Si è svolto ieri a Parigi il vertice dei capi delle Agenzie Spaziali partner del programma della Stazione Spaziale Internazionale (come già annunciato in questo precedente post). Al quartier generale dell'ESA erano presenti i capi delle Agenzie Spaziali Canadese, Europea, Giapponese, Russia ed Americana. La discussione ha evidenziato molti punti importanti in cui vi è una forte convergenza di intenti.
I capi delle Agenzie Spaziali hanno rilevato la significativa crescita delle capacità della Stazione di (1) fare ricerca in orbita (adesso i laboratori scientifici sono tre: Destiny, Columbus e Kibo); (2) fare attività di sviluppo tecnologico; (3) essere un banco di prova privilegiato per testare sistemi di volo ed operazioni critiche per le successivi programmi di esplorazione Spaziale.
Inoltre, i capi delle Agenzie hanno rilevato i significativi successi ottenuti dal loro ultimo incontro nel gennaio 2007, tra cui la consegna del Nodo 2, i laboratori ESA Columbus e JAXA Kibo, il robot canadese Dexter. A ciò si aggiungano il grande successo dell'ATV Europeo (vedi qui), e la messa in opera dei due nuovi centri di controllo a Terra - Europeo e Giapponese - all'interno della global ISS Ground Operation Control Centre Network (la rete globale dei centri di controllo per le operazioni di Terra per la Stazione Spaziale Internazionale).
Ancora, sono stati evidenziati i successi dei voli Soyuz e Progress russi. I partner internazionali hanno sottolineato l'importanza critica delle possibilità di espansione delle operazioni della navetta russa Soyuz e del cargo russo Progress (1) per il completo trasporto di equipaggi da e verso la Stazione, (2) per le attività di soccorso agli equipaggi, (3) per il trasporto merci.
I capi delle Agenzie hanno riesaminato il corrente sviluppo della ISS e l'attuale partnership con l'obiettivo di massimizzare i benefici che si avranno nel momento in cui, nel 2009, la Stazione diventerà abitata da sei astronauti, nella sua completa configurazione. Sono stati discussi gli sforzi da compiere per raggiungere questo importante obiettivo nei termini di assicurare trasporto di equipaggi e merci necessari.
I partner hanno riconosciuto la necessità dei moduli russi aggiuntivi da fornire tra il 2009 ed il 2010, che massimizzeranno le operazioni e l'utilizzo della Stazione per l'equipaggio completo di sei persone.
Sono state poi discusse le varie attività delle singole Agenzie per incrementare le capacità di trasportare merce da e verso la Stazione, ritenute necessarie per un suo migliore utilizzo. Ciò include
I capi delle Agenzie Spaziali hanno rilevato la significativa crescita delle capacità della Stazione di (1) fare ricerca in orbita (adesso i laboratori scientifici sono tre: Destiny, Columbus e Kibo); (2) fare attività di sviluppo tecnologico; (3) essere un banco di prova privilegiato per testare sistemi di volo ed operazioni critiche per le successivi programmi di esplorazione Spaziale.
Inoltre, i capi delle Agenzie hanno rilevato i significativi successi ottenuti dal loro ultimo incontro nel gennaio 2007, tra cui la consegna del Nodo 2, i laboratori ESA Columbus e JAXA Kibo, il robot canadese Dexter. A ciò si aggiungano il grande successo dell'ATV Europeo (vedi qui), e la messa in opera dei due nuovi centri di controllo a Terra - Europeo e Giapponese - all'interno della global ISS Ground Operation Control Centre Network (la rete globale dei centri di controllo per le operazioni di Terra per la Stazione Spaziale Internazionale).
Ancora, sono stati evidenziati i successi dei voli Soyuz e Progress russi. I partner internazionali hanno sottolineato l'importanza critica delle possibilità di espansione delle operazioni della navetta russa Soyuz e del cargo russo Progress (1) per il completo trasporto di equipaggi da e verso la Stazione, (2) per le attività di soccorso agli equipaggi, (3) per il trasporto merci.
I capi delle Agenzie hanno riesaminato il corrente sviluppo della ISS e l'attuale partnership con l'obiettivo di massimizzare i benefici che si avranno nel momento in cui, nel 2009, la Stazione diventerà abitata da sei astronauti, nella sua completa configurazione. Sono stati discussi gli sforzi da compiere per raggiungere questo importante obiettivo nei termini di assicurare trasporto di equipaggi e merci necessari.
I partner hanno riconosciuto la necessità dei moduli russi aggiuntivi da fornire tra il 2009 ed il 2010, che massimizzeranno le operazioni e l'utilizzo della Stazione per l'equipaggio completo di sei persone.
Sono state poi discusse le varie attività delle singole Agenzie per incrementare le capacità di trasportare merce da e verso la Stazione, ritenute necessarie per un suo migliore utilizzo. Ciò include
- il veicolo Giapponese H-2 schedulato per l'anno prossimo
- l'Americano COTS (Commercial Orbital Transportation Services, servizio commerciale per il trasporto orbitale (iniziativa Americana di coinvolgimento di industrie private)
- il veicolo Americano Orion (facente parte del nuovo programma Americano di esplorazione Spaziale Constellation)
La discussione ha poi messo in evidenza alcune nuove iniziative, tra cui
- i piani dell'Agenzia Spaziale Europea per un'evoluzione dell'ATV (la navetta robotizzata Europea per il trasporto di rifornimenti alla Stazione) in Advanced Return Vehicle System, in grado di tornare a Terra dopo la missione (vedi qui)
- le attività congiunte tra ESA e Russia per la possibile creazione di un Advanced Crew Space Transportation System, una navetta di nuova generazione per il trasporto di astronauti da e verso la Stazione Spaziale Internazionale.
I capi delle Agenzie hanno espresso il loro interesse per la effettiva realizzazione dei suindicati progetti e la loro conseguente messa a disposizione per l'intera comunità Spaziale aderente al programma, tale da fornire un supporto definitivo per la ISS e per preparare le future esplorazioni.
E mentre la partnership internazionale si avvia al completamento dell'assemblaggio della Stazione Spaziale Internazionale, i capi della Agenzie hanno riaffermato i loro comuni interessi nell'utilizzo della Stazione "a pieno regime" per un periodo di tempo significativo. I partner hanno evidenziato che non vi è nessuna preclusione (anche di carattere tecnico) all'estendere la vita e l'utilizzo della Stazione ad oltre il 2015. Riconoscendo i notevoli vantaggi nel continuare le operazioni e l'utilizzo dell’avamposto orbitale ad oltre tale limite temporale, i capi delle Agenzie hanno confermato l'impegno di lavorare con i rispettivi governi per valutare il supporto per tale obiettivo.
Caro News Spazio,
RispondiEliminati allego un illuminante commento di Bob Park:
"I have a place in mind. Space-science writer Michael Benson used this title in The Outlook section of Sunday's Washington Post. Benson asks whether the International Space Station, at a cost approaching $100 billion, is being finished just so we can drop it in the ocean? It is; so what's his alternative? Attach engines and send it, with its crew, off to explore other planets. Three days later the Post carried a rebuttal by NASA contractor Jeff Volosin. The ISS, he argued is needed to prepare crews to travel to Mars and back. He didn't say for what. As James Van Allen would have said of both ideas: "How old-fashioned." Wake up: Voyager 2 just entered interstellar space, Messenger revisited Mercury, Phoenix found water on Mars. Somebody, anybody, tell me what humans can do in space as well as the robots? "
Beh, io spero che la domanda - parecchio di parte - di Bob Park abbia risposta negativa.
RispondiEliminaE non sono io solo a dirlo. Leggendo proprio il post che hai commentato potrari constatare che vi è una convergenza di intenti praticamente assoluta da parte di tutta la comunità internazionale nel far durare la ISS ben oltre il 2020. Massimizzarne i ritorni è l'obiettivo, se sarà raggiunto dipenderà - io credo e spero - anche dalla nostra voce.
Ti invito a leggere anche questo post:
http://newsspazio.blogspot.com/2008/07/stazione-spaziale-internazionale.html
E per quanto riguarda l'esplorazione umana vs robotica, i robot - fantascienza a parte - non sono "flessibili" e "general purpose" al punto da sostituirsi agli umani. Personalmente io sono convinto che la scelta vincente sia unire entrambi gli approcci.
Nell'attesa del realizzarsi di alcune delle promesse della IA forte? Chissà!!!
Caro News Spazio,
RispondiEliminaho recuperato l'articolo di Michael Benson; è così interessante che te lo posto tutto:
Consider the International Space Station, that marvel of incremental engineering. It has close to 15,000 cubic feet of livable space; 10 modules, or living and working areas; a Canadian robot arm that can repair the station from outside; and the capacity to keep five astronauts (including the occasional wealthy rubbernecking space tourist) in good health for long periods. It has gleaming, underused laboratories; its bathroom is fully repaired; and its exercycle is ready for vigorous mandatory workouts.
The only problem with this $156 billion manifestation of human genius -- a project as large as a football field that has been called the single most expensive thing ever built -- is that it's still going nowhere at a very high rate of speed. And as a scientific research platform, it still has virtually no purpose and is accomplishing nothing.
I try not to write this cavalierly. But if the station's goal is to conduct yet more research into the effects of zero gravity on human beings, well, there's more than enough of that already salted away in Russian archives, based on the many years of weightlessness that cosmonauts heroically logged in a series of space stations throughout the 1970s, '80s and '90s. By now, ISS crews have also spent serious time in zero gravity. We know exactly what weightlessness does and how to counter some of its atrophying effects.
And if the station's purpose is to act as a "stepping stone" to places beyond -- well, that metaphor, most recently used by NASA Administrator Michael Griffin is pure propaganda. As any student of celestial mechanics can tell you, if you want to go somewhere in space, the best policy is to go directly there and not stop along the way, because stopping is a waste of precious fuel, time and treasure. Which is a pretty good description of the ISS, parked as it is in constant low Earth orbit.
This is no doubt why, after the horrifying disintegration of the space shuttle Columbia in 2003, the Bush administration belatedly recognized that, if we're going to spend all that money on manned spaceflight, we should justify the risks by actually sending our astronauts somewhere. So NASA is now developing a new generation of rockets and manned spacecraft. By 2020, the Constellation program is supposed to take astronauts beyond low Earth orbit for the first time since Apollo 17 returned from the moon in 1972. Yes, that'll be almost 50 years. Where will they go? To the moon -- the only place humans have already visited.
Which leads us right back to the expensively orbiting ISS. It hasn't a fig-leaf's role left. The moon is the new "stepping stone," with Mars bruited as a next destination. Although NASA officials will never quite say so, their current attitude seems to be that the station is essentially a high-maintenance distraction, even a mistake. Their plan is to finish assembling the thing ASAP and hand the keys over to the Russians, Canadians, Europeans and Japanese, with minimal continuing U.S. involvement. This should happen by the shuttle's mandatory retirement in 2010. Meanwhile, we're still writing a lot of high-denomination checks and preparing the two remaining shuttles for risky flights to finish something we then plan to be largely rid of. This seems absurd. I have an alternative proposal:
Send the ISS somewhere.
The ISS, you see, is already an interplanetary spacecraft -- at least potentially. It's missing a drive system and a steerage module, but those are technicalities. Although it's ungainly in appearance, it's designed to be boosted periodically to a higher altitude by a shuttle, a Russian Soyuz or one of the upcoming new Constellation program Orion spacecraft. It could fairly easily be retrofitted for operations beyond low-Earth orbit. In principle, we could fly it almost anywhere within the inner solar system -- to any place where it could still receive enough solar power to keep all its systems running.
It's easy to predict what skeptics both inside and outside NASA will say to this idea. They'll point out that the new Constellation program is already supposed to have at least the beginnings of interplanetary ability. They'll say that the ISS needs to be resupplied too frequently for long missions. They'll worry about the amount of propellant needed to push the ISS's 1,040,000 pounds anywhere -- not to mention bringing them all back.
There are good answers to all these objections. We'll still need the new Constellation Ares boosters and Orion capsules -- fortuitously, they can easily be adapted to a scenario in which the ISS becomes the living- area and lab core of an interplanetary spacecraft. The Ares V heavy-lift booster could easily send aloft the additional supplies and storage and drive modules necessary to make the ISS truly deep-space-worthy.
The Orion crew exploration module is designed to be ISS-compatible. It could serve as a guidance system and also use its own rocket engine to help boost and orient the interplanetary ISS. After remaining dormant for much of the one-year journey to, say, Mars, it could then be available to conduct independent operations while the ISS core orbited the Red Planet, or to investigate an asteroid near Earth, for instance.
But, the skeptics will say, the new Orion capsule's engines wouldn't be nearly enough; a spacecraft as large as the ISS would need its own drive system. Here, too, we're in surprisingly good shape. The ISS is already in space; the amount of thrust it needs to go farther is a lot less than you might think. Moreover, a drive system doesn't have to be based on chemical rockets. Over the past two decades, both the U.S. and Japanese programs have conducted highly successful tests in space of ion-drive systems. Unlike the necessarily impatient rockets we use to escape Earth's gravity and reach orbit, these long-duration, low-thrust engines produce the kind of methodical acceleration (and deceleration) appropriate for travel once a spacecraft is already floating in zero gravity. They would be a perfect way to send the ISS on its way and bring it back to Earth again.
This leaves a lander. A lunar lander substantially larger than the spidery Apollo-era LEMs is currently on the drawing board. It's not nearly as far along in development as the Ares booster and Orion spacecraft components of the Constellation program -- which is a good thing. While I question the need to return to the moon in the first place, I wouldn't exclude it as a possible destination, so I think we should modify the lander's design to make it capable of touching down on either the moon or Mars and then returning to the ISS with samples for study in its laboratories. Such landers could also investigate the moon's poles, where we think water may be present, or one of the near-Earth asteroids -- which may have raw materials suitable for use by future generations of space explorers.
But, our skeptics will sputter, this will all cost far more money than the Constellation program. Who'll pay for it?
Actually, it will in effect save all the money we've already spent on the ISS. And the station is already an international project, with substantial financial and technological input from the Russians, Canadians, Europeans and Japanese. In recent years, the Chinese, who have developed their own human spaceflight capabilities, have made repeated overtures to NASA, hoping to be let in on the ISS project. They've been unceremoniously rebuffed by the Bush administration, but a new administration may be more welcoming. An interplanetary ISS -- the acronym now standing for International Space Ship -- would be a truly international endeavor, with expenses shared among all participating nations.
How likely is any of this to happen? Not very. A lot depends on the flexibility of a NASA that hasn't always been particularly welcoming to outside ideas. On the other hand, the agency also collaborates with outsiders all the time. So it's not impossible. The reason the ISS went from being a purely American, Reagan-era project ("Space Station Freedom") to one including the Russians and many other nations was a political decision by the Clinton administration. A similar political vision will be necessary here.
All the billions already spent on the space station would pay off -- spectacularly -- if this product of human ingenuity actually went somewhere and did something. But it would also serve as a compelling demonstration that we're one species, living on one planet, and that we're as capable of cooperating peacefully as we are at competing militaristically. Let's begin the process of turning the ISS from an Earth-orbiting caterpillar into an interplanetary butterfly.
Proprio nella mia risposta al tuo primo commento ti segnalavo un altro post in cui funzionari NASA riportavano ai vari partner internazionali che non è intenzione dell’America ritirarsi dal programma ISS dopo il 2010. La questione quindi non si pone.
RispondiEliminaL’ipotesi poi di aggiungere alla ISS un paio di razzi e mandarla "a giro" per il sistema solare è fantasiosa quanto un film di fantascienza, e spero per l’autore che sia stata solamente una provocazione.
Ma prendendola per un attimo in considerazione, i problemi tecnici ed ingegneristici che dovrebbero essere risolti per attrezzare opportunamente la ISS al volo spaziale, garantire protezione contro le radiazioni solari potenzialmente dannose per gli astronauti, e via via fino al risolvere i problemi fisiologici dell’equipaggio dovuti alle condizioni di microgravità (ecc. ecc.) penso siano di una dimensione tale da rendere più economico costruire un'astronave nuova ripartendo da zero.
E non è forse quello che già stà accadendo per il programma Constellation?
Ma il punto che mi ha colpito maggiormente è che tutto l’articolo si basa sull’ipotesi che la ISS non serva a niente. Certamente questa è una opinione, e come tale ha piena dignità di essere pensata ed espressa. Così come io ho la stessa dignità nel pensare e dire che tale affermazione mi sembra una grossa stupidaggine. Sparare a zero su tutto in maniera così incondizionata mi sembra francamente "un po' troppo". In questo blog sono stati descritti varie volte i pregi e l'utilità per la comunità intera di un programma spaziale "Manned". Ti invito quindi a leggere i vari post a riguardo.
Un'ultima cosa a proposito di soldi: vai a vedere qui http://newsspazio.blogspot.com/2008/06/stazione-spaziale-internazionale.html