NEWS SPAZIO :- Parliamo nuovamente della sonda Mars Phoenix, grande presenza in questo blog (vedi la sezione dedicata a questo link).
La notizia di oggi ruota tutta intorno all'immagine pubblicata in questo post. Essa è stata scattata da Phoenix alcuni giorni dopo l'atterraggio su Marte. Sono visibili alcune "cose" che sembrano bolle di un qualche materiale attaccate ad una gamba del veicolo, le quali a distanza di poche settimane sono cresciute di dimensione.
Da allora gli scienziati hanno cercato di darne una spiegazione. Una di queste è davvero affascinante, e verrà presentata alla conferenza Lunar and Planetary Science Conference che si terrà a Huston (Texas) il prossimo marzo.
Gli autori di questo studio sono Nilton Renno, ricercatore dell'University of Michigan (Ann Arbor) nonché membro del gruppo di scienziati della missione Mars Phoenix, insieme a 21 altri ricercatori tra cui il capo scienziato della missione stessa, Peter Smith dell' University of Arizona (Tucson).
L'ipotesi presentata è che possa trattarsi di acqua liquida che cresce assorbendo l'umidità atmosferica.
Acqua liquida su Marte? Come è possibile? Vi sono forti evidenze che acqua liquida possa esserci stata centinaia di milioni di anni fa sul Pianeta Rosso, ma adesso l'atmosfera marziana è troppo rarefatta e troppo fredda per consentire all'acqua di esistere allo stato liquido.
L'ipotesi proposta chiama in gioco il Perclorato, la cui presenza è stata rilevata nel sito di atterraggio di Phoenix.
Ne abbiamo parlato parecchio nei mesi scorsi, ecco un link che riassume vari post sull'argomento
http://newsspazio.blogspot.com/2008/08/riassumiamo-phoenix-marte-ed-il.html
L'assunzione importante su cui si sono basati gli scienziati è che il perclorato è un sale, ed un sale disciolto in acqua ne fa abbassare la temperatura di congelamento. In sostanza questo fenomeno significa che un sale si comporta come un potente antigelo (perché si sparge sale per le strade innevate? Per impedire che la neve si congeli in ghiaccio per temperature anche al di sotto di zero gradi).
E' quindi possibile che il Perclorato possa essersi effettivamente disciolto in acqua (scoperta anch'essa dalla piccola sonda terrestre), e sebbene la temperatura non sia mai salita sopra i -20°C durante tutto il periodo di attività di Phoenix, il perclorato-anti-gelo ne ha abbassato il punto di congelamento a -70°C, rendendo quindi concreta la possibilità di avere acqua (salata) liquida condensata su di una gamba del veicolo spaziale.
In che modo? Secondo i ricercatori è possibile che i razzi di discesa di Phoenix durante l'atterraggio possano aver fuso alcuni millimetri di ghiaccio presente nel suolo. Questo avrebbe schizzato le gambe del veicolo, e se la concentrazione di perclorato è stata sufficientemente alta allora l'acqua potrebbe essere rimasta in forma liquida durante il giorno marziano.
Con l'andare del tempo le bolle di acqua salata sarebbero cresciute assorbendo i vapori acquei atmosferici e potrebbero anche essere arrivate a gocciolare dalla gamba per finire di nuovo sul suolo.
Bene, questa è l'ipotesi intorno alla quale i ricercatori stanno compiendo esperimenti di laboratorio. Le parole di Renno: "Secondo i miei calcoli è possibile avere soluzione acquosa salina in forma liquida appena sotto la superficie marziana praticamente ovunque".
Ad ogni modo non tutti sono convinti. Michael Hecht, del NASA JPL di Pasadena (California), ed anche lui membro del team degli scienziati della missione Phoenix, ritiene invece che la fotografia mostri ghiaccio di acqua, e non acqua liquida, il quale sarebbe cresciuto grazie al vapore acqueo superficiale che si sarebbe congelato a contatto con la gamba.
Renno dal canto suo ritiene che il ghiaccio sulla gamba tenderebbe a sublimare invece che crescere, ma Hecht pensa però che il ghiaccio potrebbe aumentare se la gamba fosse più fredda dell'ambiente circostante.
La possibilità di una soluzione salina liquida porta ad un'altra affascinante domanda: potrebbe la vita resistere in queste soluzioni? Sulla Terra Sì, e su Marte?
Ovviamente il lavoro degli scienziati continua. Nei prossimi mesi verranno compiuti esperimenti per indagare sul comportamento dell'acqua in queste condizioni estreme.
Aspettiamo i risultati scientifici.
A parte nella prima, dove sembra abbastanza visibile lo stato liquido della goccia, le altre mi sembrano allo stato solido.
RispondiEliminaAd ogni modo, mi viene da fare una considerazione: anche se fossero allo stato solido, cosa cambia?
Sono sempre gocce, e la forma di goccia gelata la può assumere solamente nel caso in cui prima fosse stata liquida, perchè la crescita diffusiva per brinamento del vapore acqueo è decisamente diversa, e non dà origine gocce, ma piuttsto a un solido esteso su tutta la superficie presa in considerazione.
Già, ma l'ipotesi da verificare è che possa esistere ancora adesso su Marte acqua allo stato liquido. Dimostrare che possano esistere condizioni (anche particolari) per cui "oggi" su Marte possa esistere acqua allo stato liquido sarebbe una grande notizia. La presenza di acqua liquida è una condizione necessaria (e non sufficiente) affinchè possano svilupparsi le condizioni per far evolvere una qualunque forma di vita (come noi la conosciamo).
RispondiEliminaTrovare acqua liquida su Marte fornirebbe nuove direzioni di indagine.
Ciao e grazie del tuo commento.
Accidenti che bel blog! Chiaro e fruibile anche da un pubblico non specialista, come me.
RispondiEliminaRiguardo al post, vorrei sapere se nel frattempo vi siano stati aggiornamenti in merito.
Grazie