(immagine, fonte ESA)
In attesa dell'incontro di Parigi tra i capi delle agenzie spaziali aderenti al programma della Stazione Spaziale Internazionale programmato per il prossimo 17 luglio a Parigi (vedi questo post), i vari partner della ISS si sono riuniti nei giorni 10-11 luglio scorsi per discutere gli aspetti ingegneristici e finanziari che occorrerà intraprendere per prolungare la vita della Stazione fino al 2020 e forse oltre.
Riuniti nel cosiddetto Multilateral Coordination Board, i partner internazionali sono intervenuti in occasione di un simposio organizzato dalla International Astronautical Federation, organizzato per celebrare i dieci anni dall'inizio della costruzione della Stazione Spaziale Internazionale.
Alexey B. Krasnov, capo del programma spaziale russo per i voli abitati, ha detto che il modulo FGB Zarya, il primo elemento della Stazione ad andare in orbita nel novembre 1998, è stato progettato per una durata di 15 anni. D'altro canto ha sottolineato anche che la Stazione Spaziale MIR, progettata per durare cinque anni è poi rimasta operativa per 15. Roskosmos ha le stesse aspettative per Zarya, e per gli altri componenti russi della Stazione Spaziale Internazionale. Krasnov ha fatto poi osservare che la Russia intende aggiungere altro hardware e manutenere la stazione ben oltre il 2010 e per molti anni nel futuro.
L'agenzia spaziale europea ESA e l'agenzia spaziale giapponese JAXA, i cui laboratori scientifici (rispettivamente Columbus e Kibo) sono arrivati quest'anno nella ISS intendono concentrare la loro massima attenzione per massimizzare il loro utilizzo della Stazione.
"Qualcuno potrebbe dire che è troppo presto, ma vorremmo iniziare a discutere l'estensione della vita della Stazione.", ha detto Simonetta di Pippo, direttore dei voli spaziali umani dell'ESA, "E come parte di una strategia di esplorazione generale abbiamo bisogno di vedere come allargare il numero di potenziali partner nell'utilizzo della Stazione Spaziale".
Negli scorsi mesi i funzionari della NASA hanno cercato di rassicurare i loro partner che la fine delle operazioni dello Space Shuttle nel 2010 e la nuova visione di esplorazione americana di Luna e Marte non porteranno gli Stati Uniti a ritirarsi dal programma ISS. L'amministratore NASA Michael Griffin, a Parigi lo scorso giugno disse che non poteva proprio immaginare che gli Stati Uniti potessero uscire dal programma ISS prima del 2016.
Yoshiyuki Hasegawa, program manager ISS alla JAXA ha detto che il primo obiettivo del Giappone è terminare l'installazine del laboratorio Kibo appena arrivato alla Stazione al fine di garantire "operazioni stabili per un bel po' di tempo".
Martin Zell, capo dei programmi di ricerca in microgravità ed esplorazione al direttorato ESA per i voli abitati ha poi fornito una sintesi dei progetti di ricerca di ogni partner sulla Stazione, ed ha detto che l'agenda americana è un po’ "carente" per via della nuova strategia politica americana adottata per la nuova "Vision for Space Exploration".
Ma Jeff Bingham, consulente senior dello staff Repubblicano al Comitato americano per il Commercio, la Scienza ed i Trasporti, ha detto che il Congresso americano intende assicurare che i programmi NASA per Luna e Marte non porteranno ad una diminuzione dei fondi stanziati per la Stazione Spaziale Internazionale.
"Quello che il Congresso dice è che la NASA dovrà prepararsi ad utilizzare la Stazione almeno fino al 2020", ha detto Bingham.
Insomma, sembra che sia forte intenzione di tutti i partners del programma ISS - ripetuta più e più volte - quella di continuare la strada di collaborazione e massimizzare l'utilizzo e la vita della Stazione per i prossimi anni. Direi un quanto mai opportuno esercizio di buon senso, per sfruttare al meglio la nostra nuova casa nello Spazio.
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