imparare qualcosa da essi è puntare i [nostri] telescopi. La spettroscopia è uno strumento potentissimo per determinare la loro chimica e le loro dinamiche".

martedì 20 ottobre 2009

Ares I-X pronto sulla rampa di lancio, Roll-Out completato!

(Immagine, fonte NASA)

NEWS SPAZIO :- Ares I-X ha raggiunto al sito di lancio, il Launch Pad 39B del Kennedy Space center in Florida. La manovra di "Roll Out" era iniziata questa mattina alle 07:39 (ita) dall'edificio di assemblaggio, il VAB (Vehicle Assembly Building), per concludersi alle 15:17.

Venerdì prossimo si terrà l'incontro dei manager NASA (Flight Test Readiness Review) per definire la data ufficiale del volo di test. Ad oggi la pianificazione prevede il test per il prossimo 27 ottobre alle 8 a.m. EDT (14:00 ita).

(Immagine, fonte NASA TV)

E' un momento importante perché si tratta del primo volo di test della nuova generazione di razzi vettori e navicelle spaziali del programma spaziale americano, i successori dello Space Shuttle. Anche se la revisione del programma si esplorazione spaziale americano è ancora in atto (vedi qui), questo test darà alla NASA la possibilità di verificare il nuovo hardware e le nuove operazioni di terra.

Occasione unica quindi per ammirare contemporaneamente Ares I-X e lo Space Shuttle Atlantis ognuno in attesa nel proprio Launch Pad (appena trovo una foto di entrambi la pubblico).

Affollamento di lanci spaziali, slitta la missione Space Shuttle Atlantis STS-129

(Immagine, fonte NASA)

NEWS SPAZIO :- Nuova data per il lancio della missione Space Shuttle Atlantis STS-129 verso la Stazione Spaziale, inizialmente programmata per il 12 novembre 2009.

Due lanci da Cape Canaveral ed il lancio inaugurale del nuovo Ares I-X attualmente in programma per il prossimo 27 ottobre hanno portato i manager NASA a spostare di quattro giorni la missione STS-129 al 16 novembre.
Tra l'altro questa nuova schedulazione fornisce ad Ares I-X svariate opportunità di lancio, il 27, il 28 ed il 29 ottobre.

La nuova finestra di lancio per Atlantis dura invece solamente un giorno, per l'appunto il 16 novembre. Un eventuale secondo tentativo di lancio potrà avvenire il giorno dopo, il 17 novembre, ma dovrà essere concordato poiché in programma vi è il lancio di un razzo Delta IV.

Il 18 novembre la NASA non effettuerà lanci per via delle Leonidi, lo spettacolare sciame meteorico che puntualmente tutti gli anni investe la Terra proprio in quei giorni. Se Atlantis non riuscisse a partire se ne parlerà a dicembre, la successiva finestra di lancio infatti va dal 6 al 14 dicembre 2009.

Ma non è finita. Un altro elemento di complicazione è che Atlantis dovrebbe riuscire a partire entro il 13 dicembre e terminare la propria missione prima dell'arrivo della capsula russa Soyuz prevista per il 23 dicembre. Vi sono infatti misure di sicurezza che prevedono che lo Shuttle non possa essere agganciato alla Stazione quando è in arrivo un'altra navetta.

Ancora, per il 13-14 dicembre prossimi è previsto un altro sciame meteorico, le Geminidi.

Se Atlantis non riuscisse a partire entro il 13 dicembre allora è probabile che la missione venga rimandata a non prima del 7 gennaio 2010.

lunedì 19 ottobre 2009

L°Europa spaziale sempre più impegnata sul fronte della collaborazione internazionale

(Immagine, fonte NASA)

NEWS SPAZIO :- Come riportato in un articolo pubblicato oggi da FlightGlobal.com l'Agenzia Spaziale Europea ha proposto un approccio comune per il raggiungimento dell'orbita terrestre bassa (LEO, Low Earth Orbit) che possa quindi superare possibili eventuali problemi di rifornimento per la Stazione Spaziale Internazionale.

Attualmente solo la capsula Soyuz russa e lo Space Shuttle americano sono in grado di trasportare equipaggi sulla/dalla Stazione Spaziale Internazionale e quando la navetta NASA terminerà nel 2010 (o forse più in là) la sua vita operativa resterà soltanto la Soyuz. Per quanto riguarda il trasporto di rifornimenti, dopo lo Shuttle resteranno il Proton russo, l'ATV europeo e l'HTV giapponese.

A ciò si aggiungeranno in un prossimo (speriamo) futuro i servizi commerciali delle società SpaceX ed Orbital Sciences Corporation, per adesso limitati al solo cargo.

Inoltre il futuro del programma Constellation è incerto. Tutti aspettano le decisioni dell'amministrazione americana a seguito della Commissione Augustine sul futuro dell'esplorazione spaziale americana, decisione che potrebbe essere lontana parecchi mesi.

In questo scenario l'ESA, nella persona del suo Direttore Generale Jean-Jacques Dordain, ha auspicato la necessità di una politica comune che porti ad un coordinamento internazionale tra i vari partner del programma Stazione Spaziale Internazionale per pianificare le attività future.

Attualmente la NASA sta sviluppando la propria capsula Orion per voli abitati e sta aiutando il settore privato a fare altrettanto (Commercial Crew Program), ma per quanto detto in precedenza anche qui il futuro è incerto.

Il prossimo anno inizieranno le trattative con India e Corea del Sud che hanno espresso la volontà di entrare a far parte del programma ISS. Inoltre La stessa India ha in programma di realizzare per il 2016 una propria capsula spaziale per il trasporto di astronauti.

Anche la Cina ha intenzione di entrare nel programma ISS e la sua capsula Shenzhou potrebbe essere un'altra opzione per il trasporto di astronauti.

Un po' di coordinamento è tuttavia iniziato tra ESA e NASA, collaborazione per i futuri sistemi di trasporto spaziale.
I due paesi saranno infatti impegnati per i prossimi due anni alla definizione di un sistema di aggancio standard che potrebbe essere utilizzato nella ISS.

Da non dimenticare poi che l'Europa ha tra poco un importante appuntamento, la 1st EU-ESA International Conference on Human Space Exploration, che si terrà a Praga il 23 ottobre prossimo.

domenica 18 ottobre 2009

Mars Rover Opportunity, l°esploratrore di meteoriti

(Immagine, fonte NASA/JPL/Cornell/University of Arizona)

NEWS SPAZIO :- E' di alcuni giorni fa la notizia che nel suo viaggio per raggiungere il grande cratere Endeavour il piccolo robot NASA Opportunity ha incontrato un nuovo meteorite.

Dopo aver trascorso sei settimane a studiare il meteorite "Block Island", a circa 700 metri di distanza ha incontrato un altro meteorite lungo 47 cm, a cui è stato dato il nome di "Shelter Island". Eccolo qui sotto.

(Immagine, fonte NASA/JPL-Caltec)

Nella mappa presente nella prima immagine in alto sono indicati i punti in cui il rover si è fermato ad analizzare le rocce.

Due giorni fa Opportunity ha terminato di studiare quest'ultimo meterorite ed ha ripreso il viaggio e pare che stia attraversando un'area relativamente popolata di piccole rocce. Un altro meteorite dal nome Mackinac ha "attirato" la sua attenzione!

sabato 17 ottobre 2009

Missione LCROSS, i primi risultati NASA e le prime immagini del °cratere Centaur°


NEWS SPAZIO :- Ci siamo, cominciano ad arrivare! Mi riferisco ai primi risultati della missione LCROSS (Lunar Crater Observation and Sensing Satellite) dopo il doppio impatto del 9 ottobre scorso nel cratere Cabeus vicino al polo sud della Luna. Per primi sono arrivati proprio il gruppo di scienziati della missione con un comunicato NASA nel quale, lo dico subito, non c'è ancora nessun riferimento alla presenza o meno di acqua.

La sonda LCROSS ha prodotto una grande mole di dati sull'impatto del Centaur prima di collidere anch'essa con la superficie lunare. I nove strumenti di bordo hanno catturato ogni fase della sequenza dell'evento: il flash dell'impatto stesso, la nuvola di detriti generatasi e la creazione del 'cratere Centaur'.

Anthony Colaprete, Principal Investigator della missione LCROSS, ha dichiarato: "Il gruppo sta lavorando sodo sulle analisi ed i dati sembrano essere di ottima qualità".
All'interno dei dati ultravioletti/visibili/near infrared è stata rilevata anche la debole nuvola di detriti generata dall'impatto del Centaur. Ancora le parole di Colaprete: "C'è una chiara indicazione di un pennacchio di vapore e detriti. Rispetto all'estensione dei modelli di previsione che avevamo fatto la luminosità dei detriti eiettati appare essere al valore minimo e questo potrebbe essere un indizio delle proprietà del materiale su cui il Centaur è impattato".

Parametri come ampiezza, forma e visibilità del pennacchio di detriti aggiungono tutti informazioni importanti sulla concentrazione e lo stato del materiale nel sito di impatto.
LCROSS ha anche registrato il flash dell'impatto del Centaur in entrambe le fotocamere termiche (MIR, Mid InfraRed) per circa due secondi. La temperatura del flash fornisce anche in questo caso informazioni di rilievo per determinare la composizione del materiale nel luogo ove è avvenuto l'impatto.
Altri dati registrati dallo spettrometro ultravioletto/visibile sono le emissioni lo spettro di assorbimento attraverso il flash. Differenti materiali rilasciano o assorbono energia a specifiche lunghezze d'onda, misurabili proprio dagli spettrometri.

La sonda ha registrato ed inviato a Terra dati praticamente fino ad un secondo dal suo impatto e le fotocamere termica e near-infrared hanno prodotto immagini eccellenti del cratere Centaur, ad una risoluzione di meno di 2 metri. Da tali immagini è stata determinata la sua estensione, pari a circa 28 metri.

Colaprete: "Riuscire a fotografare il cratere Centaur ci aiuta a ricostruire il processo dell'impatto, che a sua volta ci è d'aiuto per comprendere le osservazioni del flash e del pennacchio eiettato".

Durante le prossime settimane il team di ricercatori della missione LCROSS insieme agli altri gruppi di osservazione continueranno ad analizzare ed a verificare i dati collezionati dai due impatti. Ogni nuova informazione seguirà l'iter di revisione scientifica e verrà pubblicata non appena sarà disponibile.

E questo è tutto per il comunicato NASA. Vediamo adesso le molte immagini rilasciate dal team di missione.

La prima immagine pubblicata qui sopra è stata ripresa dalla Visible Light Camera quindici secondi dopo l'impatto. L'estensione della nuvola di detriti è di circa 6-8 Km di diametro.

Qui sotto uno zoom della precedente immagine con evidenzita la nuvola di detriti


Visuale del polo sud lunare da un'altitudine di circa 770 Km (Visible Light Camera).


Qui sotto gli spettrometri UV/Visibile e Near Infrared hanno monitorato il flash dell'impatto, il pennacchio di detriti ed il fattore di riflessione all'interno del cratere Cabeus. L'immagine mostra la radiazione totale integrata tra tutte le lunghezze d'onda misurate da ogni spettrometro.


Questa immagine è stata ripresa dalla fotocamera MIR1 (Mid Infrared), sensibile alle lunghezze d'onda comprese tra 6,0 e 10,0 micron. La firma termica dell'impatto è rilevata chiaramente dalla freccia gialla (risoluzione di circa 4 metri/pixel).


Quest'altra immagine invece è stata scattata con la fotocamera NIR2 (Near Infrared), la cui sensibilità varia da 0,9 a 1,7 micron. La risoluzione è di circa 2 metri/pixel.


Ancora un'immagine della fotocamera MIR1. La freccia gialla indica la firma termica dell'impatto del Centaur. Questa osservazione è stata effettuata da un'altitudine di circa 600 Km con una risoluzione di circa 1020 metri/pixel. Il colore bianco rappresenta una temperatura di circa +35°C, il rosso è a circa +18°C ed il blu scuro è a circa -45°C. Le aree nere sono al di sotto di -50°C.


Ecco una sequenza di immagini riprese da MIR2. La prima di queste (da sinistra a destra) mostra il cratere Cabeus prima dell'impatto, a meno due secondi. La seconda immagine mostra la stessa scena con il contrasto aumentato. Occhio alla freccia che indica l'impronta termica dell'impatto. La risoluzione va da circa 1020 metri/pixel per T=0 fino a circa 990 metri/pixel a T=+6 sec.


Per ultima ecco un'altra serie di immagini riprese da MIR1 presentate in toni di grigio (bianco=caldo, nero=freddo) e con contrasto aumentato. La risoluzione va da circa 1020 metri/pixel per T=0 fino a circa 990 metri/pixel per T=+4 sec.


Immagini, fonte NASA.

venerdì 16 ottobre 2009

Nuovi entusiasmanti paesaggi di Marte, by MRO!


NEWS SPAZIO :- Ormai è un appuntamento fisso. Il team dell'esperimento HiRISE (
High Resolution Imaging Science Experiment) rilascia periodicamente nuove immagini riprese dalla sonda NASA MRO (Mars Reconnaissance Orbiter) in orbita intorno a Marte. Ed io ne scelgo alcune tra quelle che ritengo più significative e ve le propongo. Questa volta eccone quattro.

La prima foto qui sopra è una di quelle che mi piacciono di più. Ripresa il 24 Agosto 2009 essa mostra un paesaggio di dune estremamente suggestivo.

L'immagine seguente è invece del 22 Agosto 2009 e visualizza strisce in pendenza nella regione Olympus Mons Aureole


Adesso tocca ad un altro paesaggio di dune, ripreso il 14 Agosto 2009


L'ultima immagine è davvero eccezionale. E' del 18 Agosto 2009 e mostra dei depositi chiari nella regione Noctis Labyrinthus.


Non dimenticate di cliccare sulle foto per vederle alla loro risoluzione massima.

Immagini, fonte NASA/JPL/University of Arizona.

Ecco come la Luna crea la sua acqua

(Immagine, fonte Elsevier 2009, ESA-ISRO SARA data)

NEWS SPAZIO :- Il mese scorso la NASA aveva reso noti i risultati di tre differenti sonde spaziali, i quali confermavano la presenza di molecole d'acqua e di idrossile sulla Luna, tra l'altro non soltanto in prossimità dei poli ma sparse un po' ovunque. Ecco gli articoli relativi

http://newsspazio.blogspot.com/2009/09/le-immagini-nasa-della-presenza-dacqua.html
http://newsspazio.blogspot.com/2009/09/la-nasa-presenta-le-prove-della.html

Adesso si aggiungono nuove informazioni, una nuova scoperta dovuta allo strumento europeo SARA (Sub keV Atom Reflecting Analyser) a bordo della sonda lunare indiana Chandrayaan-1, i cui dati hanno confermato le ipotesi su come l'acqua possa essere creata sulla superficie lunare ed ha suggerito un nuovo metodo per riprendere immagini di qualunque corpo celeste privo d'atmosfer del sistema solare.

La superficie lunare è una serie di granelli irregolari di polvere, noti come regolite. Questa roccia porosa si comporta un po' come una spugna: le particelle provenienti dal Sole che investono la Luna restano infatti intrappolate negli spazi tra questi granelli e quindi assorbite.

Quando questo capita ai protoni ci si aspetta che questi interagiscano con l'ossigeno presente nella regolite e che producano ioni idrossile ed acqua.

I risultati di SARA confermano infatti tutto ciò, cioè che i nuclei dell'idrogeno provenienti dal Sole vengono assorbiti dalla regolite lunare.

Ma c'è dell'altro! E' ancora un mistero, eppure è così: non tutti i protoni vengono assorbiti dalle rocce lunari. Uno su cinque rimbalza nello spazio dopo che si è unito ad un elettrone ed è diventato un atomo di idrogeno.


"Non ci aspettavamo assolutamente di vedere questo [fenomeno]" sono le parole di Stas Barabash dello Swedish Institute of Space Physics, il Principal Investigator europeo per lo strumento SARA e responsabile della scoperta.

Inoltre questi atomi i idrogeno vengono "sparati" nello spazio ad una velocità di circa 200 Km/sec e senza essere deviati dalla (debole) gravità lunare. Essi volano via in linea retta, proprio come fotoni di luce. L'idrogeno è elettricamente neutro, quindi non risente dei vari campi magnetici presenti nello spazio.

In linea di principio ogni atomo può quindi essere tracciato fino a risalire al punto della superficie lunare da cui è stato emesso e generare quindi un'immagine della superficie stessa in cui le aree che emettono più idrogeno saranno più chiare.
Anche se la Luna non ha un campo magnetico globale, alcune rocce lunari sono magnetizzate e generano quindi campi magnetici locali assimilabili a "bolle magnetiche". Queste deviano i protoni solari nelle regioni circostanti, risultando scure nelle immagini generate a partire dall'idrogeno espulso.

I protoni in arrivo sulla Luna fanno parte del vento solare, un flusso costante di particelle emesse dal Sole. Esse collidono con ogni corpo celeste che incontrano (nel nostro Sistema Solare) e sono normalmente bloccate dalla sua atmosfera.
Nei corpi celesti che non hanno questo scudo naturale (asteroidi, Mercurio) il vento solare raggiunge il suolo. I ricercatori dello strumento SARA si aspettano quindi che anche questi oggetti possano riflettere molti protoni in arrivo in forma di atomi di idrogeno.

Questa nuova conoscenza sarà utilissima agli scienziati ed agli ingegneri che stanno preparando la missione ESA BepiColombo per Mercurio. La sonda avrà a bordo due strumenti simili a SARA.

Il gruppo di ricerca di Barabash ha pubblicato i suoi risultati in ‘Extremely high reflection of solar wind protons as neutral hydrogen atoms from regolith in space’, di M. Wieser, S. Barabash, Y. Futaana, M. Holmström, A. Bhardwaj, R. Sridharan, M.B. Dhanya, P. Wurz, A. Schaufelberger and K. Asamura, Planetary and Space Science, 2009.

Fonte dati, ESA.