Un gruppo di ricerca guidato da scienziati della Brown University ha scoperto per la prima volta in assoluto la presenza di acqua proveniente dagli strati più interni di rocce lunari, suggerendo che l'acqua possa aver fatto parte della Luna sin dal suo inizio.
In un articolo pubblicato nel numero 10 di Luglio di Nature, il gruppo guidato da Alberto Saal, assistant professor di Scienze Geologiche alla Brown, ritiene che l'acqua fosse contenuta nel magma eruttato nella superficie della Luan più di 3 miliardi di anni fa. Il team stima che circa il 95% del vapore acqueo del magma sia andato perso nello spazio durante le eruzioni. Ma alcune tracce di tale vapore acqueo potrebbero essere filtrate verso i freddi poli della Luna, dove poi potrebbero essere rimasti come ghiaccio nei crateri permanentemente in ombra.
La NASA invierà proprio nella seconda metà di quest'anno la sona LRO (Lunar Reconnaissance Orbiter, di cui abbiamo già parlato qui ), per cercare prove della presenza di ghiaccio d'acqua nel polo sud lunare. Se LRO avrà successo nella sua missione di trovare ghiaccio, gli scienziati potrebbero averne già scoperto le origini.
La presenza di acqua è stata trovata in sfere di vetro vulcanico, come ghiaia, portate a Terra dalle missioni americane Apollo tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70.
Nei decenni successivi gli scienziati hanno cercato di determinare il contenuto e le origini di una classe di elementi chimici conosciuti come volatili in queso vetro multicolore. Essi hanno cercato invano traccie d'acqua, inducendo a pensare che la Luna ne fosse priva.
Tre altri scienziati del Dipartimento di Scienze Geologiche della Brown hanno contribuito alla ricerca, Reid Cooper e Malcolm Rutherford, e Mauro Lo Cascio. Erik Hauri del Carnegie Institution for Science developed ha sviluppato la tecnica analitica usata per identificare l'acqua e gli altri elementi volatili. Ha partecipato al lavoro anche James Van Orman, della Case Western Reserve University.
Utilizzando una nuova tecnica di indagine nota come SIMS (Secondary ion mass spectrometry), è stato possibile sviluppare un metodo per misurare fino a 5 parti per milione di acqua. Nel vetro lunare sono stati trovati fino a 46 parti per milione di acqua. Il team ha poi confermato attraverso una serie di test la presenza costante di idrogeno, escludendone nel contempo una sua possibile contaminazione. “Questo conferma che l'acqua proviene dalle profondità all'interno del mantello della Luna.", ha detto Saal, “Non ha niente a che vedere con processi secondari, come contaminazione o vento solare".
Saal ha aggiunto che tale ricerca può anche produrre ulteriori conoscenze per determinare da quanto tempo l'acqua sia stata presente sulla Terra, addirittura da prima della collisione gigante che formò la Luna circa 4,5 miliari di anni fa.
Fonte dati: Brown University.
In un articolo pubblicato nel numero 10 di Luglio di Nature, il gruppo guidato da Alberto Saal, assistant professor di Scienze Geologiche alla Brown, ritiene che l'acqua fosse contenuta nel magma eruttato nella superficie della Luan più di 3 miliardi di anni fa. Il team stima che circa il 95% del vapore acqueo del magma sia andato perso nello spazio durante le eruzioni. Ma alcune tracce di tale vapore acqueo potrebbero essere filtrate verso i freddi poli della Luna, dove poi potrebbero essere rimasti come ghiaccio nei crateri permanentemente in ombra.
La NASA invierà proprio nella seconda metà di quest'anno la sona LRO (Lunar Reconnaissance Orbiter, di cui abbiamo già parlato qui ), per cercare prove della presenza di ghiaccio d'acqua nel polo sud lunare. Se LRO avrà successo nella sua missione di trovare ghiaccio, gli scienziati potrebbero averne già scoperto le origini.
La presenza di acqua è stata trovata in sfere di vetro vulcanico, come ghiaia, portate a Terra dalle missioni americane Apollo tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70.
Nei decenni successivi gli scienziati hanno cercato di determinare il contenuto e le origini di una classe di elementi chimici conosciuti come volatili in queso vetro multicolore. Essi hanno cercato invano traccie d'acqua, inducendo a pensare che la Luna ne fosse priva.
Tre altri scienziati del Dipartimento di Scienze Geologiche della Brown hanno contribuito alla ricerca, Reid Cooper e Malcolm Rutherford, e Mauro Lo Cascio. Erik Hauri del Carnegie Institution for Science developed ha sviluppato la tecnica analitica usata per identificare l'acqua e gli altri elementi volatili. Ha partecipato al lavoro anche James Van Orman, della Case Western Reserve University.
Utilizzando una nuova tecnica di indagine nota come SIMS (Secondary ion mass spectrometry), è stato possibile sviluppare un metodo per misurare fino a 5 parti per milione di acqua. Nel vetro lunare sono stati trovati fino a 46 parti per milione di acqua. Il team ha poi confermato attraverso una serie di test la presenza costante di idrogeno, escludendone nel contempo una sua possibile contaminazione. “Questo conferma che l'acqua proviene dalle profondità all'interno del mantello della Luna.", ha detto Saal, “Non ha niente a che vedere con processi secondari, come contaminazione o vento solare".
Saal ha aggiunto che tale ricerca può anche produrre ulteriori conoscenze per determinare da quanto tempo l'acqua sia stata presente sulla Terra, addirittura da prima della collisione gigante che formò la Luna circa 4,5 miliari di anni fa.
Fonte dati: Brown University.
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